Michele Spina opera attraverso un’arte essenziale e leggera, che racchiude una forte identità visiva e comunicativa.
Michele Spina – Lana, colori brillanti, ferro e poi ancora pittura. Pittura e scultura che dialogano e creano ombre, disegni filiformi e leggeri, identificativi, che portano l’osservatore a riflettere attraverso immagini familiari. Scopriamo il suo mondo!
Chi o cosa sei?
Michele Spina o perlomeno così dicono! ..Artista visivo attivo dal 2008, laureato in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e specializzato poi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Da sempre prediligo come mezzo di espressione l’installazione in tutte le sue sfumature.
Negli ultimi anni realizzo delle strutture in ferro leggere ricoperte da fili di lana colorati e in un gioco di luci e ombre ricreo degli ambienti dove lo spettatore può immergersi e perdersi. Lavoro molto con il binomio pittura-scultura, a volte toccando temi delicati come la guerra (fucili AK-47 mitra) o le varie simbologie associate alla vita e alla morte (cuori e teschi) , altre volte toccando temi più leggeri come i cartoon (Topolino Paperino la Sirenetta) o descrivendo semplicemente il mondo animale (squali oche topi castori cavalli unicorni). I colori della lana in alcuni casi descrivono le linee essenziali delle forme ed in altri alleggeriscono discorsi dai toni troppo delicati; il tutto sotto un sottile velo ironico e sarcastico che fa pensare e discutere.
Cosa significa per te generare un nuovo codice espressivo?
Generare un nuovo codice espressivo è crearsi un’identità propria in un mondo dove l’identità va scomparendo. Trovare un modo facile veloce ed intuitivo, facilmente identificabile ed attribuibile, una sorta di marchio, elementare, ma allo stesso tempo potente.
Innovare, rigenerare o rinnovare?
Rigenerare, dare una vita nuova, un significato altro alle cose che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
Una parola per descrivere la tua visione?
“Wow”
…sorpresa: quello che provo io davanti alla vita è quello che vorrei provassero gli altri.
Che razza di generazione siamo?
Le nuove tecnologie e l’avvento di Internet nella vita di tutti i giorni hanno radicalmente modificato il modo in cui cresciamo, ci informiamo e comunichiamo: se è vero che non ha senso fare di tutta l’erba un fascio, è altrettanto vero che capire come le varie generazioni si comportano e si differenziano tra loro può aiutarci per relazionarci e restare sempre sulla cresta dell’onda.
Si è passati dalla concretezza dei nostri “genitori” che credono più nelle relazioni “faccia a faccia” e nel lavoro a stretto contatto rispetto a quello “da remoto” che gode di una larga diffusione oggi grazie alle nuove tecnologie.
Questa generazione crede più nell’esperienza che nel foglio di carta.
Penso di appartenere alla famosa Generazione X: “lavorare per vivere”, non “vivere per lavorare”. Una generazione la mia che è stata la prima a crescere con i computer ed è quindi più a suo agio con le nuove tecnologie rispetto alla precedente ma un passo indietro rispetto ai Millenial, plasmati dalle nuove tecnologie e vivere connessi anche 24 h su 24 fa parte del loro DNA.
Sempre meno interessati a questioni politiche e civili delle generazioni precedenti e più orientati ai beni materiali ed effimeri (soldi, immagine, fama), dall’altro lato, più aperti mentalmente, più ricettivi a idee nuove e anche più liberi nell’espressione di noi stessi, molto più tolleranti verso qualsiasi tipo di differenza e opinione rispetto alle generazioni precedenti, ma anche una tendenza a vivere molto più a lungo in casa con i genitori. Iperconnessi, ma…più intelligenti!
Ragazzi cresciuti a pane, Internet e Tablet, che “preferiscono scrivere un messaggio anziché parlare con qualcuno e magari sbucciarsi le ginocchia in un cortile.
Michele Spina:
www.spinamichele.com
3406193009