Si è da poco conclusa la Maker Faire Rome 2014 e The Walkman Magazine poco a poco ne svelerà tutto il meglio.
Affamata più che mai di conoscere le novità tecnologiche dei maker che hanno assediato l’Auditorium Parco della Musica per tre giorni durante l’Innovaction Week, la redazione di TWM si è armata di fotocamera, biglietti da visita e di tanta pazienza visto il numero impressionante di visitatori: 90.000. Un risultato eccezionale.
Dopo aver assistito ai numerosi speech che hanno inaugurato la MFR14, in sala stampa Hans Vemeulen, founder di DUS Architecture, ci parla faccia a faccia del progetto 3D Print Canal House, progetto in fase avanzata che terminerà nei prossimi 36 mesi. Si inizia con una forte stretta di mano, approfondendo poi quella che è la nuova visione della costruzione tutta “makeriana” e quello che potrebbe essere il futuro della stampa 3D nel mondo dell’architettura.
Il progetto “è iniziato intorno al 2012. Per quanto se ne parlasse già in ambiti industriali, noi iniziammo a domandarci quale potesse essere l’impatto delle stampanti 3D nel mondo dell’architettura. Ci siamo chiesti: e se stampassimo una casa? Così abbiamo scoperto che nel mercato non c’era alcuna stampante abbastanza grande da poter realizzare qualcosa di simile. In seguito abbiamo deciso di provare a costruire una stampante le cui dimensioni ci potessero permettere di realizzare il nostro progetto.”
Il team “è come un ecosistema , composta da persone, aziende più o meno grandi, università e noi di DUS Architecture.” Tutti impegnati nella fattibilità del progetto stesso, in termini di materiali “abbiamo collaborato con una compagna tedesca Henkel, nostro material partner.”
L’intera comunità di Amsterdam giorno dopo giorno è resa partecipe di quanto sta accadendo, divenendo sempre più parte fondamentale del progetto. Con i suoi Open Day la 3D Print Canal House è di fatti anche un Museo aperto a tutti i curiosi della città. “Cerchiamo di coinvolgere chiunque possa essere interessato attraverso i canali social. Ovviamente vogliamo rendere reale il nostro progetto cercando di coinvolgere anche le realtà locali e rendendo i prodotti più personalizzabili.”
Il dubbio che queste case possano reggere meno rispetto alle case odierne sorge spontaneo, ma è proprio il lavoro di ricerca su questa tematica che porta ad essere ottimisti e a cambiare la visione attuale dell’architettura. “I materiali sono plastiche bio, biodegradabili, parte delle nostre attività di ricerca ha, ovviamente, riguardato anche simili aspetti. Se necessario si potranno cambiare le formule dei materiali sulla base dei rilievi che verranno effettuati.” Non è da scartare infatti l’idea di realizzare materiali o costruzioni biodegradabili, predisposte a durare poco, così da soddisfare ad esempio le esigenze di grandi eventi, fiere o festival senza ricorrere ai lavori tradizionali, inquinanti e ingombranti.
Di lavoro da fare ce n’è molto, sono previsti 3 anni di progettazione e prototipazione, prima della riuscita del progetto. Pezzo dopo pezzo la casa prenderà forma e come un Lego formerà la prima opera stampata in 3D che potrà essere definita a tutti gli effetti una casa. “Grazie alle tecnologie disponibili possiamo persino utilizzare il cemento o materiali isolanti per il sistema idrico della casa integrando i vari materiali, inclusa la plastica, anche nel design garantendo un aspetto esteriore più gradevole e meno cheap e capace di durare nel tempo.” Prosegue Hans Vemeulen: “Il nostro scopo è quello di terminare il progetto in questo arco di tempo. L’intento del progetto non è solo quello di costruire una casa ma anche quello di studiare il mondo del 3D a 360° comprendendone le potenzialità per il mondo delle costruzioni. Sia in termini di B2B che in termini di rapporti con il consumatore finale.”
Il design della casa non è ancora stato ben definito, non è da sottovalutare infatti la questione del rispetto architettonico nei confronti della città, una tematica che apre mille altre porte: “riteniamo interessante il fatto che si possa tornare ad un concetto di ‘Architettura temporanea’. Un simile approccio permetterebbe di avere città capaci di adeguarsi rapidamente alle nuove necessità. Allo stesso tempo si potrebbero però costruire materiali capaci di durare per sempre”.
È possibile dunque che questa nuova tipologia di unità immobiliare possa essere capace di affermarsi come nuovo metodo di costruzione. “Riteniamo che questo metodo sia in grado di portare significativi cambiamenti nel settore delle costruzioni. Il sistema permetterebbe, una volta entrato a regime, di costruire alcune parti della casa semplicemente andando a elaborare un progetto legato agli interni che potrebbe realizzarsi scaricando uno specifico file e provvedendo alla stampa dello stesso.”
Al momento, dal punto di vista economico, l’attività non risulta conveniente in quanto si tratta della prima iniziativa in questo senso. Riuscire a costruire con materiali reperiti in loco, insomma a kmO, permetterebbe di ridurre il costo legato alla catena produttiva. Una volta stabilito un regime produttivo efficiente, nulla toglie che questa realtà possa procedere verso una produzione di massa, con case a basso prezzo.
La realizzazione del progetto lo si deve oltre che all’ ingegno di tutto il team creativo e scientifico, anche alle sovvenzioni pubbliche, ricevute dal comune di Amsterdam. Relativamente alla sfera politica, si può dire che una maggiore presenza di giovani al potere potrebbe aiutare sotto questo punto di vista, rafforzando i processi di cambiamenti anche nel mondo dell’educazione. Il pensiero può essere rivolto anche alla nostra cara Italia.
Un piccolo resumen che evidenzia l’efficienza di stampare una casa in 3D
- zero rifiuti
- minori costi di trasporto
- materiali riciclabili
- accessibilità degli alloggi
- personalizzazione
- biodegradabilità
Il progetto nasce come eco-friendly con l’obiettivo di arrivare ad un’architettura veramente su misura.
L’edilizia è uno dei settori più inquinanti attualmente e, con la riduzione dei costi di trasporto e l’uso di materiali facilmente reperibili, il prezzo di realizzazione di una casa calerebbe drasticamente. Questo potrebbe rivoluzionare il modo in cui si evolvono le città e risolvere la reperibilità degli immobili in città sprovviste di adeguati alloggiamenti per la sua popolazione.
ENGLISH VERSION
Recently the Maker Faire Rome 2014 ended and The Magazine Walkman little by little will reveal all the best.
More hungry than ever to learn about the new technology of the makers, who have besieged the Auditorium Parco della Musica (a large multi-functional public music complex) for three days during the Innovaction Week, the editorial staff of TWM was equipped with a camera, business cards and a lot of patience due to the large number of visitors: 90,000. It is an excellent result.
After witnessing to the numerous speeches that have started up the MFR14, in the press room Hans Vemeulen, founder of DUS Architecture, tells us face to face about the 3D Print Canal House’s project, a project in an advanced stage, which will end in the next 36 months. We start with a firm handshake, deepening then what is the new vision of the construction completely “makeriana” (made by makers) and what could be the future of 3D printing in the world of architecture.
The project “started around 2012, as far as we spoke already in industrial environments, we began to wonder what could be the impact of 3D printers in the world of architecture. We wondered: what if we printed out a house? So we discovered that there was any printer big enough to be able to set up something similar. Later we decided to try to build a printer whose size could allow us to carry out our project.”
The team “is like an ecosystem, made up of people, large o small businesses, universities and we of DUS Architecture.” Everyone involved in the feasibility of the project itself, in terms of materials “we have worked with a German fellow, Henkel, our material’s partner.”
The entire Amsterdam’s community day by day is made a part of what is happening, becoming more and more a critical part of the project. With its Open Day, the 3D Print Canal House is actually a museum, open to all the curious people of the city. “We try to involve anyone who might be interested in through the social channel. Of course, first we want to make real our project trying to involve local realities and making products more personalized.”
The suspicion that these houses can hold less than the house of today is spontaneous, but it is the research work on this issue, which leads to be optimistic and to change the current view of the architecture. “The materials are organic plastic and biodegradable, and part of our activities’ research has, of course, also covered similar aspects. If necessary, can be possible to change the formulas of the materials on the basis of the points that will be made.” It is worth the trouble to think it about making biodegradable materials or construction, predisposed to not last long, so as meet the needs, for instance, of important events, fairs or festivals without resorting to traditional jobs that are pollutants and bulky.
There is a lot of work to be done and there are 3 years of design and prototyping, before the project’s success. Piece by piece the house will take shape and as a Lego will form the first printed work in 3D that can be defined for all purposes a house. “Thanks to the available technologies, we can even use cement or insulating materials for the water system of the home by integrating a variety of materials, including plastic, even in the design, ensuring a more pleasant outward appearance and less cheap that can be able to last in time.” Continues Hans Vemeulen: “our aim is to finish the project in this period of time. The intent of the project is not only to build a house, but also to study the world of 3D at 360 degree, understanding its potential for the construction world. Both in terms of B2B and in terms of relationships with the final consumer.”
The design of the house has not yet been well defined; it is not to be underestimated in fact the question of architectural respect to the city, a theme that opens many other doors: “we think it is kind of interesting that we can come back to a ‘temporary architecture’s concept’. This type of approach would have cities able to quickly adapt to the new needs. At the same time, however, we could build materials that can last forever.”
It is possible, therefore, that this new type building unit may be able to establish itself as a new method of construction. “We believe that this method is able to bring significant changes in the construction industry. The structure would, once entered in the system, build some parts of the house simply going to develop a project related to the interior that could be achieved by downloading a specific file and providing for the printing of the same.”
At the moment, from the economic point of view, the activity is not convenient because it is the first initiative in this direction. Being able to build with materials found on site, in other words local materials will be able to reduce costs associated with the production chain. Once you have established an efficient production system, you will find that this fact may advance towards mass production, with houses at low prices.
The realization of the project is due, not only to the ingenuity of the entire creative and scientific team, but also to the government subsidies received by the municipality of Amsterdam. Relatively to the political sphere, we can say that a greater presence of young people in power could help in this regard, strengthening the processes of change even in the world of education. The thought can also be addressed to our beloved Italy.
A brief summary that highlights the efficiency of print a house in 3D:
- zero waste
- lower transport costs
- recyclable materials
- accessibility of accommodation
- customization
- biodegradability
The project is eco-friendly with the aim of arriving at architecture, truly custom-made.
The building industry is currently one of the most polluting sectors, and with the reduction of transport costs and the use of readily available materials, the price of realization of a house decreases drastically. This could revolutionize the way we build cities and solve the availability of real estate in the city deprived of adequate housing for its population.
Traduzione a cura di Clarissa Candellero