Che l’Africa fosse una terra difficile, magica e a tratti indecifrabile si sapeva. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che uno Stato africano fosse in grado di creare una rete a banda larga 4G-LTE tra le più avanzate al mondo. Il paese in questione è il Ruanda, la piccola nazione dell’Africa Orientale che a metà degli anni ’90 è stata il palcoscenico di un sanguinoso conflitto etnico, la guerra tra Hutu e Tutsi, che in cento giorni è costato la vita a un milione di persone. A vent’anni dal genocidio il Ruanda ha deciso di chiudere le porte all’odio etnico e aprirle all’innovazione, per stimolare la propria crescita economica e sociale e per porsi a capo delle eccellenze africane nel campo della tecnologia. A metà novembre il governo presieduto da Bernard Makuza ha inaugurato EDPRS2, il programma per diffondere a macchia d’olio la banda larga 4G – LTE con l’obiettivo ambizioso di raggiungere, entro il 2017, il 95% della popolazione ruandese. Ma la vera intuizione del programma, come sostenuto dal Ministro della Gioventù e ICT Philibert Nsengimaga, è incidere concretamente sulle condizioni di vita della popolazione in modo che sia proprio la banda larga a favorire l’alfabetizzazione e la creazione, nel medio – breve termine, di una middle class ruandese.
“Grazie a costi sostenibili e a un buon margine di reddito garantito ai makers che contribuiranno alla diffusione di EDPRS2 – ha proseguito Patrick Nyirishema, direttore del Ruanda Utility Regulator Agency – intendiamo creare posti di lavoro e rendere più efficienti i servizi attuali”
Quando si parla di Africa solo in termini negativi, come terra disastrata o fonte di malattie e potenziali ondate migratorie, si dovrebbero fare i conti con l’ambizione e la genialità che a volte scaturiscono proprio dalla povertà di popolazioni in cerca di riscatto. Che a breve potrebbero avere una connessione a internet migliore della nostra.
We all know Africa is a difficult, magical and sometimes incomprehensible land. However, no one would have imagined that an African state could create a 4G-LTE broadband network among the most advanced in the world. The country point is Rwanda, a tiny nation of East Africa that in the mid-90s was the scene of a bloody ethnic conflict, the war between Hutus and Tutsis, which in one hundred days has claimed the lives of a million of people. Twenty years after the genocide, Rwanda has decided to close the doors to ethnic hatred and to open toward innovation, to stimulate its economic and social growth and to become the chief of African excellences in technology. In mid-November, the government headed by Bernard Makuza inaugurated the EDPRS2, a program that aims to spread like wildfire the 4G – LTE broadband, with the ambitious goal of achieving, by 2017, the 95% of Rwandan population. But the real insight of the program, as the Minister of Youth and ICT (Information and Communication Technology) Philibert Nsengimaga asserted, is to have a practical effect on the conditions of life of the population, so that the broadband could promote literacy and the creation, in a medium – short term, of a Rwandan middle class.
“With bearable costs and a good margin of guaranteed income to makers who will contribute to the spread of the EDPRS2 – said Patrick Nyirishema, Director of the Rwanda Utility Regulator Agency – we want to create jobs and increase the efficiency of current services.”
When we talk about Africa only in negative terms, as a devastated land or source of diseases and potential migratory waves, we should deal with the ambition and brilliance that sometimes arise precisely from poor people searching for redemption that soon may have a connection to the Internet better than ours.
Traduzione a cura di Daniela De Angelis