In America, più precisamente a Holliwood, si dice che i cortometraggi siano una sorta di scorciatoia per arrivare in cima e realizzare i cosiddetti “film” per il grande schermo.

In ogni caso i cortometraggi non sono scorciatoie, non è qualcosa di secondario rispetto a lungometraggio e, soprattutto, quasi mai diventeranno film.

Nella maggior parte dei casi avviene esattamente il contrario, da un film viene creato un corto, una sorta di “spin-off”, insomma una storia secondaria e fine a se stessa che abbia, però, uno o più personaggi del film da cui prendono inspirazione; i corti della Disney e Pixar ne sono la prova, come non ricordare i “Pinguini di Madagascar” tratti dal Lungometraggio “Madagascar”, oppure i “Minions” tratti da “Cattivissimo me”, o “la nuova macchina di Mike” tratto da “Monsters & Co.” o anche “Il tuo amico topo”, che vinse il premio al miglior corto d’animazione, tratto da “Ratatouille”?

Insomma di corti tratti da film ne abbiamo molti, ma al contrario?

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Ovviamente come non mettere al primo  posto in assoluto, sia per qualità  che per bravura il corto di uno dei più grandi registi degli ultimi anni, nonchè pupillo di Peter Jackson, Neill Blomkamp, il quale realizzò un corto di soli 9 minuti così emozionanti e in cui la storia era stata resa talmente tanto bene in ogni minimo particolare che divvenne il suo film d’esordio, “District 9“. 

Esattamente un anno fa, uscì in tutte le sale italianePixels“, nato dall’unione di più videogiochi targati anni ’80, di cui pochi sanno che, prima che ne fosse fatta un versione filmografica dalla durata di 105 minuti, era cominciato tutto con un corto di pochi minuti.

Alma”,  “Panic attack” e “What’s in the box”, sono titoli poco conosciuti alla maggioranza, ma, il primo, vinse già vari premi tra cui “miglior corto d’animazione” ed finì per essere conteso da più case cinematografiche per poi finire sotto contratto con la dreamworks e prodotto da Guillermo del Toro; il secondo, di produzione spagnola, fu visto da  Sam Raimi che decise di trasformarlo in un lungometraggio e fare di Federico Alvarez un suo protetto; e infine per ultimo, ma non per importanza,  il cortometraggio divenuto film grazie alla viralità innescatasi nel momento in cui questo mini film da 9 minuti fu messo su internet, fu un propagarsi così veloce da interessare Leonardo di Caprio al progetto.

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[divider]ENGLISH VERSION[/divider]

In America, or more precisely in Hollywood, it is said that making short films is a sort of shortcut to reach success and direct so-called “feature films” for the big screen.

Making short films does not lead to feature films, since the former are not less important than the latter. Most importantly short films will almost never become feature films.

Most of the times the opposite happens, since short films are created from feature films, and they are a sort of “spin-off”, which is a secondary story and an end in itself. Spin-offs have one or more characters of the feature they are taken from, for example “Penguins of Madagascar”, taken from the feature “Madagascar”, or “Minions”, taken from “Despicable Me”. Many Disney Pixar films have a spin-off, such as “Mike’s New Car”, taken from “Monsters & Co.” and “Your Friend the Rat”, taken from “Ratatouille”, which won the Best Animated Short Subject category.

So there are lots of short films taken from feature films, but does the opposite happen?

The best example is “Alive in Joburg” directed by Neill Blomkamp, one of the most successful directors of the last few years and the most favourite of Peter Jackson. Alive in Joburg is a high-quality 9 minute short film with so many exciting details that Blomkamp’s debut feature, called District 9, was based on the same plot.

One year ago “Pixels” was released in all Italian cinemas. It is based on a combination of 22 videogames from the ‘80s. Not everyone knows that this 105 minute feature was taken from a short film of the same name and with the same plot.

“Alma”, “Panic Attack” and “What’s in the Box” are not as well known to the public. The first won many awards, among which the “Best Short Film” and, after being a “point of contention” between many film studios, it ended up being under contract with DreamWorks Pictures and produced by Guillermo del Toro. The second film was directed by Federico Alvarez and is Spanish. Sam Raimi saw this film and decided to transform it into a feature film and Alvarez became one of his favourite filmmakers. Last but not least, the third short film, which lasts 9 minutes, became a feature because it went viral on the web, so that Leonardo di Caprio decided to take part in the project for the creation of the feature.

 

Traduzione a cura di Marcello Iozzia