Tiber Courtyard – A Roma, nel quartiere Valco San Paolo, prende forma un progetto che mette in relazione arte, antropologia e urbanistica firmato da Greg Jager.
Tiber Courtyard è un “esperimento” nello spazio pubblico che si configura come piattaforma di aggregazione e di riflessione sulle sfide future delle città e le comunità che le abitano.
Nell’ambito di Cantieri San Paolo, progetto del Municipio VIII di Roma Capitale con il sostegno della Regione Lazio e realizzato dall’associazione Dominio Pubblico l’artista Greg Jager ha prodotto Tiber Courtyard, un intervento ibrido tra arte e design che indaga il tema della coesistenza nello spazio pubblico, a cura di Michele Trimarchi.
Si fa fatica a trovare la linea di confine tra gli hangar abbandonati e le facoltà di Matematica, Fisica e Ingegneria dell’Università Roma Tre, le piccole discariche a cielo aperto, le emergenze abitative, uno studentato in fase di costruzione, l’istituto superiore Cine-TV Rossellini, i centri sportivi e il centro sociale occupato autogestito Acrobax. Ed è ancora più difficile trovare una chiave di lettura delle varie comunità che animano il territorio: studenti, famiglie rom, attivisti, sportivi. Questa è la spiazzante ma affascinante visione che si contempla attraversando quell’ansa del Tevere che delinea il quadrante di Valco San Paolo: non un vero quartiere, non una periferia, neanche luogo vittima di quel fenomeno che alcuni hanno definito beautification.
Uno di quei luoghi che rappresenta le contraddizioni, i pieni e i vuoti della città, in cui diverse anime convivono, innescando equilibri spontanei e autoregolati, non lontano da luoghi simbolo della capitale come il quartiere della Garbatella, la Piramide Cestia, la basilica di San Paolo e le sponde del Tevere.
In questo “valco” prende forma Tiber Courtyard, progetto di indagine territoriale di Greg Jager che si districa in una lettura di un territorio fatto di contraddizioni, moltitudini ed equilibri.
In linea con la sua rigorosa ricerca artistica tra antropologia e architettura, Greg Jager trasforma il campo da basket pubblico in via della Vasca Navale 6 (antistante il centro sociale Acrobax) in un dispositivo dalle infinite soluzioni interpretative in cui il corpo umano è parte integrante dell’artwork. Combinazioni di cromie e forme stravolgono le geometrie canoniche del campo da gioco senza renderlo impraticabile, per riformulare una nuova e coreografica dimensione sociale lasciando aperte interpretazioni di possibilità altre di coesistenza nello spazio pubblico. Un collage grafico di stili e colori diversi come diverse sono le anime che popolano il territorio.
L’idea è nata nel 2019 insieme all’associazione sportiva All Reds Basket Roma ed ha preso forma solo nel 2021 grazie ad un bando pubblico della Regione Lazio, con il supporto di Dominio Pubblico. L’operazione ha inoltre innescato una collaborazione spontanea tra istituzioni, associazioni e cittadini, tutti coinvolti attivamente nei lavori di recupero dell’area circostante e nella realizzazione dell’artwork.
Così l’artista:
“Tiber Courtyard si configura come piattaforma di aggregazione sociale e di riflessione su come cambieranno i sistemi aggregativi nello spazio pubblico. L’obiettivo non è di “riqualificare”
ma cogliere un’opportunità per porre degli interrogativi urbanistici, antropologici e progettuali partendo da quelli che sono i bisogni e gli stimoli reali delle molteplici comunità che animano il tessuto urbano. Il campo è progettato per essere di fatto un patchwork di etnie, culture, moltitudini che coesistono nello stesso ambiente, inoltre alcune aree del campo possano avere vita propria attraverso l’evocazione di giochi altri che prendono forma attraverso la libera interpretazione. Le città per come le conosciamo ora non sono più sostenibili. Solo creando dei ponti reali tra territorio e istituzioni è possibile rispondere ai bisogni delle comunità e disegnare le geometrie di nuovi ecosistemi.”
Aggiunge il curatore, Michele Trimarchi:
“Il tessuto urbano somiglia sempre di più a un patchwork scomposto. Cedric Price negli anni Ottanta lo paragonava alle uova strapazzate. Fino a poco tempo fa le dinamiche della città erano governate da una gerarchia spaziale e dal contrasto fra centro e periferia. Il nuovo humus metropolitano, fatto di comunità diverse, culture versatili, intuizioni fertili, richiede una visione diversa che restituisca il senso di appartenenza ai residenti e il desiderio di esplorare ai visitatori esterni, in modo da riconnettere l’infrastruttura materiale ai valori sociali della comunità urbana.”
Greg Jager (37 anni) è un artista contemporaneo con base a Roma. Noto per la sua estetica astratta, ha iniziato a praticare arte negli spazi pubblici dopo la formazione come graphic designer. Ha evoluto la sua ricerca in un universo geometrico che lo ha portato a confrontarsi con diversi linguaggi, sia nello spazio pubblico che in quello privato. Il dialogo tra arte, antropologia e architettura è il tema principale della sua indagine. Collabora a livello internazionale con istituzioni culturali, musei e gallerie tra cui MacRo, Azienda Speciale Palaexpo, Regione Lazio, Università Federico II di Napoli, Inward, Contemporary Cluster, B-Murals – Centro d’arte urbana di Barcellona, Istituto Italiano di Cultura di Barcellona e Atene, Comune di Collegno (TO) e Walk The Line di Genova.
LEGGI L’INTERVISTA A GREG JAGER PER RISCATTI DI CITTÀ -> Greg Jager – Intervista per Riscatti di Città