Artist-run space multiforme da Centocelle fino a Parigi senza confini prestabiliti.
Post Ex nasce da sei artisti mossi da esigenze condivise e dalla volontà di unire le proprie capacità per creare un luogo di crescita personale e di sviluppo di un’intelligenza collettiva. Il 20 luglio 2020, Eleonora Cerri Pecorella, Francesco D’Aliesio, Luca Grimaldi, Gian Maria Marcaccini, Lulù Nuti e Gabriele Silli affittano un grande spazio a Centocelle. L’ex carrozzeria, di 1100 m2, ristrutturata dagli artisti stessi, si presenta tuttora come un cantiere in continua evoluzione. In breve si uniscono al gruppo Federika Fumarola, Guglielmo Maggini, Alberto Montorfano e Azzedine Saleck, che partecipano attivamente al progresso dell’iniziativa.
Un ambiente di 64 m2 con accesso indipendente, costruito intorno a un lucernario, è destinato ad accogliere i contributi di professionisti romani, italiani e internazionali che intendano proporre e dare forma a progetti che arricchiscano la sperimentazione artistica nella capitale.
In attesa dell’inaugurazione, il contenitore ospita artisti che necessitano di uno spazio temporaneo.Un ufficio con pareti a vetro è a disposizione di teorici e scrittori che vogliano usarlo come luogo di lavoro, nutrendosi dell’energia del posto e partecipando alla progettualità dello stesso. Qui sarà presente una raccolta di libri e riviste del settore.
Quando possibile Post Ex proporrà attività aperte al pubblico e collaborazioni con le Accademie di Roma, considerando importante la condivisione dell’esperienza con gli artisti della nuova generazione.
Sono tanti i nuovi spazi di sperimentazione legati ad arte e creatività a Roma, sembra che la scena artistica della città a diversi livelli, sia in una fase di evoluzione. Questo fenomeno secondo voi sta restituendo a Roma un aspetto di sperimentazione e vetrina per Artisti Nazionali e Internazionali? Cosa prende oggi un artista da Roma e cosa restituisce?
Roma è sempre stata una città viva e ricca di sperimentazione. Negli ultimi anni ad esempio, spazi come Albumarte, Casa Vuota, Spazio Y, Spazio InSitu o Castro, hanno organizzato e proposte attività sperimentali e di scambio, nutrendo la vitalità della scena emergente romana e creando ponti con la scena emergente internazionale. Ciò che appare in questo momento è quindi frutto di un complesso di energie e lavoro già attivi da tempo. Il fenomeno esponenziale di nascita di nuovi luoghi di condivisione dipende da molti fattori, non ultimo il fatto di essere osservato : senza un pubblico interessato si arranca e si fatica e al contrario, quando un fenomeno viene osservato sembra più attivo, l’attenzione sulla scena, l’interesse e entusiasmo si sono diffusi, contagiando in parte anche le istituzioni che improvvisamente si girano verso il territorio. Questo ha fomentato gli artisti, che hanno trovato finalmente un terreno fertile sul quale esprimersi.
Roma quindi ha sicuramente da offrire un’ampia rete di luoghi di incontro e uno spirito diffuso di solidarietà e condivisione che non si ferma entro i confini del mondo dell’arte.
Post Ex nasce in uno spazio che non aveva un’identità, spesso all’arte sono associati interventi temporanei di rigenerazione urbana, che ruolo gioca un collettivo artistico nei confronti dei processi di rigenerazione?
La rigenerazione urbana è un tema delicato e critico nel dibattito sulla città. è vero che spesso l’arte e la rigenerazione urbana hanno stretto un’alleanza che ha determinato delle modificazioni negli equilibri economici e sociali, fenomeno diffuso nel mondo occidentale. Questo è stato positivo o negativo a seconda dei soggetti interessati dalle trasformazioni. Purtroppo nel famoso “art washing” l’arte non è una finalità ma un mezzo – come suggerisce la parola- e la gentrificazione che ne consegue non è sempre a beneficio degli abitanti storici dei quartieri.
Per quanto ci riguarda noi non siamo un collettivo e non vorremmo avvalorare la visione stereotipata che lega l’arte alla rigenerazione che, in quanto visione progettuale non ci interessa nei modi in cui si è sviluppata finora. Ci siamo inseriti a Cenotocelle perché qui abbiamo trovato uno spazio e un quartiere che soddisfano le nostre necessità.
Arte, Design, fotografia e creatività sono discipline che in alcuni casi si intersecano ed altri rimangono rette su binari perennemente paralleli, come le vostre figure si sono intrecciate a Post Ex? Post Ex è un centro di convergenza ma anche di smistamento?
Come pensate che le vostre idee possano contaminare la città o relazionarsi con altre realtà internazionali?
Post Ex nasce da più incontri, avvenuti per caso e ha preso forma quindi da una convergenza di interessi, affinità ed esigenze. Alcuni di noi hanno vissuto e lavorato per diversi anni all’estero, questo ha fatto sì che fin dall’inizio questo luogo abbia avuto un rapporto con gallerie e artisti europei. Attualmente la presenza qui di Azzedine Saleck ne è un primo esempio, così come la mostra di Lulù Nuti alla Galerie Chloe Salgado in corso a Parigi o la prossima residenza di Luca Grimaldi nel Centro Culturale 37pk (Ad Haarlem, Olanda). Abbiamo in cantiere la progettazione di alcuni appuntamenti che si svolgeranno nello spazio contenitore che abbiamo costruito in questi mesi, come residenze di artisti, esposizioni e progetti curati da persone esterne a Post Ex. Ci auguriamo che questo vada a nutrire e rinforzare il flusso di scambi già in atto tra Roma e l’estero.
Per affrontare un tema attuale, ci piacerebbe sapere come immaginate la figura dell’artista nello scenario del nomadismo digitale post pandemico? NTF e Crypto Art sono alcune delle proposte più discusse dell’ultimo periodo, voi che ne pensate?
Sarebbe riduttivo immaginare genericamente la figura dell’artista, tanto più in un momento di per sé difficile da afferrare e definire. Allo stesso modo dentro Post Ex convivono idee e approcci di lavoro diversi, ed è complicato dare una risposta univoca a questa domanda. Molti di noi hanno una pratica di lavoro molto concreta e analogica, altri fanno uso del digitale in modo diverso.
Sugli NFT non possiamo dire molto per ora, aspettiamo di vedere come evolve la questione, ma consigliamo di leggere questa intervista a Valentino Catricalà del SOLE 24 ore.
In generale il nostro atteggiamento comune in questo momento è quello di provare a dotarci di strumenti di lavoro inclusivi per rendere più fluido lo scambio e l’incontro.