Gabriele D’Angelo, in arte Gabriele Dorme Poco, è un cantautore. Classe 1981, il suo percorso nel mondo della musica inizia alla fine delle superiori, dopo aver sperimentato, in maniera negativa, il mondo universitario, prima a Psicologia e poi al Dams. Con l’iscrizione al corso di canto jazz al Saint Louis, inizia la corsa che, da li ad oggi, ha portato Gabriele a cavalcare, prima con diversi gruppi corali, da poco come solista, palcoscenici, alcuni dei quali anche prestigiosi, a scrivere canzoni e, cosa non elementare, a produrre, in maniera indipendente, la propria musica.
A rendere uniche le canzoni di Gabriele sono i testi, scritti con il cuore e lasciandosi corteggiare da momenti «più delicati e profondi»: proprio lo scrivere «è il mio modo per sfogarmi un po’, si rivelano questi aspetti. Il modo in cui affronto certe scosse che vivo». La nascita dei testi parte «da un’idea, da una frase, da un pensiero. È raro che io parta da un’idea melodica. Mi succede, perché scrivo sia in inglese che in italiano, più quando sviluppo la canzone in inglese. È un’ovvietà però l’inglese si adatta a metriche diverse e l’italiano ti chiede un rispetto maggiore» afferma. Ad accompagnare le parole ci pensa un’architettura musicale ricercata e sofisticata. «Mi piace un certo tipo di suggestione. In realtà la dimensione acustica mi è molto vicina come gusto però, allo stesso tempo, la realtà musicale dei live ti obbliga ad andare oltre. La piccola sfida è non cedere più troppo spesso al duo chitarra e voce ma cercare di fare qualcosa di più studiato a livello di arrangiamenti e avere più suoni. A livello di suggestioni mi piacciono atmosfere molto soft» continua Gabriele, sempre con il sorriso stampato sul volto.
In cantiere molte idee, tra cui un EP. «Non ho ancora deciso se sarà un disco o un EP perché sono in quella fase che tre brani possono fare la differenza. EP con 5 brani in italiano o un disco intero dove cercherò di far confluire l’aspetto inglese che è altrettanto presente» dice buttando l’occhio verso il pc e la cartella aperta. «Credo che sarà rappresentativo: quando ti trovi a fare una scrematura cerchi di individuare quello che ti rappresenta di più che siano trasparenti. Ci sono delle cose a cui sono più legato e che sapevo di dover inserire» continua. Canzoni nelle quali non si potrà che essere trasportati, attraverso la voce avvolgente, a tratti retrò, nel mondo di Gabriele Dorme Poco, facendo un tuffo nelle sue emozioni e nelle sue sensazioni che, in fondo, sono simili a quelle che esplodono nel nostro cuore (o cervello, per i più razionali).
I video, infine, sono il fiore all’occhiello della produzione di Gabriele. Video, come quello di “Inchiostro Simpatico” riescono a creare un giusto connubio tra il potere dell’immagine e la musica. «Il bello dell’auto produzione è che hai la possibilità di dire la tua su tutto: mi sono fatto aiutare ed eravamo in sei a visionare l’aspetto del video, tra l’altro quello (il video di “Inchiostro Simpatico”, ndr.) è stato complesso perché era un unico piano sequenza, non si poteva tornare indietro e c’erano un po’ di intoppi. Andava montato al contrario e la scena sul set era simpatica perché si sentiva la canzone al contrario in modo tale che l’inizio coincidesse con quello che avremmo visto con sopra la mia voce registrata che dava gli input alle persone che mi dovevano buttare i fiori e lanciare l’acqua. Il backstage è stato esilarante. Lì cerco di sentire più teste su tutto ciò che è di immagine. Anche là non mi sento legato ad un immaginario estetico».
Heinrich Heine, poeta tedesco caposaldo del periodo a cavallo tra il romanticismo ed il realismo, una volta scrisse: “Dove le parole finiscono, inizia la musica“. Non resta altro che spengere la voce, spengere la testa e spingere play, concedendosi alle parole ed alla voce fuggente di Gabriele Dorme Poco.
[divider]ENGLISH VERSION[/divider]
I’ve known Gabriele Fibonacci, also known as Gabriele Dorme Poco, since some time. He is not exactly a friend of mine though: we occasionally met each other through mutual acquaintances, but what I remember most about him was his answer to me asking ‘what do you do?’: “I’m a songwriter”. I would have dismissed his reply as silly and childish if it hadn’t been uttered in a dimly lit Piazza Barberini, in the heart of a sleeping Rome. As a matter of fact, that very statement is what introduced Gabriele to me, and I got to know him better through his music as well as a conversation we had later on.
Born in 1981, his musical career begins at the end of high school, after two unsuccessful attempts at university as a psychology major and as a Dams student. After taking up jazz singing at Saint Louis, he begins his journey that will eventually bring him onto much acclaimed stages as a chorus singer (although he’s now a solo artist): he will also start writing his own songs and independently producing his own music.
What makes Gabriele’s songs unique are their whole-hearted lyrics inspired by the «softest and deepest of moments»: according to him, «[songwriting] is my way to vent, how I take my lumps. [songwriting] starts with an idea, a sentence, a thought: it’s rare for me to start from a melodically tune. It tends to happen more often when I’m writing songs in English, as I write in both languages, but of course they need two different composing methods.» The lyrics are then put into a refined musical arrangement. «I like a certain kind of suggestion. As close as I may feel to the acoustic dimension, having to do live performances requires you to act differently. One should not always rely on the guitar-voice combination but rather do something a bit more original arrangements-wise and include more sounds. As far as suggestions go I like soft atmospheres», he tells me with a smile on his face.
There are many projects on hand as well as an EP. «I still haven’t decided whether it’s going to be an album or an EP as I’m in that phase where a handful of tracks can make the difference. It will either be an EP with 5 tracks in Italian or a whole album where I’ll try and make the tracks in English stand out as well. I think it will be very representative: when you’re making a selection you want to include what you really call your own. There were tracks I felt very close to and that I simply couldn’t include.» You’ll be sure to get carried away by these songs and Gabriele’s captivating, almost retro voice, into his world, his emotions and his feelings, which you’ll find are not much different from yours.
Finally, the music videos are the true flagship of Gabriele’s production. They manage to establish a successful bond between the powers of image and music, such as in “Inchiostro Simpatico”. «The good thing about independent production is that you can always express your opinions about it: I had 6 people helping me examining the music video’s appearance, and Inchiostro Simpatico turned out to be very challenging. We had to film it in reverse and the scene on set was nice as we could hear the song backwards so that its beginning would match with what we would later see with my voice recorded on it that gave the signals to people who had to throw flowers and water at me. The backstage was hilarious and that’s were I always look to listen what everybody has to say regarding the visual aspect of the video. I’m not bound by aesthetic criteria.»
Heinrich Heine, a famous German poet from the period between Romanticism and Realism, once wrote: “Where words leave off, music begins”. Turn off your voice, then, turn off your head and press play: enjoy the words and the elusive voice of Gabriele Dorme Poco.
Traduzione a cura di Furio Duratorre