E’ sempre esistito, ma solo adesso ha acquisito una denominazione ben precisa. Lo Street Food si è imposto come una vera e propria moda a cui è necessario prendere parte. Classificato, in passato, come Junk Food, cibo spazzatura, oggigiorno si sta rivalutando in un’ottica bio, vegan e chi più ne ha più ne metta.
Se prima era il semplice cibo da bancarella, oggi è sempre più gourmet pur mantenendo le proprie radici nelle antiche tradizioni. L’italia, con il suo patrimonio culinario, può essere considerata il simbolo dello Street Food da sempre, pur non rendendosene conto.
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Ogni città, ogni borgo ha la propria cultura. Rivisitata o meno, oggi possiamo ancora assaporare antichi piatti camminando nel centro delle nostre città d’arte. Per lo più piatti di origine povera ma che racchiudono sapori difficilmente riscontrabili in altre parti del mondo.
Immaginiamo di perderci tra le viette del centro di Roma in una soleggiata giornata di Novembre, arrivare a Campo de’ Fiori e, prima di continuare a camminare, rifocillarsi con un pezzo di pizza bianca, croccante e ripieno di Mortadella (Mortazza, per i più veraci). Oppure assaporare un filetto di baccalà fritto, di quelli che ti sollevano l’anima, e i chili sulla bilancia. Ma si sa, il vero Street Food non è indicato per chi è a dieta, per lo meno quello italiano.
Sempre principi del cibo da strada, i salumi sono diffusi in tutto il Belpaese. A Torino, per esempio, sono l’accompagnamento dei gofri piemontesi: sottili cialde di acqua e farina. Declinabili anche al dolce accompagnandoli con cioccolata, marmellata, miele o sciroppo d’acero. A Perugia farciscono, invece, la torta al testo, o crescia: antica ricetta senza lievitazione che sostituiva il pane.
In tema di panificazione i liguri si posizionano ai primi posti con la Focaccia di Recco. Fieri e orgogliosi del loro prodotto sono molto critici su eventuali rivisitazioni, anche se di chef stellati. Ripiena di “Formaggio fresco prodotto con latte ligure tracciato”, rigorosamente senza lievito e stesa a mano.
Tra le principali città italiane non possiamo certo dimenticarci di Palermo, che con le sue arancine ripiene di riso fa sognare tutto il mondo. Oppure Napoli che con le sue sfogliatelle è ancora più bella, magari mangiate al porto mentre si attende il traghetto per una vacanza ad Ischia.
Se invece vi trovate a Venezia non potete lasciarvi sfuggire il più veneziano dei piatti: le sarde in saor. Dal sapore agrodolce è complicato da mangiare per strada ma non se sapientemente adagiato su una bruschetta di pane leggermente tostato. Ancora meglio se all’orario dell’aperitivo con uno Spritz (quello vero che sanno fare divinamente nel veneziano) nell’altra mano guardando le barche che ondeggiano lungo il Canal Grande.
Sempre sul mare, ma sulla costa opposta, Livorno è in grado di regalare gioie, non solo per gli occhi. Se infatti capitate nella bella città toscana è obbligo mangiarsi il “5 e 5”. Dall’antichità, 5 lire di pane e 5 lire di torta, chiamata “Cecina” proprio perchè preparata con la farina di ceci. Sarà amore al primo morso.
A un’ora di distanza invece il Lampredotto fiorentino saprà soddisfare i più audaci. Al piatto o in un panino e accompagnato da salsa verde. Tipico e saziante, sia per lo stomaco che per lo spirito.
Queste alcune delle città italiane, una ristretta selezione. Il bello di questo Paese è che ogni piccolo paese, ogni grande città o media cittadina ha qualcosa da raccontare: che sia a tavola o passeggiando è come andare sul sicuro. Qualcosa di buono lo si trova sempre.
Grazie ai numerosi Truck Festival che stanno organizzando in tutta Italia è possibile mangiare tipiche arancine palermitane anche a Milano, ma si sa, non è la stessa cosa. Camminare per le strade della città assaporando la vera tradizione ha tutto un altro sapore.
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[divider]ENGLISH VERSION[/divider]
It has always existed, but has acquired a precise denomination only now. Street Food has imposed itself as a true trend that is necessary to follow. Earlier classified as Junk Food, nowadays it’s reevaluating in different viewpoints like bio, vegan and many others.
If before it was simple food of stands, today is more and more gourmet even maintaining its roots in ancient traditions. Italy, with its culinary heritage, can be considered the Street Food symbol since always, even with not realizing it.
Every city, every burg, has its own culture. Revisited or not, today we can still taste old dishes walking in the centre of our art cities. Mostly dishes of poor origins but holding tastes that is hard to find in other world countries.
Imagine to get lost trough the streets in the center of Rome in a sunny November day, arrive in Campo de’ Fiori and, before continuing your walk, take refreshment with a slice of white, crunchy, mortadella-filled pizza (“Mortazza” for the most genuine people). Or maybe taste a fried salted codfish fillet that lifts up your soul as well as your weight. But it’s known that real Street Food is not indicated for the ones on a diet, or at least the Italian Street Food.
Always princes of street food, cured meats are widespread in Italy. In Turin, for example, they always go with Piedmontese “gofri”: thin wafers made of water and flour. Also declinable to sweet accompanying them with chocolate, marmalade, honey or maple syrup. In Perugia instead, people fill “ torta al testo”, also called “crescia”: ancient recipe without leavening which replaced bread.
Between the most popular Italian cities we surely can’t forget Palermo, that with its arancine filled with rice makes the world dream. Or Naples, which with its sfogliatelle is even more beautiful, and maybe you can eat at the port while waiting for a ferry-boat that will take you to Ischia for a holiday.
If you are in Venice you can’t overlook the most Venetian dis : sarde in saor. With a sweet and sour taste it’s difficult to eat down the street, but not so difficult if it’s laid down on a lightly toasted bruschetta. Even better if eaten at aperitif time, with a Sprits (the real one, which Venetians make delightfully) in the other hand, while watching boats that ripple on Canal Grande.
Always at the sea, but on the opposite coast, Livorno can give joys, not only for the sight. In fact, if you end up in the beautiful Tuscan city, you’re obliged to eat “ 5 e 5”. From ancient times, 5 liras of bread and 5 liras of cake, called “Cecina” because it’s made with chickpea flour. It will be love at first bite.
An hour far from there, Florentine Lampredotto will satisfy the most audacious. In a plate or in a sandwich and accompanied with green sauce. Typical and satiating, for stomach and spirit as well.
These are only a few Italian cities, a narrow selection. The beauty of this country is that every small village, every big or medium city has something to tell: sitting in front of a table or walking, is like a sure hit. You will always find something tasty.
Thanks to the numerous Truck Festival organized in Italy is possible to eat typical arancine even in Milan, but we know that is not the same thing. Walking through the city tasting the real tradition has a totally different flavor.
Traduzione a cura di Eleonora Martelli