Abbiamo intervistato Anna Neudecker, in arte La Bigotta, tatuatrice, ma anche illustratrice ed appassionata di moda.
Anna è una giovane donna alla mano e molto disponibile. Tatuatrice da poco tempo ma già affermata e con uno stile personale e immediatamente riconoscibile. Non solo: La Bigotta, questo il suo nome d’arte, ex restauratrice, ha collaborato anche con marchi di moda e musicisti.
Se si pensa a una persona che fa tatuaggi, La Bigotta sembra un nome nettamente in contrasto. Come l’hai scelto?
Questo è proprio uno dei motivi per cui ho scelto questo nome: amo i contrasti e sono tutto fuorché bigotta. Un altro motivo è il mio cognome, tedesco, molto lungo e difficile da ricordare. La Bigotta invece rimane impresso e consente più facilmente di trovarmi sul web.
Qual è stato percorso che ti ha portata a intraprendere questa professione?
Faccio questo lavoro da poco tempo, solo 5 anni, e tutto è iniziato un po’ per gioco quando mio marito e la mia migliore amica mi hanno regalato, in occasione dei miei 30 anni, tutto il kit per iniziare a tatuare. Sono sempre stata un’appassionata di tatuaggi ma mai mi sarei sognata di intraprendere questo lavoro. Sono stata restauratrice per qualche anno e poi sono passata alla moda, aprendo un piccolo laboratorio a Roma. Tutte queste esperienze lavorative mi hanno portato ad essere quella che sono ora nel mondo dei tatuaggi.
Parliamo dei tuoi lavori: il tuo stile è senza dubbio unico e immediatamente riconoscibile. Da dove prendi l’ispirazione?
Mi ispiro principalmente all’arte vittoriana: le serigrafie del Settecento e dell’Ottocento mi hanno sempre affascinata.
Come mai hai deciso di non fare uso del colore?
In queste serigrafie vittoriane da cui prendo spunto, le ombreggiature vengono eseguite con il puntinato e il tratteggio, che potete ritrovare nel mio stile di tatuare.
Chi è il tuo cliente ideale?
Il mio cliente ideale si affida ai miei consigli e dopo una breve chiacchierata preparo un disegno personalizzato.
Oltre che tatuatrice sei anche illustratrice ed appassionata di moda. Come si coniugano tutte le esperienze tra loro?
Sì, amo spaziare in tutte le forme d’arte che conosco, nella moda, nell’illustrazione. Quando ho delle proposte di collaborazione con marchi di moda o artisti, come musicisti, ne sono molto entusiasta.
Raccontaci della collaborazione con Jil Sander.
Un giorno di agosto mi arriva una mail da parte di Jil Sander, marchio del quale sono sempre stata una grande fan. Mi chiedevano un progetto per tatuare una borsa, un pezzo unico che in seguito è stato venduto in un’asta di beneficenza a New York.
E di quella con Francesca Michielin per il nuovo album?
Mia marito è produttore musicale, per questo mi capita spesso di conoscere artisti che si appassionano alla mia arte e ne nascono delle belle collaborazioni, come quella con Francesca.
C’è un consiglio che puoi dare ad un giovane che per il suo futuro ha deciso di investire sulla creatività?
Il mio consiglio e quello di crederci sempre, di non mollare mai, anche quando arriveranno le porte in faccia. Purtroppo questo Paese investe troppo poco nei giovani artisti emergenti che, spesso per sopravvivere, devono fare altri lavori poco creativi. Non perdete mai la speranza e la voglia di fare!