Aurore ci porta attraverso un susseguirsi di rinascite, traghettando il visitatore in una oscillante esperienza tra discesa e ascesa. L’aurora è istante inafferrabile di una metamorfosi. Non appartiene né al giorno né alla notte ed è proprio in questo suo essere indefinita che ci preannuncia una rinascita.
Aurore apre l’8 giugno negli spazi di The Popping Club, aperti al pubblico nella loro interezza per la prima volta. La collettiva mette in scena cinque artisti, le cui opere sono dedicate alla pluralità dei mondi. Espongono James Hillman, Eugenio Carabba, Giulia Mangoni, Lucrezia De Fasio e Gianfranco Toso. Dipinti, sculture, installazioni fisiche e multimediali vogliono produrre una trasformazione nel visitatore. La pluralità di tali opere racconta una traversata mitologica.
Aurore è un susseguirsi di opere in grado di cristallizzare l’istante in cui ombre indefinite mutano in figure.
Il tema è affrontato con tecniche tradizionali, come pittura o scultura, ma anche con un più libero linguaggio d’avanguardia. Obiettivo comune è restituire la narrazione del collasso di contingenze opposte. L’aurora è il momento di catarsi tra notte e dì: ecco perché viene scelta come momento figurativo in grado di raccontare il momento in cui non si è ancora. Il buio, la luce, i colori e le forme dell’aurora sono simboli che si rincorrono durante il percorso: annunciano l’apertura di un portale attraverso il quale ci innalziamo al di sopra dello spirito di gravità. Questo costante movimento, fisico ed emotivo, risveglia dei meccanismi interiori. Nuovi paradigmi di una nuova mitologia, in cui il visitatore è portato a immergersi.