Secondo Vitruvio l’Architettura poggiava su tre requisiti fondamentali: solidità, utilità e bellezza. Queste tre categorie, nonostante i secoli di distanza, rimangono temi cardine nella ricerca architettonica.
Le sempre più incredibili tecnologie permettono di realizzare edifici di ogni tipo, risolvendo, ogni volta in modo creativo, la questione della solidità.
L’essere funzionale è parte integrante di uno spazio ben progettato, che deve soddisfare i bisogni degli utenti. Infine, la bellezza, tema da sempre presente nella sensibilità delle persone, nel corso del tempo ha visto cambiare le sue manifestazioni.
La ricerca estetica nell’Architettura, diversa a seconda del contesto ambientale e culturale, ha subito enormi mutamenti, passando da periodi in cui la bellezza era qualcosa di certo a periodi, più recenti, in cui il bello è diventato relativo: ad una moltiplicazione dei punti di vista equivale un gusto più sfaccettato.
Ecco spiegato, sinteticamente, com’è cambiato il manifestarsi della bellezza in Architettura nel corso del tempo.
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Antichità
Nei tempi più antichi Vitruvio si augurava che l’aspetto dell’opera fosse piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti. Ciò che si riteneva bello, dunque, doveva rispettare una simmetria compositiva, oltre ad utilizzare tutta una serie di elementi canonici (colonne, archi, trabeazioni, ecc.).
Medioevo
Quello che viene considerato il secolo buio della storia in realtà ha lasciato numerose eredità, soprattutto per l’aspetto costruttivo e geometrico, vista la grande importanza che veniva data alla solidità e all’ordine di un edificio, fosse esso una cattedrale gotica o un castello protetto da mura.
Rinascimento e Umanesimo
In questi anni si assiste ad un ritorno allo stile classico, andando a studiare le belle forme degli edifici antichi. Si cerca un lessico uniforme, che possa esprimere i valori di una società che ha messo l’uomo al centro di tutto. Per molti è il periodo in cui l’Architettura si è espressa al meglio.
Seicento
Questo secolo complesso e contraddittorio ha portato alla “scoperta” del movimento in Architettura. Le rigorose forme precedenti vengono integrate, e in alcuni casi sostituite, da linee curve, sinuose. L’edificio doveva suscitare meraviglia e lasciare lo spettatore a bocca aperta.
Settecento
Possiamo considerare il ‘700 come il momento storico in cui si entra nella contemporaneità. Ciò perché l’Architettura di questo secolo tiene in maggiore considerazione l’utilità, rifiutando i virtuosismi e l’effimero. Ciò che è utile diventa bello. Inoltre, la nascita di una società industriale provoca, anche nell’Architettura, un’attrazione per quegli edifici che prendono il posto delle chiese come luoghi simbolo: stazioni, fabbriche e gallerie commerciali.
Ottocento
La grande rivoluzione dell’800 è la nascita della scuola di Chicago. Se in Europa si continua a ragionare su ordini architettonici, stile classico e preesistenze archeologiche, anche attraverso la nascita del restauro, negli Stati Uniti si cominciano a progettare i grattacieli. L’architettura scopre la bellezza negli edifici verticali, che grazie alle nuove competenze tecnologiche, arrivano a toccare il cielo come mai prima d’ora.
Novecento
Il 900 è il secolo di svolta delle avanguardie architettoniche. Verrà ricordato come un periodo pregno di accadimenti storici, che ha portato ad affermarsi il Movimento Moderno e figure significative per gli anni successivi come Le Corbusier, Wright e Mies van der Rohe.
Il nuovo millennio
Con quella che noi intendiamo come “contemporaneità” si è arrivati alla definitiva relativizzazione della bellezza in architettura. Gli edifici iniziano ad essere decostruiti, progettati attraverso complessi programmi tecnologici, seguendo gli imput più estremi dati dal contesto o dalle proprie suggestioni personali. L’architetto diventa star e le sue opere hanno lo scopo di osare sempre più in termini estetici, oltre che di funzionare bene garantendo la qualità dello spazio.
Un cammino lungo, dunque, e variegato, che ha portato alla progressiva separazione tra edilizia ed architettura. La prima prevede la costruzione di edifici per fini pratici, ma non considera l’aspetto estetico, che è quindi parte integrante dell’Architettura.
Essa ha il compito di sorprendere, emozionare, di avvicinare l’uomo ad una conoscenza maggiore, affinarne la sensibilità e renderlo migliore.
L’Architettura ha un ruolo didattico, perché attraverso la bellezza insegna qualcosa, comunica.
La questione della bellezza, infine, non è una faccenda che riguarda solo gli architetti. Per i progettisti ed i teorici dell’Architettura capire la questione estetica che soggiace ad un progetto è di fondamentale importanza, ma il giudizio definitivo sarà poi quello di chi quell’opera architettonica la fruirà tutti i giorni o magari pochi minuti.
Le persone sono protagoniste dell’Architettura e a loro spetta il compito di giudicarla.
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