Libertà e cinema. “Quando i popoli hanno paura del governo, c’è tirannia. Quando il governo ha paura del popolo, c’è libertà”, diceva il vigilante mascherato V, indossando la maschera di Guy Fawkes, citando a sua volta Thomas Jefferson.
Libertà, pace, sono concetti talmente vasti che se ne potrebbe parlare una vita senza riuscire a vedere la fine del discorso. Noi abbiamo molto meno tempo, quindi ci limiteremo ad approfondirne qualche aspetto attraverso alcuni film che hanno fatto la storia del cinema.
Partiamo con il già nominato V for Vendetta: qui il concetto di libertà è legato a quello di espressione ed, in generale, di agire secondo la propria volontà. Una storia che ha poco delle connotazioni supereroistiche proprie della DC Comics, ma che è tanto matura, quanto coinvolgente. Alan Moore, autore del fumetto da cui è tratto il film, crea un manifesto di ribellione contro le ingiustizie sociali e mostra quanto sia labile la mente umana, palesando come le persone non riescano ad imparare dal proprio passato.
Se si vuole invece approfondire la mancanza di libertà intesa come prigionia o privazione del proprio status sociale, consigliatissimi sono il meraviglioso The Shawshank Redemption, che racconta la storia di un detenuto condannato all’ergastolo benchè innocente, ed il più recente 12 anni schiavo, film duro e vero di una realtà che poche opere riescono a farci sentire tanto vicina. Il regista Steve McQueen ci mostra la schiavitù come l’incarnazione della sofferenza, la più antica e cieca ingiustizia sociale messa a nudo, senza eufemismi o giri di parole.
E se dovessero privarti della libertà di vivere? La libertà più antica di tutte, quella da cui tutte le altre hanno origine. In Blade Runner gli esseri umani si fanno Dei spietati, che danno e tolgono la vita ad organismi schiavi creati in laboratorio, i Replicanti, in tutto e per tutto uguali ai loro creatori, tanto da riuscire a provare sentimenti e ad avere desideri. Questi, gli antagonisti, i carnefici della storia, diventano le vere vittime di un sistema crudele che li condanna ad un’esistenza con scadenza programmata, ma a loro sconosciuta, portandoli ad attaccarsi disperatamente alla vita, fatta di paura che la fine sopraggiunga da un momento all’altro.
Ed infine la libertà più dolce, quella che si può respirare a pieni polmoni: il viaggio, la strada. Into the wild, è un film che mette in discussione il concetto di società attraverso la semplice esibizione della natura e attraverso il viaggio di un ragazzo, che ha cercato la felicità oltrepassando i confini del conformismo e della cosiddetta “normalità”. Un film sulla Bellezza: della vita in tutte le sue forme, di un’esistenza senza vincoli.