L’imponente ed armonica struttura dell’Auditorium parco della musica durante la giornata di apertura e presentazione della seconda edizione del Maker Faire di Roma ha ospitato la sfilata del brand londinese Cutecircuit. Prima di assistere allo show abbiamo avuto l’occasione di incontrare la coppia di designer.
Il cielo cinereo e il calare della sera hanno accentuato la magia degli abiti luminosi per i quali il marchio è divenuto celebre. I tessuti tecnici ed innovativi, ideati e brevettati dai due designer Francesca Rosella e Ryan Genz, permettono la realizzazione di abiti interattivi. Infatti tramite un’applicazione per Iphone è possibile “comandare” le centinaia di luci a led inserite nella trama del tessuto, decidendone i colori, le fantasie e la frequenza dei led.
«I tessuti sono studiati e progettati da noi e per alcuni di essi abbiamo il brevetto, i loro nomi sono sartorial magic, white magic e black magic. Sono tessuti che possono essere tagliati e cuciti, i circuiti all’interno sono collegati tra loro successivamente tramite fili d’oro o argento» ci confida Francesca.
Ad alternarsi in passerella diciannove vestiti e completi, in una continua ascesa di magici e sorprendenti giochi di colore. Mirabili i tuxedos proposti in bianco e nero con dettagli luminosi sul fondo e sul bavero. Gli abiti, svolazzanti e leggeri, vengono invece improvvisamente inondati da una pioggia iridescente sui toni del rosso, rosa e viola.
La vera innovazione apportata da Francesca e Ryan tuttavia non è aver reso gli abiti luminosi, bensì quello di essere riusciti a coniugare perfettamente la moda con le nuove tecnologie, facendo così nascere nel duemilaquattro la weareable technology.
«All’inizio quando fai qualcosa di innovativo è difficile far capire al pubblico il tuo lavoro e lo studio che c’è dietro, poi con il tempo ci siamo affermati e il termine ha preso piede nel fashion system, a volte se ne è anche abusato. Ad oggi può capitare che mi si dica ” Uh guarda è weareable technology!”, ma no, è solo un orologio!»
Tra i loro clienti più affezionati e noti negli anni sono stati Kati Perry, Laura Pausini e Nicole Scherzinger, tutte cantanti che si sono fatte sedurre dalla maestosità e dall’appariscenza degli abiti di Cutecircuit.
«Di tutte le creazioni tra le mie preferite c’è la Iminiskirt, una minigonna che prende ispirazione dal vestito realizzato per Nicole Scherzinger, entrambi infatti possono essere collegati con un account Twitter dal quale è possibile scrivere un tweet da visualizzare sulla gonna. E questa sera nella sfilata l’abbiamo riproposta lavorata con un tessuto speciale in 3d».
«Un altro modello di cui sono orgogliosa è la Hugshirt, una serie di camicie interamente ricoperte di sensori che permettono di “inviare” abbracci virtuali a distanza ad un’altra persona che indossa la stessa camicia, ricreando la stessa sensazione di un abbraccio vero».
Al momento hanno sfilato per la prima volta alla Mercedes Fashion Week di New York lo scorso Febbraio ed esposto durante la settimana della moda di Tokyo, ma sono contenti di aver avuto l’opportunità di organizzare assieme ad Altaroma e al Maker Faire questa sfilata evento: simbolicamente la voglia di unire dualisticamente due realtà, la Roma tradizionale dell’alta moda con quella del futuro e il mondo dell’artigianato con quello itech.
[divider]ENGLISH VERSION[/divider]
The grand and harmonious Auditorium Parco della Musica has housed the Londoner brand Cutecircuit’s fashion show, at the occasion of Maker Faire Rome’s second edition. Before to join the show, we had the chance to meet the two fashion designers Francesca Rossella and Ryan Genz.
The elegance of night underlined the bright dresses’ magic, for which their brand became famous. The dresses are made interactive by sophisticated and original fabrics. It is possible indeed to control, by an IPhone app, the thousands of led lights inserted in the fabric weave, deciding their colors, their pattern and their frequency.
Francesca revealed us: “We design the cloths, and for some of them such as “Sartorial magic”, “White magic” and “Black magic”, we do have the patent. All the fabrics can be cut and sewed since the circuits inside are gradually connected each other by gold and silver strands.”
19 dresses and suits alternated on stage, in a continuous rising of magical and surprising color games. Admirable were the tuxedos, shown in black and white with bright details on the background and on the collar. A red, pink and violet iridescent rain suddenly flooded the dresses, fluttering and light.
But the bright dresses are not Francesca and Ryan’s true innovation. It is their ability of mixing fashion and new technologies, which made possible the birth of the wearable technology in 2004.
“When you do something groundbreaking is hard to make the audience understand the job you did and the study which is behind it. But as time went by we became popular and the term “wearable technology” bust on the fashion scenes… it has also been overused, sometimes! Today one could also tell me “Oh look! This is wearable technology! … But it’s only a watch.”
Katy Perry, Laura Pausini and Nicole Scherzinger are some of their most affectionate clients. Singers who abandoned themselves to the glare and the greatness of Cutecircuit’s dresses.
“I- miniskirt is one of my favorite creations. It’s a miniskirt, which was inspired by the dress we realized for Nicole Scherzinger. Both of them can be connected by a Twitter account, to display on the skirt the tweet. Tonight we’re going to propose it again, knead with a special 3d fabric. Another model, which I’m proud of, it’s the Hugshirt. It’s a series of shirts, entirely covered by sensors, which let us send virtual hugs from a distance to anybody who wears the same shirt, creating the same feeling as a real hug. “ This is what Genz told us.
They modeled for the very first time in New York last February, at the Mercedes Fashion Week, and in Tokyo, during the High fashion week. Now they’re happy to have the chance to organize this fashion show event with Altaroma and Make Faire.
Two worlds have been symbolically linked: the traditional Rome’s haute couture one with future fashion, and the world of handicraft with the high- tech one.
Traduzione a cura di Elisa Lombardi