D-EYE, start-up italiana fondata soltanto nel 2014, nasce da un’idea di Andrea Russo, oculista italiano e ricercatore presso l’Università di Brescia.
Vi sono due sedi nel mondo: la prima, a Padova, è l’headquarter dell’azienda; la seconda invece si trova in California e da lì si gestiscono le vendite ed il marketing oltreoceano.
La mission di D-EYE è quella di poter rendere più facili e rapide le analisi dei fondi oculari nei pazienti ipertesi, diabetici e soprattutto dei bambini.
In cosa consiste il prodotto?
La speciale cover, che rende le diagnosi più precise, veloci e meno invasive per i bambini, è stata presentata in occasione del Campus pediatrico 2017, organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paidòss) e dalla Società Italiana Medici Pediatri (Simpe).
Giuseppe Mele, presidente di Paidòss, sembra essere molto entusiasta di questo nuovo prodotto tutto italiano:
Uno strumento come questo, che consente di fare un’analisi approfondita della retina, del nervo ottico e del cristallino soltanto avvicinando l’iPhone al viso del bimbo, permette di fare diagnosi rapidissime, più semplici e anche più precise rispetto all’oftalmoscopio classico.
Come si utilizza?
“Chiedere a un piccolo di guardare la lucina di uno smartphone, peraltro di intensità attenuata e filtrata rispetto a quella del flash, non crea fastidi, anzi: i cellulari sono oggetti che affascinano tutti i bimbi”.
Infatti, la cover, si applica facilmente ai dispositivi Apple iPhone. Recentemente è stato aggiunto anche l’iPhone 7, presentato alla conferenza “Association for Research in Vision and Ophthalmology (ARVO) 2017 ” in Baltimora, dal 7 all’ 11 May 2017.
È comodissimo: non necessita di batterie esterne, l’app installata sul telefono permette di conservare le informazioni dei pazienti e il confronto di immagini. Inoltre permette la condivisione immediata dei file al laboratorio e
tra i medici per una consultazione rapida!
Il sistema sfrutta l’illuminazione a LED insieme alla relativa telecamera per eseguire l’oftalmoscopia. Un sistema interno (brevettato) di beam splitters, diaframmi, filtri e specchi ottimizza il tutto per l’iPhone.
D-EYE riesce ad individuare anomalie come la cataratta congenita o il retinoblastoma. Inoltre la capacità di messa a fuoco dello smartphone permette di compensare l’eventuale difetto visivo del paziente.
Quanto costa D-EYE?
D-Eye, la cover in alluminio che sta spopolando in Europa e in America, ha un prezzo che si aggira intorno ai 400 euro.
Perché D-EYE potrebbe arrivare a sostituire il tradizionale oftalmoscopio?
Andrea Russo, dopo aver depositato il brevetto soltanto tre anni fa, è riuscito ad ottenere il primo Investimento del Fondo Italia Venture I che ha permesso di sviluppare ed integrare una piattaforma cloud che potrà in futuro essere condivisa anche da altre apparecchiature mediche.
L’iPhone è lo smartphone con una geometria più stabile, per cui per il momento ci siamo concentrati su questi modelli. L’obiettivo ora è creare un device universale che possa adattarsi a qualunque modello di cellulare.