50 anni di occupazione sovietica e non sentirli. Benvenuti in Estonia, il paradiso digitale sulle rive del Baltico in cui Internet è diffuso come l’acqua corrente e dove la rivoluzione tecnologica è nata dallo spostamento di una statua sovietica. Proprio così. Era il 2007, agli albori della prova di forza russa contro la Georgia che vedeva contesa l’Ossezia del Sud, quando a Tallinn si decise di spostare vicino a un cimitero una statua dedicata ai caduti sovietici. Gli scontri tra civili e la seguente cyber guerra russa non hanno scoraggiato le ambizioni della Repubblica baltica, che negli anni successivi ha alzato la testa e ha visto ad ovest la realizzazione dei propri progetti di crescita nazionale. Su questo fronte l’Estonia ha bruciato le tappe e ha fatto scuola tra le nazioni periferiche che ambiscono a entrare nella grande famiglia europea:  apertura al mercato UE e USA, adozione dell’euro nel 2011 e una corsa alla digitalizzazione che portato Riccardo Luna a definirla  “la prima vera Digital Nation al mondo”. Non importa se la definizione sia iperbolica o meno, ciò che contano sono i numeri. E i dati riportati da Luna su Repubblica dicono che oggi in Estonia “ Il 100 per cento delle scuole e degli uffici pubblici oggi hanno un computer, l’80 per cento delle famiglie hanno accesso alla rete tramite un pc e il 97 per cento degli affari si fanno online”. Ma il vero fiore all’occhiello dell’Estonia si chiama X Road, il sistema informatico adottato dall’Autorità per le comunicazioni che consente, a costi ridottissimi e in totale sicurezza tramite un’ autenticazione elettronica, di accedere a tutti i servizi pubblici, dalla sanità ai parcheggi pubblici, dalle firme digitali alle elezioni. Il sistema elettorale estone è così all’ avanguardia che nel 2007 il Worldwide Press Freedom Index, pubblicato da Reporter Senza Frontiere, su 169 nazioni ha posizionato l’Estonia al terzo posto per lo sviluppo innovativo di questo sistema.

Una nazione che ha gli stessi abitanti di Milano, oggi è un modello virtuoso per tutti gli Stati che intendono ammodernare in senso digitale la macchina burocratica statale e i servizi ai cittadini. Sono lontani i tempi in cui dichiararsi orgogliosamente estone sarebbe potuto costare una deportazione in Siberia. Oggi essere estone è un esempio di come uno degli ultimi Paesi entrati nell’ UE possa essere un modello di innovazione e sviluppo anche per i membri storici dell’Unione Europea.

ENGLISH VERSION

50 years of Soviet occupation and don’t feel it. Welcome to Estonia, the digital paradise on the shores of the Baltic Sea, where the Internet has spread like running water and where the technological revolution is born by the displacement of a Soviet statue. That’s right. It was 2007, with the dawn of Russia’s military force against Georgia in conflict for South Ossetia, when in Tallinn was decided to move a statue dedicated to the fallen Soviets near a cemetery. The clashes between civilians and the following Russian cyber war have not discouraged the ambitions of the Baltic republic, which in later years looked up and saw westward the realization of their projects of national growth. On this front, Estonia has gone so fast and has developed a following among peripheral nations that aspire to join the great European family: opening up to the EU and US market, adoption of the euro in 2011 and a race to digitalization that brought Riccardo Luna to define it “the first true Digital Nation in the world”. No matter if the definition is hyperbolic or not, what matters are the numbers, and the data reported by Luna on la Repubblica [Italian Newspaper, N.d.T] say that today in Estonia “100% of schools and public offices today have a computer, 80% of families have access to the network via a PC and 97% of business are made online”. But the real jewel in the crown of Estonia is called X-Road, the information system adopted by the Authority for communications that allows, at low costs and in total safety through electronic authentication, access to all public services, from health to public car parks and from digital signatures to the elections. Estonia’s electoral system is so cutting edge that in 2007 the Worldwide Press Freedom Index, published by Reporters Without Borders, on 169 nations has placed Estonia in third place for the innovative development of this system.

A nation, which has the same population of Milan, today is a virtuous model for all states wishing to modernize in the digital sense the bureaucratic government machine and citizen services. Long gone are the days when people declared proudly to be Estonian would have meant a deportation to Siberia. Today being Estonian is example of how one of the last countries that joined the EU can be a model of innovation and development for the historic members of the European Union.

Traduzione a cura di Clarissa Candellero