A volte, nella realizzazione di un prodotto, ci si allontana dalle regole del disegno industriale per cui “la forma segue la funzione” e, prima ancora di cominciare a schizzare l’oggetto, si vive una storia, si compie un percorso, si sposa una filosofia; è allora che il design diventa comunicazione empatica e successo personale.
Sempre più spesso si sente la necessità di presentare un oggetto accompagnandolo ad un racconto; l’abbiamo visto, ad esempio, al salone del mobile di quest’anno, durante il quale è stato possibile guardare cortometraggi, leggere storie, assistere a performance di vario genere, tutto volto a rivelare un’anima dell’oggetto, a portare il fruitore ad andare oltre l’apparenza. Purtroppo questi racconti sono, ancora più spesso, il risultato di un tentativo di arricchimento di un progetto già concepito, che formalmente o tecnologicamente possa risultare analogo a troppi altri.
La vera realizzazione, non solo personale, risiede invece nelle storie che nascono a priori, involontariamente, e si trasformano a posteriori nel percorso che porterà alla creazione di oggetti riusciti, completi, molto più che industriali.
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Entriamo nel dettaglio e guardiamo dietro le quinte di due must del design:
JUICY SALIF – Philippe Starck disegnò il celeberrimo spremiagrumi per la Alessi su una tovaglietta di un ristorante dell’isola di Capraia, dopo aver chiesto al cameriere se potesse avere del limone da spremere sulla frittura di calamari appena servita. Alberto Alessi ricevette proprio quella tovaglietta e, poco dopo, mise in produzione Juicy Salif, lo spremiagrumi-calamaro, che sarebbe diventato un pezzo cult del design internazionale, aggiudicandosi un posto nel settore dedicato al design del MOMA di New York.
IL SUPERNORMAL – è uno stile progettuale adottato da Jasper Morrison e Naoto Fukasawa che propone l’ideazione di oggetti che possano riportare il design ad una condizione iniziale di utilità e soddisfazione personale piuttosto che di appariscenza. È proprio il nome di questa celebre tendenza, in questo caso, a essere coniato durante il Salone del Mobile 2005, a seguito di una conversazione tra il designer inglese e Takashi Okutani, il quale utilizzò l’aggettivo “supernormale” per descrivere efficacemente gli sgabelli “Déjà-vu” disegnati per Magis da Naoto. Nasce una filosofia di vita autentica come la sua storia, ulteriore esempio della potenza del design che si può raccontare.
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[divider]ENGLISH VERSION[/divider]
Sometimes, during the creation of a product, one can distance oneself from the rules of industrial design according to which “form follows function” and, before even starting a draft, live a story, follow a path, embrace a philosophy, thus achieving emphatic communication and personal success.
More and more often people need to present their work hand in hand with a story. We can see this, for example, at the furniture expo this year, during which it was possible to enjoy short films, stories, performances of various types, all this so as to reveal the object’s soul, to have the customer see further. Sadly, however, these stories can be the result of trying to enrich an already finished project, which could formally and technologically appear too similar to others.
The real realization, not only personal, lies in the stories that are born beforehand, inadvertently, and that turn after hand in the path that will guide the crafter to the creation of unique, complete and much more than industrial objects.
To be more specific, let’s peek behind the curtains of two musts of design:
JUICY SALIF – Philippe Starck designed the famous lemon juicer for Alessi on a napkin in a restaurant on the isle of Capraia, after asking the waiter for a lemon to squeeze on his fish-fry.
Alberto Alessi received that very napkin, and shortly thereafter put into production Juicy Salif, the squid-squeezer, which would become a pillar of international design, earning it’s place in New York’s MOMA.
SUPERNORMAL – it’s a design style adopted by Jasper Morrison and Naoto Fukasawa, which proposes the creation of items that can bring design back to its initial condition of usefulness and personal satisfaction, instead that of appearances. The name of this new trend was coined at the furniture expo in 2005 in a conversation between the British designer and Takashi Okutani, who utilized the adjective “supernormal” to describe the “Déjà-vu” stools design by Naoto for Magis. Thus a life philosophy as authentic as its story was born, another example of the potency of designs with a story.
Traduzione a cura di Andrea Caioli