Diari dalla Quarantena racconta il tempo di alcuni Giovani Creativi nel periodo di lockdown.
Un tempo nuovo, con scadenza indeterminata, datoci senza che lo chiedessimo e senza che potessimo prima progettare le modalità per riempirlo. Ci siamo chiesti: cosa significa essere un giovane creativo e vivere una quarantena? Quali abitudini, quali novità, pensieri, aspirazioni, paure e previsioni caratterizzano le eccellenze italiane oggi?
Alcuni dei giovani creativi selezionati nelle scorse edizioni si abbandonano a racconti intimi, personali, parlano di questo tempo, delle incertezze, della bellezza di riscoprire la stasi, l’abitudine.
I Diari dalla Quarantena sono flussi di coscienza spontanei e senza filtri di alcuni tra i più interessanti profili della produzione creativo-culturale italiana. Il rapporto con le tecnologie, la natura, la politica, le relazioni familiari, la solitudine, il meteo, sporcarsi le mani, riposare il corpo.
La ricerca di domande, non di risposte.
Diari dalla Quarantena | Giovanni Vetere | Arte
A me non spaventa una nuova vita e spero che a fine emergenza, questo che stiamo vivendo non ci sembri tempo perso. Spero che le cose possano cambiare radicalmente. È un momento di incertezza totale, non sappiamo nulla. Io non sono spaventato; se dobbiamo cambiare cambiamo. Anche rispetto all’attività della mia famiglia, l’hotel, io e mio fratello stiamo dando una mano ai nostri genitori. Se devo tornare qui a fare giardinaggio e accogliere gli ospiti sono pronto.
È un tema che sto sviluppando ultimamente, l’adattarsi, il “pensiero tentacolare”. Spero che tutto questo ci faccia capire che c’è una fortissima urgenza di ricollegarci con il mondo, con la natura, c’è bisogno di cambiare il nostro modus vivendi. Ma soprattutto connetterci con il contesto, cosa che non abbiamo mai fatto. La natura è sempre stata solo una dimensione legata alla vacanza, ma noi siamo parte integrante della natura.
Leggi il diario completo di Giovanni Vetere.
Diari dalla Quarantena | Alain Parroni | Cinema
A livello di percezione del mondo ne usciremo, spero, più consapevoli, un po’ come quando viaggi: essendo tutto nuovo ti concentri maggiormente sulle piccole cose, una sorta di visione a corridoio; forse questo “neo sguardo” è un dono che rimarrà nelle persone. Mi auguro che sarà così, magari quando saremo sul Raccordo nel traffico a suonarci guarderemo affianco e vedremo una persona più che un autista incazzato. Forse ci aiuterà a porre l’attenzione sulle singole persone. Sono molto curioso invece rispetto alla percezione del Cinema. Mi chiedo se nella lista delle cento cose che le persone desiderano di più in questo momento ci sia andare a vedere un film in sala.
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Diari dalla Quarantena | Michele Lazzarini | Cucina
Adesso che stiamo a casa e non si sa cosa fare si “torna indietro”, si riscopre la tradizione, si fanno i conti con le proprie radici. Adesso che ci è stato dato il tempo possiamo e dobbiamo confrontarci anche con la nostra storia, il nostro passato e, ovviamente, il nostro cibo. Il cibo è ciò che più di ogni altra cosa consideriamo un’abitudine, tornare a concentrarci su di esso ci consente di apprezzarlo di più, riportandoci a una sorta di consapevolezza che si lega proprio al concetto di tradizione, di eredità culturale.
Leggi il diario completo di Michele Lazzarini.
Diari dalla Quarantena | Sara Ricciardi | Design
Ognuno sta andando in una direzione, sta facendo il proprio cambiamento da crisalide, é stupendo che ciclicamente avvenga. Si crea una tale confusione nella ricerca di soluzioni, un caos interessante ma non possiamo dare risposte a domande mal poste. Bisogna stare molto attenti e formularne di proprie perché spesso i media depistano.
Trovo incredibile questo creazionismo individuale dalla quarantena. Io mi sono tuffata in una biblioteca per una diversa formazione mentale. Ho sfruttato il tempo per approfondire e così capire che posizione voglio prendere, quale messaggio proferire.
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Diari dalla Quarantena | Sara Lorusso | Fotografia
In questo periodo ci sono veramente tante cose da vedere, ti buttano le immagini addosso costantemente. Una delle mie paure è che queste immagini perdano di valore, ce n’è una quantità esagerata, tanto che alla lunga non riescono più a colpirti. Questo aspetto della fotografia, in realtà investe tutti gli ambiti: è la cultura dell’usa e getta, del fast food, delle comodità che annullano la bellezza di certi processi preziosi, il valore profondo di ciò che non è più così raro e unico. Ma come deve porsi un artista in questo sistema? Deve rivendicare il proprio operato? Ribellarsi? Può farlo? Deve invece tacere?
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Diari dalla Quarantena | Sofia Podestà | Fotografia
Non ho scattato nessuna fotografia, se non una, da camera mia. Un’unica foto alle finestre del palazzo di fronte. C’è una che ha un appendiabiti con la testa e le spalle, con una faccina appiccicata. Ho visto questa cosa che mi sorrideva e il cervello ha fatto click. Una sorta di scheletro affacciato che mi guardava dalla finestra di fronte. Per il resto zero, mi sono accorta che la cosa che mi manca di più è guardare lontano, l’occhio che si sforza di guardare oltre. Infatti dalla ricerca nel mio archivio mi sto orientando sulle vedute da lontano, quello che in questo momento non ho.
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Diari dalla Quarantena è un progetto editoriale di Giovani Creativi a cura di Nicola Brucoli e Nicola Aprile.
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