Era usanza in passato che gli abitanti di una città si riunissero per discutere insieme della bellezza di questa. Un esempio è l’episodio di Firenze, dove i cittadini si radunarono per decretare la magnificenza della cupola del Duomo, progettata da Brunelleschi. Sembra plausibile. Ci si può figurare anche la scena.
Ma si può immaginare la stessa situazione replicata ai giorni nostri?
No.
Naturalmente non si parla di riunire tutti i cittadini di Roma in un plebiscito riguardo la costruzione di un edificio. Indubbiamente impossibile.
Il discorso è diverso; tendenzialmente non si fa più caso all’importanza del bello. Non bisogna iniziare discorsi filosofici sull’estetismo, perché sarebbe un’ improduttiva speculazione dialettica. E soprattutto elitaria. Però tutti siamo influenzati da ciò che ci circonda ed influiamo su di esso.
Si tende a pensare che ci siano persone evidentemente più portate a cogliere e far proprie delle esperienze sensoriali, gli artisti. Vero.Lo sbaglio è ritenere che siano gli unici in grado di sviluppare un processo estatico legato alla percezione della beltà.
Ma che cosa è la bellezza?
Raymond Bayer, un filosofo francese scrisse che il bello è un’esperienza sensoriale dettata dalla ripetizione di moduli e ritmi. Certamente non si deve prendere in considerazione un ritmo totalmente in armonia che rispetti regole precise,molte volte l’inserimento di un elemento imperfetto arricchisce il tutto.
Quindi se la bellezza è un’insieme di moduli e ritmi, ognuno di noi è in grado di produrla.
Tutti riescono ad originare un ritmo. Non si parla di musica. Anche camminando si sta ritmando un’azione.
Allora si può affermare che la bellezza e la produzione di questa possa essere democratica e debba essere alla portata di tutti.Sviluppare una sensibilità estetica dovrebbe essere una parte fondamentale della crescita delle persone.Non è mera vanità, ma si tratta di prendere coscienza di ciò che ci circonda con la conseguenza di rispettarlo. Vivere in un bel posto, essere circondati da spazi funzionali e accattivanti e saperli apprezzare, rende più felici.
Bisognerebbe iniziare a rivendicare il diritto al bello e protestare quanto ciò viene negato.
Il passo iniziale per migliorare la vita di una società è la riqualificazione delle zone degradate di questa.
Le periferie cittadine sono l’esempio di quanto è stato detto. Se la bellezza la possono cogliere tutti e trarne felicità, perché deve essere negata a chi è economicamente meno abbiente?
L’umanità e la sensibilità delle persone viene misurata rispetto al denaro che possiedono?