Nell’arte in genere, il rischio per le autrici è di passare per una ristretta minoranza, o di essere rappresentate ai margini, come un inciso che procede separato dal resto. Nel djing è vero il primo caso: le donne in console sono in effetti in netta inferiorità. Perché?
Qualche mese fa Dj Mag riporta la Top 100 djs 2015. Di 100 artisti, solo 3 sono donne. È uno squilibrio dovuto soltanto ai numeri e al caso? Per trarsi d’impaccio, la rivista si appella direttamente ai classificati e chiede loro di dare una personale spiegazione all’assenza di componente femminile. Nella molteplicità delle risposte, alcuni optano per la vacuità o per l’offesa, ma altri centrano a pieno la questione, sottolineando il latente sessismo del settore. Donne di spiccata bravura hanno arricchito l’EDM e il loro valore si è imposto in tutto il mondo; ma nella maggior parte dei casi le dj non vengono prese sul serio, sono perlopiù oscurate o ridotte a fenomeni da baraccone, attraverso ad esempio l’imposizione del topless. TWM vi offre tre prove che sfatano il cliché dell’incapacità artistica delle dj donne.
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Ellen Allien
Ellen Fraatz, alias Ellen Allien, inizia il proprio percorso a partire dagli anni Novanta. Nel 1999 fonda l’etichetta discografica BPitch Control. Viene da Berlino, città a cui è molto legata e a cui dedica nel 2001 il primo album Stadtkind (“Bambino di strada”) per la sua riunificazione. Da allora una solida esperienza le insegna come muoversi nel settore e come condurre molte attività insieme in modo efficace. Ellen Allien infatti non è solo musicista e produttrice, ma anche designer e stilista. La sua musica unisce Techno ed Elettronica. «Cerco una dance che dia pieno piacere. Il corpo, la pancia e il cervello oscillano e mi tirano su. La musica è la droga, nient’altro».
Miss Kittin
Caroline Hervé inizia ufficialmente nel 1994 ma il suo primo album risale al 2001. La sua produzione è molto vasta e in essa la dj dimostra di sapersi abilmente reinventare laddove esigenze artistiche lo richiedano. Con I Com (2004) Miss Kittin inaugura la propria carriera da solista. Le aspettative per la precedente collaborazione con The Hacker portano a reagire con una generale delusione. Soltanto in seguito viene restituita all’album, che in un primo momento sembra impoverito nell’ispirazione, l’attenzione che merita. Nello stesso anno la label Nobody’s Bizzness si pone come una nuova dichiarazione di intenti con cui Miss Kittin rivendica la propria piena autonomia.
Nina Kraviz
Laureata in Odontoiatria all’Università di Irkutsk, dal 2009 Damela Ayer intraprende la carriera da solista e conquista il pubblico e le classifiche. La sua “house dai tacchi a spillo” è un intreccio di influenze ben riconoscibili ma nell’insieme definibili soltanto come Nina Kraviz.”La furia siberiana” ha uno stile minimalista e tenebroso che non ha la presunzione di voler per forza conquistare il palco, ma è sempre attento a non guastare il mood deep con eccessi di protagonismo. Nina Kraviz è una donna dalla forte personalità, non soltanto nella musica, e non esita a esprimersi quando ne sente il bisogno.«Basta con questo sessismo. A morte il sessismo e chi lo utilizza per mettere a tacere la creatività. Gli artisti devono essere se stessi. Genere, colore della pelle, scelte sessuali non devono interferire».
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