Giulio Cappellini, rivoluzionario, tenace, curioso. L’emblematica figura del design racconta la sua visione contemporanea, e futura.

Giulio Cappellini, Art Director dell’iconico brand italiano da oltre quarant’anni, è un personaggio visionario che ha saputo trasformare l’azienda di famiglia in una realtà internazionale mosso da sogni e curiosità.

Cappellini, allievo di Gio Ponti, da cui ha potuto imparare quanto fosse fondamentale poter seguire un progetto dall’idea iniziale al prodotto finale, è oggi un attento promotore dei designer emergenti più talentuosi, da Tom Dixon a Nendo e Jasper Morrison.

L’iter progettuale è imprescindibile per la filosofia del brand, seppur Giulio rivela non ci siano criteri ben precisi, ma vere e proprie sensazioni.

In un momento storico unico, in cui molti giovani stanno ponendosi nuove questioni sul futuro del design, ho colto l’occasione di poter rivolgere alcune domande a Giulio Cappellini.

Giulio ci racconta cosa significhi realizzare i propri sogni, ammesso di aver a disposizione tutto il tempo necessario per farlo. Cosa aspettarci dal design post-2020? E cosa ne pensa Cappellini dei Millennials?

Immaginate questo dialogo in uno spazio nuovo, morbido e teatrale (prendete nota), scegliete la vostra seduta preferita e mettetevi comodi.

Bong table, Giulio Cappellini

Siamo nel 1979 il marchio di famiglia passò sotto la sua direzione creativa. Qual è il ricordo più vivo di questo momento? Sapeva che da qui sarebbe cambiata la storia di Cappellini?

Ho frequentato la facoltà di Architettura pensando di fare l’architetto, poi una sera all’improvviso ho deciso di entrare nell’allora piccola azienda di famiglia.

Ero giovane e pensavo di cambiare tutto in sei mesi, ora mi accorgo che non basta una vita per realizzare tutti i propri sogni.

Ho iniziato il mio percorso con  grande tenacia e curiosità senza seguire uno schema predefinito.

Cosa significa libertà per Giulio Cappellini?

Libertà è per me potersi esprimere e confrontare con personaggi diversi per storia, cultura, tradizione cercando di creare oggetti utili e belli da poter vendere in tutto il Mondo.

Libertà è far sognare e sorridere la gente con i propri progetti!

Break, Giulio Cappellini

La ricerca è una costante del brand. Esiste un criterio univoco per individuare un giovane talento? Cosa intendiamo per vero talento? Cosa cerchiamo esattamente?

Non esiste un criterio preciso che seguo nella ricerca di un nuovo giovane talento. Basta a volte un incontro, uno schizzo , un prototipo per far scattare la voglia di lavorare con quella persona. Una scelta fatta con il cuore.

A volte servono mesi, anni per passare dalla prima idea al prodotto, a volte non si arriva a nulla.

Il vero talento sta nelle persone che sanno proporre nuove idee e non solo nuovi prodotti. Professionalità e soprattutto passione sono fondamentali.

S Chair, Tom Dixon
Revolving Cabinet, Shiro Kuramata

Com’è il design nell’epoca dei Millennial? Come si sviluppa, come comunica, cosa offre?

Il concetto di design sta ora completamente cambiando.

In passato esistevano oggetti protagonisti di design ed oggetti anonimi, ora  c’è design dovunque, dalla bottiglia per l’acqua minerale ad un computer.

Fare design oggi significa seguire un progetto dalla prima idea alla comunicazione finale.

E cosa offre questa nuova generazione al design? 

La generazione dei millennials offre al design la libertà e curiosità di uscire dagli schemi del passato. Atteggiamenti nuovi , una generazione NO CODE, che ama mixare tra loro progetti diversi.

Arya Vase, Giulio Cappellini e Antonio Facco

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La risposta del design all’emergenza climatica globale: quanto è pura moda e quanto è veramente affrontata come ricerca di tecniche e mission future? La figura del fruitore è attenta a questo tema oggi? 

Spesso in passato l’attenzione ai cambiamenti climatici è stata usata, soprattutto nell’Europa Meridionale, come strumento di marketing più che come vero credo aziendale.

L’enorme attenzione del pubblico a questa istanza ha fatto cambiare radicalmente questo atteggiamento, ora molto più consapevole e concreto.

Sicuramente ora è un elemento fondamentale ed a trecentosessantagradi nella mission di una azienda e di un progettista.

2020: un anno critico per l’economia globale. Nuovi rituali quotidiani, nuove paure, nuovi comportamenti. La realtà che conosciamo ha assunto una nuova forma, e il design ha fatto lo stesso. Quali sono secondo lei i progetti di design più interessanti di questo anno di crisi? 

Il 2020 è un anno drammatico ma anche una grande opportunità per chi si occupa di design ed architettura.

Nuovi comportamenti negli spazi domestici, nei luoghi di lavoro, negli spazi ad alto traffico richiedono arredi più fluidi, leggeri, ibridi.

Bisogna dare risposte veloci e tutti si stanno impegnando. Non basta un pannello di plexiglas per risolvere il problema. Le nuove esigenze non sono solo di oggi ma anche di domani.

I progetti di design più interessanti sono quelli che hanno saputo dare una nuova anima agli interni.

Luce, Giulio Cappellini

Come sarà il design del 2021?

Il design nel 2021 sarà più morbido, rotondo ed anche più teatrale.

Lavorando a casa molto spesso il mondo on line ed off line si stanno sovrapponendo e la nostra casa è un nuovo santuario che fa da sfondo alla nostra comunicazione.

Non ultimo, il design deve rispondere ora con arredi adatti al lavoro a casa ed al nuovo modo di lavorare nei luoghi più diversi, dall’ufficio all’hotel. Quindi design rassicurante, luci calde, colori e textures corpose.

Passepartout, Giulio Cappellini

Cosa pensa della formazione al design in Italia? Ha un suo modello di università di design ideale?

L’Italia è una eccellenza nella formazione scolastica per il Design. Da noi  arrivano studenti da tutto il mondo che vogliono entrare in contatto con le manifatture di qualità del Made in Italy.

Io sono art director ed ambassador di Istituto Marangoni, The school of design, dove cerco di creare design contest con aziende qualificate proprio per avvicinare gli studenti alle eccellenze italiane.

Il mio modello ideale è un campus in cui gli studenti possano non solo apprendere e disegnare ma lavorare nei laboratori sperimentando i materiali e le tecnologie più diverse.

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Che rapporto ha il design con la comunicazione? Pensa che un buon prodotto possa avere poco successo a causa di una debole comunicazione? Quali strategie dovrebbe sfruttare un giovane designer di talento che sogna di emergere?

Oggi il mercato è il Mondo ed una giusta comunicazione è fondamentale per il successo di un prodotto.

Non è detto che la comunicazione valida per un continente sia valida anche per un altro.

L’oggetto da proporre è sempre lo stesso ma dobbiamo sempre tenere conto della cultura e tradizione locale. Una corretta comunicazione deve saper raccontare ciò che c’è alle spalle della creazione di un oggetto vero.

Un giovane designer di talento deve avere pazienza, comunicarsi in modo coerente e non dispersivo…E prima o poi qualcuno si accorge di lui.

Dolmen table, Giulio Cappellini

Cosa rende un oggetto eterno, intramontabile?

Un oggetto è a mio parere eterno, intramontabile quando alla sua creazione ha rappresentato una innovazione, una vera rivoluzione nel mondo del design per forma, funzione o uso dei materiali e delle tecnologie.

Un oggetto è eterno quando si adatta ai più diversi contesti architettonici e soprattutto riesce sempre a sorprendere il fruitore.

Qual è il suo oggetto eterno?

Il mio oggetto eterno è la matita.

Nessun computer potrà mai sostituire il tratto netto ed incisivo fatto dall’uomo.

Il consiglio di Giulio Cappellini ai giovani che ambiscono a diventare i designer di domani.

Ai nuovi designers del domani consiglio di fare poche cose ma bene.

Seguire il progetto dalla prima idea fino alla sua realizzazione e comunicazione e soprattutto lavorare con grande passione ed essere sempre pronti a rimettersi in discussione!