Sara Giunti, romana, 25 anni, diplomata in Fashion Design allo IED di Roma: un giovane talento spinto dalla passione per la moda e la curiosità per l’innovazione, un mix che rende possibile la collaborazione con l’ingegnere Antonio Cantagallo, che di hi-tech se ne intende. Così nasce iDesign Factoryla start-up rigorosamente Made in Italy che si fa portabandiera non solo del fashion tutto italiano, ma anche dell’innovazione di un Paese che è sempre capace di sorprendere e reinventarsi al meglio e con orgoglio.

Datele un foglio bianco e una matita, preferibilmente a mine 0,5 HB, e vi creerà qualcosa di fresco, sinuoso, condito da un design minimale.

Già finita sulle pagine di Glamour, grazie alle borse della linea L’ED emotion design, Sara Giunti si getta nel mondo spietato e per nulla incantato della moda. Presentarsi al mercato con solo delle borse hi-tech, illuminate a Led, dotate di presa USB per ricaricare smartphone, tablet & Co e tessuti di ottima qualità… non le bastava! Nasce così Siamoisesprima collezione di t-shirt uomo/donna che prende il nome di Born To Be Your Self: un concept creativo volto a rappresentare l’anima nascosta di ognuno di noi, queste t-shirt hanno i requisiti giusti per spopolare tra i giovani. Beh – direte voi – che cos’hanno in più delle altre? Interfaccia per la realtà aumentata, face tracking e una App  gratuita, comoda e intuitiva, che vi permetterà di interagire direttamente con l’animazione dei bimbi rappresentati sulle t-shirt: un’esperienza unica targata iDesign.

Un futuro post vi aggiornerà sulle novità di questa Factory; The WalkMan non svelerà i progetti work in progress, lasciandovi col fiato sospeso.

 

 

 

 

 

 

 

Hai partecipato, o vinto a contest o manifestazioni di moda?
Il mio progetto tesi, la borsa l’ED, ottenne la candidatura al concorso MOS (MYOWNSHOW) organizzato da Franca Sozzani ma purtroppo non sono riuscita a partecipare, perché la borsa era solo un brevetto e non poteva in quel momento essere mostrata al pubblico. Da poco sono tornata a Roma per la settimana della moda di Milano dove ho partecipato come espositore al White Show per il terzo anno consecutivo e per la prima volta ho debuttato al Super, il nuovo progetto fieristico di Pitti Immagine.

Quando è stata fondata iDesign Factory?
La IDesign Factory è nata nel novembre del 2012, ed è stata fondata da me, mia madre e mia sorella.

Essendo da poco rientrata dalla fashion week milanese, cosa ti aspetti da questo mercato e dall’ imminente campagna vendite? è una crisi che in questo settore si fa sentire?
La IDesign al momento ha due brand, che si occupano di settori diversi della moda: Siamoises, abbigliamento street wear e l’ED, accessori di target medio alto. Perciò potrei dire che al momento il mercato italiano della moda è fortemente in difficoltà per brand con un target medio alto, ma noi con l’ED abbiamo un valore aggiuntivo tecnologico che ci aiuta molto. La collezione si cui puntiamo molto però per il mercato sarà la prossima, cioè l’autunno/inverno 2014-15. Mentre Siamoises ha un target price molto intelligente che ci posiziona come brand medio alto da un forte appeal grafico e il retail mark up per la forza vendite è molto stimolante, perciò in un momento di crisi posso affermare che  Siamoises suscita molto interesse.

Cosa  ti ha spinto a puntare tanto sulla tecnologia nelle tue creazioni?
La decisione viene dall’esigenza di dare innovazione ad un settore che spesso rimane statico solo all’estetica, perciò lo spirito è quello di dare prodotti con un’estetica importante, studiata e affascinante un valore aggiunto di funzionalità e design.

A chi si deve l’ingengo della creazione di questo mix moda-tecnologia, come la realtà aumentata, l’uso dei led e la presa USB per ricarica la borsa e  ricaricare i relativi dispositivi fuori casa, tipo smartphone?
La volontà di usare queste tecnologie è frutto di una condivisione con il mio amico collega Antonio Cantagallo. La progettazione e la realizzazione è totalmente affidata a lui che poi in seguito ha creato un ufficio tecnico dove si sviluppano e studiano i progetti e una rete di fornitori che si occupano di produrre le nostre idee.

Cosa ricordi dei tuoi inizi, le emozioni, le paure, e cosa consiglieresti a chi coltiva il sogno di diventare un importante stilista / fashion design?
L’inizio è stato intenso, difficile e spesso faticoso, ma lo rifarei mille volte, perché ho vissuto momenti entusiasmanti e anche le difficoltà mi hanno formato e insegnato tanto. È un percorso molto complesso, e l’unico consiglio è quello di non smettere di crederci e lottare. Lo so è una risposta banale, ma in questo mondo l’attimo dopo in cui hai smesso di crederci finisce tutto perciò non bisogna mai mollare.

Quali sono i progetti futuri di iDesign Factory?
Oltre a continuare a investire energia e creatività in questi progetti esistenti, ho la voglia di realizzare una linea di abbigliamento prêt-àporter molto di ricerca. Dove l’innovazione si fa proprio nei tessuti, ovviamente poi una factory con all’interno un ufficio tecnico di ingegneri non può non avere progetti nuovi e top secret, progetti che uniranno sempre faschino e hi-tech.

La vostra attività è incentrata su materiali italiani e di qualità. Riuscite a mantener fede a questa promessa anche se i mercati low cost dei materiali sicuramente potrebbero aiutarvi essendo voi una start-up?
La volontà di utilizzare il Made in Italy è una scelta ben precisa che spesso è complicata da mantenere ma allo stesso tempo è l’unica via possibile per mantenere gli standard qualitativi a cui noi ambiamo perciò mi sento di dire che al momento la nostra filosofia continuerà ad essere fondata sul Made in Italy.

Parlando della situazione odierna in Italia, come start-up, quanto vi sentite appoggiati dalle istituzioni, dalle università, che atmosfera si respira facendo impresa oggi nel nostro paese?
La verità? Non ci sentiamo appoggiati. Agli esordi cercai qualche fondo di investimento, qualche ente che avesse voglia di investire sui giovani creativi, ma purtroppo aiuti né indicazioni. Mi scoccia dirlo perché è il mio paese e nonostante tutto ci sono legata ma al giorno d’oggi per cominciare bisogna sperare di trovare qualcuno al di fuori delle istituzioni, che creda in te o nel tuo progetto. Io sono stata fortunata di avercelo in casa, certo non per questo ci si impegna di meno o ci si comporta da privilegiati, anzi! Le responsabilità sono doppie. Altra possibilità per qualcuno che abbia un’idea forte e ben sviluppata è quella di proporla o venderla all’estero, ma non tutti sono disposti… io non lo ero.

“The WalkMan” si pone come obiettivo quello di lasciare spazio e visibilità ai giovani talenti come te. Cosa ti senti di suggerire a chi ha deciso o sta decidendo di investire la propria vita nella creatività?
Di non smettere mai di credere, di entusiasmarsi, perché è da lì che nel mio caso parte la creatività. Avere questo dono è già un ottimo punto di partenza ma a questo bisogna aggiungere impegno, studio, costanza e in ultimo pazienza, di quella ce ne vuole tanta. Perché non è né breve né rapido né tanto meno sicuro il percorso da fare prima di raggiungere il sogno.

 

 

ENGLISH VERSION

Sara Giunti, born in Rome, 25 years, graduate in Fashion Desing in IED. A young talented girl, moved by the passion for fashion and the interest for innovation, an explosive mix that makes possible the collaboration with engeneer Antonio Cantagallo, specialized in Hi-Tech. That’s how iDesign factory was born: an exclusively Italian start-up, totally Made in Italy that is able to standout not only in the italyan fashion scene, but also in the innovation of a country that is always able to amaze and rebiuld itself for the better, and with passion.

Just give her a piece of paper and a pencil, best if its a mine ,HB, and she’ll give you something fresh, sleek, caracterised by a minimal design.
She’s already been fatured on Glamour, thanks to the ED emotion design bag line, Sara Giunti is jumping in the ruthless and not at all enchanted world of fashion. She’s presenting herself on the market with some hi-tech, LED,USB provided bags, made with eccellent quality materials..and it’s not enough!
That is how Simoises was born, her first ever T-shirt collection available in both male and woman collection, taking the name of: Born To Be Yourself: a cteatice concept that’s able to represent the hidden soul of each and everyone of us. These Tees have the right numbers to become big between the youngsters. But what’s so special about them? Interface for augmented reality, face tracking and a free app, convenient and intuitive, allowing you to interact directly with the animation of the children depicted on t-shirt: a unique license plate iDesign.
A future post will update you on this Factory’s news; The Walkman is not going to show you the work in progress, leaving you with bated breath.

Have you already took part, or won a contest or fashion display?
My graduation project, the ED bag, got obtained the nomination contest MOS (MYOWNSHOW) organized by Franca Sozzani but unfortunately I could not attend because the bag was only a patent and could not be shown to the public at the time. Recently I went to Milan for the Fashion Week, where I participated as an exhibitor at White Show for the third consecutive year and for the first time I made my debut at the Super, the new project exhibition Pitti Immagine.

When was the ED Factory founded?
The IDesign Factory was founded in November of 2012by me, my mother and my sister

Having recently returned from the Milan fashion week, what do you expect from this market and the ‘imminent sales campaign?
is there a crisis in this area?
The IDesign currently has two brands, which deal with different areas of fashion: Siamoises, street wear clothing and the ED, medium-high target accessories.
So I could say that at the moment the Italian fashion market is highly distressed by brand with a medium-high target, but with ED we have an additional technological value that helps us a lot. The collection is where we aim. However, the biggest market will be next autumn / winter 2014-15. While Siamoises has a very intelligent price target positioning us as a medium-high brand by a strong graphic appeal and the retail mark-up on the sales force is very challenging, I can say that in a time of crisis Siamoises raises a lot of interest.

What prompted you to focus so much on the technology in your creations?
The decision comes from the need to innovatie a sector that often remains static only on aesthetics. The spirit is to give products with significant aesthetic, designed and attractive value-added functionality and design.

Who is responsible for the creation of this fashion-mix technology, such as augmented reality, the use of LEDs and the USB socket for charging the bag and recharge their devices outside the home, such as smartphones?
The desire to use these technologies is the result of a share with my fellow friend Antonio Cantagallo. The design and implementation is totally entrusted to him and then later created a technical office where they develop and study projects and a network of suppliers that are engaged to produce our ideas.

What do you remember about your beginnings, emotions, fears, and what would you recommend to those who cherish the dream to become a major fashion designer?
The beginning was intense, demanding and often exhausting, but I’d do it a thousand times, because I lived exciting moments and also the difficulties taught me so much. It is a very complex path, and the only advice is to never stop believing and fighting. I know it’s a trite answer, but in this world the moment after you’ve stopped believing it all ends so you should never give up.

What are the future plans of iDesign Factory?
In addition to continuing to invest energy and creativity in these existing projects, I have the desire to create a line of prêt-à-porter much research. Where do you own innovation in the tissues, then of course with a factory within a technical department of engineers can not have new projects and top secret projects that unite more appeal and hi-tech.

Your business is focused on Italian materials and quality . Can you keep faith in this promise, even if the markets low cost of materials could definitely help you since you are a start-up ?
The desire to use the Made in Italy is a very clear choice that is often complicated to maintain , but at the same time it is the only possible way to maintain the quality standards to which we We aim so I would say that when our philosophy will continue to be founded on the Made in Italy

Talking about the current situation in Italy, such as start -up, do you feel supported by institutions, universities? What’s the atmosphere that you breathe doing business in our country today ?
The truth ? We do not feel supported . At the beginning I tried some investment fund, some entity that would want to invest in young people, but unfortunately aid or warnings . I hate to say it because it is my country and in spite of everything 
we are linked but nowadays you have to begin with hope to find someone outside of the institutions, to believe in yourself or in your project. I was lucky, 
certainly not going to engage less or behave as privileged , indeed! The responsibilities are doubles.
Another option for someone who has strong and well-developed idea is to propose it or sell it abroad, but not everyone is willing … I was not.

“The Walkman ” aims to leave space and visibility to young talents like you. What do you feel to suggest to those who have decided or are deciding to invest their lives in creativity ?
To never stop believing, get excited , because it is from there that in my case comes creativity. Having this gift is already a good starting point, but we must add to this commitment , study , perseverance and patience in the end , it takes a lot of that . Because the path to reach our dreams is neither short nor fast nor secure.

Traduzione a cura di Margherita Fresilli