Innovazione e sperimentazione: quello del Costume Jewelry è un settore che negli ultimi anni ha preso sempre più piede nel mercato mondiale. Il Costume Jewelry fissa le proprie radici nei primi anni del ‘900, in Francia, dove nasce esclusivamente come copia di preziosi o esaltazione di un “outfit”.
Esplode definitivamente in America durante il periodo della grande depressione del 1929-1939, periodo che ha indotto gli artigiani dell’epoca a sperimentare materiali alternativi e meno pregiati, nonché idee, forme e composizioni inconsuete.
Il successo di queste creazioni, all’insegna della più assoluta innovazione, fu tale da divenire un vero e proprio settore produttivo che, con il tempo, produsse un’epocale inversione di tendenza: i bijoux, dapprima copie dei gioielli preziosi, iniziarono ad essere fonte d’ispirazione di questi ultimi.
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Famose sono le spille di Eisenberg, in cristalli Swarowsky e argento. Oppure le forme di Miriam Haskell, rigorosamente in vetro, con colori pastello o vivaci, a soggetto naturalistico, in particolare floreale, ricchi e sontuosi. Per non parlare delle creazioni di Kenneth Jay Lane, i cui colori e smalti fecero breccia nel cuore di dive del calibro di Marilyn Monroe, e delle moderne e vistose composizioni di Wendy Gell e Iradj Moini. Particolare lustro merita Gustavo Trifari, un famoso designer italo-americano che si distinse per la cura del dettaglio che rese i suoi gioielli straordinariamente simili ai preziosi tradizionali.
In seguito alla ripresa economica che diede nuova linfa ai mercati durante la seconda metà del ‘900, i gioielli preziosi tornarono in auge. Il loro settore crebbe e si sviluppò ancora e ancora, fino alla recente battuta d’arresto causata dalla grande crisi degli anni duemila. E così, come accadde un secolo prima, il settore del Costume Jewelry vide una nuova età dell’oro grazie soprattutto alla comparsa delle stampanti 3D.
Plastica, resina e fibra di vetro entrarono prepotentemente a far parte dei materiali più utilizzati nella creazione di gioielli. Lo stesso vale per legno, stampa d’acciaio o fibra di carbonio. Il risultato di questa profusione di innovazione è stata la comparsa di oggetti a basso costo, sia di produzione che di vendita, che
Basti pensare alle creazioni di Barbara Uderzo, giovane designer di Vicenza, il cui design conferisce una legame emotivo con l’iconografia popolare: i micro-oggetti in plastica colorata dei “Blog Rings”, gli anelli candela “Candy Candels”, gli anelli “vivi” in legno, cactus e terra della serie “Succulent Rings” e le forme gustose ed ironiche dei “Bijoux- Chocolat”.
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