Almeno una volta nella vita sarà capitato a tutti di essere vittime inconsapevoli di infiniti racconti di pene sentimentali, amori non corrisposti, spin off di storie d’amore che continuano con un solo protagonista. Il protagonista è il vostro amico e gli unici spettatori, mi spiace, ma siete voi.
Ore passate ovunque, perché il posto non è rilevante quando si ha tanto da dire, raccontare, piangere, giustificare. Perché? Perché gli amici fanno questo, anche.
Ora vi racconto una cosa.
Qualche giorno fa, mi ritrovo senza rendermene conto in un racconto di una storia d’amore finita. Ero li che non sapevo bene se raccogliere i pezzi e restituirli al proprietario della storia o lasciare tutto al loro posto preoccupandomi solo di non calpestare nulla.
Ci ero caduta di nuovo; e che fai scappi? No, sei una brava persona.
Allora ascolti, dai pareri vaghi, opinioni sciape, parole a metà. Mi sorprendo a leggere messaggi inviati da una persona di cui non conosco neanche il colore dei capelli. Inevitabilmente penso a quante volte, tante volte, qualcuno l’abbia fatto con i miei.
Panico.
Continuo a visionare foto, audio, sono dentro ad una storia che non mi appartiene, valuto sentimenti che non so di chi siano. E che ne pensi?
E che ne penso. Penso che avrei preferito una birra.
Ma poi in realtà gli dico che mi dispiace, che le storie finiscono e non è mai bello, come con un libro che ti piace: quando arrivi alla fine vorresti non averlo mai letto per riprovare tutto daccapo. Ma non sarà mai lo stesso, ormai lo sai come vanno le cose. Noi lo sapevamo, io e lui. Ma lui non si dava pace. Allora io lo consolavo, ma non mi andava. Stavolta no.
Perché?
Ah, non ve l’ho detto.
Lui era il mio ex. Di cui io ho raccontato, parlato, spinto un po’ tutti a creare fanfiction di un amore che non c’era ma che volevo tenere in piedi, ancora. Ci dicono sempre che tutti ritornano ma non ti dicono mai come. Lui era tornato per confidarsi. Ma proprio con me? Giuro che avevo previsto mille possibili scenari, ero stata la Gwyneth Paltrow del mio personalissimo Sliding Doors per mesi, anni. Ma questo no.
Sono basita, stupita, allibita, sono io lo strappo nel cielo di carta di Pirandello, chi ha interrotto il mio teatro?
Crisi.
La marionetta non riesce più a continuare perché quella falsità la costringe a vedere in un nuovo modo se stessa e la realtà. Lui ama un’altra. Pirandello mi odierebbe per averlo preso in causa in questo contesto sbagliato.
Quante probabilità c’erano di ritrovarsi dopo anni a parlare faccia a faccia del dolore della persona che ha causato il mio? A quanto pare parecchie. Avrei dovuto sorridere con tutti i denti del mondo, tipo ringraziando una forza immensa che mi ha concesso questo dono senza fiocco: la rivincita. Un incredibile affollarsi di coincidenze ha portato qui il mio ex, a vivere la mia vita di anni fa. Non che non fosse bella ma, diciamo, se la mia vita fosse stata un libro, vi avrei consigliato di saltare il suo capitolo. Avrei dovuto brindare col destino quella sera.
E invece, riuscivo solo ad analizzare le probabilità.
Assurdo
Non sono mai stata brava in matematica ma alle elementari ho studiato la prova del nove, e cazzo se mi è piaciuta. Un banalissimo test che è in grado di dirci se il risultato è corretto. Avrei voluto analizzarla così la mia vita. Il Risultato non sarebbe stato corretto.
In ogni caso le persone soffrono, magari proprio mentre altre persone ridono, altre ancora piangono e altre ascoltano. Io ho ascoltato, ho scosso la testa, poi annuito, insomma ho preso le sembianze di uno specchio scadente, che ti dà indietro quello che gli dai ma un po’ sbiadito.
La vita ha delle pieghe impercettibili che se sbagli a mettere un piede non sai mai dove ti ritrovi. E io mi ritrovo qui, ad ascoltare una persona di cui ho sempre parlato.
Ma alla fine: quante probabilità c’erano?