Identità e arte – Se l’arte incontra personalità uniche e irrefrenabili, il risultato non può che essere indimenticabile. La vita diventa una grande tela su cui dipingere se stessi.
Ecco chi ha reso l’arte lo strumento più adatto a mostrare la propria personalità:
Marcel Duchamp
La sua personalità provocatoria si riflette interamente nella sua arte. Tramite il ready-made, vuole riproporre oggetti della vita quotidiana in opere d’arte, ed è proprio questo il significato della sua provocazione. La sua famosissima Fontana, un orinatoio rovesciato, sollevò forte sdegno e gli organizzatori di una mostra rifiutarono di esporla. Nel suo originale modo di pensare, l’oggetto quotidiano è reinventato e assume un nuovo valore, un significato opposto a quello reale. Oggettivo e soggettivo si mescolano in un’arte che non è più mostrare competenza, ma scegliere di esprimere le proprie idee, qualunque esse siano.
Salvador Dalí
L’esponente più esasperato e completo del Surrealismo, finisce per diventare prigioniero della sua personalità. Le sue immagini nascono dal turbolento agitarsi del suo inconscio e prendono forma grazie al suo modo di rendere razionale l’irrazionale. La paranoia diventa il modo per far emergere gli elementi caratteristici della sua pittura: le fobie, i tabù, il delirio che si incarna in esseri mostruosi, animali inquietanti, frammenti anatomici e rifiuti di ogni tipo. Un linguaggio artistico molto complesso fatto di forme ambigue dai mille significati. Dalì è unico nel suo genere di forme impossibili perché è stato capace di rappresentare la sua profonda identità dannata.
Jackson Pollock
Promotore dell’Espressionismo statunitense, è un artista sregolato e maledetto che resta vittima dei suoi stessi vizi. Una personalità irregolare e anticonformista che irrompe con il suo sapiente uso dell’action painting –pittura d’azione – spesso al limite della provocazione. Non ancora trentenne è già gravemente affetto dall’alcolismo e deve sottoporsi a terapie psicoanalitiche, tramite cui ha modo di conoscere le avanguardie europee. Pollock mette a punto la tecnica del dripping, sostituendo il pennello con gocciolature di colori puri su tele o cartoni distesi per terra. Un eterno ribelle che amava ripetere “ogni buon artista dipinge solo ciò che è”.