Looped Love è il corto, ideato da Alessandro Marzullo e Valerio Chicca, dove anche una semplice comparsa può diventare il protagonista. Sperimentale ma attento alla tradizione è il perfetto equilibrio tra il passato ed il futuro.
Love, amour, liefde, sono tanti i modi per dire amore. Eppure, tutti si fondono e parlano allo stesso modo quando dobbiamo cercare di esprimere questo irrazionale quanto insostituibile sentimento. Abbattere ogni barriera è improvvisamente semplice, superare gli ostacoli più impensabili, e sfondare i muri dell’irrazionale diventa facile.
Il corto Looped Love in fondo racconta questo, come spiegano gli ideatori Valerio Chicca ed Alessandro Marzullo. Looped Love è una storia ambientata in un film che si ripete all’infinito. I personaggi vivono soltanto all’interno delle loro inquadrature, ma non se ne rendono conto. Ognuno svolge il suo compito come da copione, in un eterno loop. Tra le varie comparse c’è Marco, che da buon inserviente, lava il pavimento ogni volta che Rachel, la protagonista, percorre il corridoio. Guardandola passare infinte volte, Marco se ne innamora. Tenta di seguirla fuori dal suo frame, ma questo per lui è impossibile. Infatti, uscendo da un’estremità dell’immagine, rispunta dalla parte opposta, rendendosi conto di essere la comparsa di un film. Eppure, questo non lo ferma dal suo desiderio di conquistare Rachel. È una storia d’amore dalle fattezze impossibili, ma “in un film anche una semplice comparsa può diventare il protagonista”.
Il tutto è nato dalla voglia di ricercare ed innovare. Sfruttare la tradizionale veste della commedia romantica cambiandone, però, il contenuto. “La sfida era quella di raccontare in 30 secondi tantissime cose”, spiega, lo sceneggiatore, Valerio Chicca. “Dovevamo far capire che siamo in un film con protagonisti e comparse, racchiudendo tutta una storia in 10 minuti”. “Volevamo sfruttare tutti gli aspetti di un tradizionale prodotto audiovisivo” aggiunge, il regista e sceneggiatore, Alessandro Marzullo. “Fotografia, regia, sceneggiatura ed anche una recitazione diversa poiché non richiede nulla di parlato. Quest’ultima caratteristica, rende Looped Love anche molto duttile su una distribuzione internazionale”.
Nessun dialogo, nessun discorso. Le parole sarebbero state ridondanti dinnanzi a situazioni già di per sé esplicative e, inoltre, superflue per un personaggio come la comparsa. L’unico elemento che unisce tutto è una Voce Off. Un semplice narratore fuori campo che, come un Dio onnisciente, arricchisce un punto di vista ed allo stesso tempo mantiene fede ai toni della commedia. La potenza di Looped Love risiede nelle sue immagini e nelle musiche. Spiega Marzullo “La musica qui funzionerebbe un po’ come la lirica classica. Ovvero con motivi che si ripetono, siccome la forma è composta da un costante loop. Arricchito però da piccole differenze che si aggiungono tra una ripetizione e l’altra”.
La cornice della storia di Looped Love è Roma, attraverso gli occhi di chi la vive ogni giorno. Come spiega Chicca: “Abbiamo deciso di usare luoghi non proprio convenzionali, cercando di dare una visione neutra della città. Il risultato è un gioco di linguaggio visivo piuttosto che di cultura urbana”. Viene, dunque, sposata l’idea di raccontare la Roma quotidiana, mettendo da parte i luoghi più famosi ed i monumenti popolati dai turisti. Nel corto sono sfruttati spazi più comuni e meno conosciuti, come le poste di Piramide o il piccolo, ma suggestivo, laghetto di Tor di Quinto.
Looped Love è anche una sapiente alchimia tra il tradizionale e l’innovativo sul piano registico. Riuscendo a sfruttare, da un lato un linguaggio di regia classico, quale la ripresa fissa su cavalletto, nella parte della commedia romantica. Dall’altro, come spiega Marzullo: “nel momento in cui entriamo nella dimensione meta-cinematografica, quando ci si concentra sulla storia d’amore, inizia ad esserci un lavoro più sperimentale. L’utilizzo di zoom e carrelli, propri di altri generi di film, ne fanno un lavoro innovativo”.
Un lavoro ben studiato e ben strutturato dalle sue basi, realizzato, anche, grazie al bando per under 25 Nos Somos el Futuro. Quest’ultimo è stato pubblicizzato e sostenuto molto dall’Università La Sapienza, che così lancia un messaggio forte. La voglia di trasformare gli studenti in veri e propri operatori, offrendo loro le possibilità di fare quel passo in avanti per inserirsi nel mercato del lavoro. L’opportunità era ghiotta, spiegano i due, “Sapevamo di avere un buon prodotto. Oltretutto è un lavoro diverso dal solito corto di denuncia sociale. Presentarci con Looped Love era un rischio, ma è bello vedere un progetto diverso riuscire a farsi spazio” racconta Marzullo.
È un prodotto a grande impatto visivo aperto a diverse letture. “Possiamo vedere Marco e Rachel come due mondi del cinema” illustra Chicca. “Il primo come il cinema italiano e la seconda come quello americano delle commedie classiche. Qui il cinema italiano, dopo aver visto passare in maniera passiva i grandi classici americani, alla fine se ne innamora. Si avvicina fino a provare a diventare esso stesso il protagonista”.
Come la si vuole vedere, quella folle ed irrazionale corsa verso l’impossibile, è l’immagine evocativa di un potere incredibile. Raccontare la potenza di un sentimento come l’amore fondendo gli spunti freschi dei più giovani con la tradizione è il sintomo che semplicità e voglia di innovare sono sempre più vivi. La ricerca del nuovo in Looped Love è tangibile, osare per raggiungere qualcosa di insperato, in fondo è anche questo l’amore.