Cos’è per te l’arte e che ruolo ha nella tua vita?
L’arte è un settore di ricerca che mi permette da sempre di manifestare la mia curiosità e ficcanasare in vari ambiti dello scibile. E’ per me sopratutto un forte esercizio per mantenermi in uno stato di apprendimento e meraviglia costante.
Articoli d’arredo, porzioni di ambienti domestici, oggetti d’uso quotidiano e di apparente banalità hanno incontrato il tuo estro divenendo così opere d’arte. Da dove nasce la tua ispirazione? Cosa vuoi comunicare?
Il mio interesse è sempre stato nelle alterazioni e suggestioni percettive e nelle strutture del pensiero che si manifestano anche nelle cose più semplici. Mi è sempre interessato come alcuni elementi riescano a risalire ad una più vasta memoria collettiva, come alcuni fatti minimi e anche privati vadano poi a innescare relazioni con le scienze, la politica, la socialità e l’immaginario delle masse.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
In Questo momento mi trovo a Berlino dove sto raccogliendo materiale per una nuovo progetto sull’appropriazione collettiva del residuati bellici della Seconda Guerra Mondiale.
Quale sarà il tuo apporto al progetto “SEIEMEZZA. Le periferie dell’arte” ? Quali opere presenterai?
In mostra ci sarà “Orfano di 7 anni con amico immaginario” un’installazione del 2010 in cui due comodini sono assemblati insieme e si muovono con reciprocità: uno attraverso un motore che apre il cassetto come per cercare l’altro e l’altro attraverso la crescita di alcune piantine di fagioli.
The WalkMan si è posto l’obiettivo di rivelare i giovani talenti del panorama italiano, come te. Che cosa suggeriresti a chi ha deciso di investire la propria vita nell’arte e di scommettere sulla propria creatività?
A chi ha deciso di ricercare nelle arti o anche in altri settori, consiglierei di evitare assolutamente di pensarlo come un “investimento” o una “scommessa” riducendo la propria passione ad una moneta di scambio o un qualunque prodotto da consumare. Piuttosto incoraggerei chiunque a viverlo come un percorso personale di crescita e attenzione verso le cose, un percorso che può e forse deve relazionarsi con una società che sta cambiando e ha necessità di riappropriarsi di un dialogo sincero con la dignità antica del fare materiale, dell’invenzione, e della condivisione. E questo credo sia comune a chi ha intrapreso un percorso di un certo tipo, indipendentemente dal fatto che si tratti di arti, scienze, artigianato, economia o agricoltura.