L’uomo con l’impermeabile giallo tasta l’asfalto bagnato e percorre il viale affollato.
Non si cura dei graffi sugli enormi stivali, delle tracce di fango, della camicia a quadri.
Odora lo smog del tram. A volte compra girasoli. Mi guarda, crede di conoscermi.
L’uomo con l’impermeabile giallo percorre le stesse vie alle stesse ore. Non crede in Dio. Crede nella pioggia.
Vuole fargli vedere che è presente. Lui è lì, pronto a mischiarcisi dentro. Come fosse filtro di vita.
Credo che abbia amato tanto, ha il volto solcato dal sentimento. Ma nessuno ha mai apprezzato il suo impermeabile giallo e la sua camicia a quadri. Il modo in cui si allaccia le scarpe, i suoi capelli buffi, il suo pigiama grigio. Non ha mai fatto l’amore. E’ per questo che ama la pioggia. Cerca contatto con l’infinito che gli è stato negato. Si interroga spesso sulle stelle, assegna loro dei nomi, le cerca di notte, racconta le sue favole.
L’uomo con l’impermeabile giallo non ha voglia di sorridere. Però a volte mi ha sorriso. Mi ritrova sempre stanca. Che torno dai miei guai. cerca di aiutarmi. E’ buffo, con il suo volto grigio. Si sforza di esser solare, come il suo impermeabile. Accentua le fossette del sorriso e poi subito a testa bassa, non può permettersi tanto.
L’uomo con l’impermeabile giallo si vergogna se qualcuno scrive di lui. E’ destinato a nuotare tra le pagine di romanzi inglesi. Ma ancora non lo sa.
Se smettessimo di contemplare le file di negozi tra i finestrini appannati, lo vedremmo osservare la gente. L’uomo con l’impermeabile giallo si dispiace per i volti spenti. Studia attentamente le varie fisionomie, vuole rivederci tutti, vuole dirci che il giorno prima ci aveva visti tristi e che se ora fischiettiamo spensierati lui vuole fischiettare spensieratamente con noi. L’uomo con l’impermeabile giallo si prende cura delle sue persone. Le segue di giorno in giorno. Ne è geloso. Ecco, lo vedo rientrare a casa con il ragazzo del liceo artistico. Si siede in disparte, lo sente suonare la chitarra, vorrebbe complimentarsi ma non lo fa. L’uomo con l’impermeabile giallo non vuole essere di troppo.
Penso che qualcuno dovrebbe offrirgli un thè.
La giornata dell’uomo con l’impermeabile giallo non è sempre la stessa. Prende il colore del cielo. Varia con le previsioni.
Se di mattina la stanza è luminosa, il sole splende alto, e la gente decide di andare a lavoro a piedi, l’uomo con l’impermeabile giallo rimane sdraiato sul suo letto stretto a contemplare le variazioni luminose che si spandono sulla carta da parati. Poi decide di alzarsi, di sciacquarsi la faccia e di bere il suo bicchiere di latte. Freddo, esclusivamente freddo. L’uomo con l’impermeabile giallo ha problemi con le patine del latte troppo caldo. Una volta ripiegato il pigiama nel terzo cassetto della cassettiera verde, l’uomo con l’impermeabile giallo osserva con quanta precisione ha piegato i suoi abiti la sera prima, se ne compiace, li indossa, passa davanti lo specchio dell’ingresso. L’uomo con l’impermeabile giallo non ama gli specchi, teme di vedersi triste, non ci vuole pensare. E’ per questo che lo specchio dell’ingresso è ricoperto di giornali, le sue notizie preferite, le sue lettere migliori. L’uomo con l’impermeabile giallo lascia che la vecchia porta in legno si chiuda dietro di sé e saluta il sole con un inchino impacciato.
Se di mattina la stanza è grigia, il cielo è bianco, e la gente decide di prendere i mezzi pubblici, l’uomo con l’impermeabile giallo alza il ripiego del lenzuolo per nasconderci la testa e con i denti stretti spera di poter incontrare la pioggia. Poi decide di alzarsi, di sciacquarsi la faccia e di bere il suo bicchiere di latte. Freddo, esclusivamente freddo. Una volta ripiegato il pigiama nel terzo cassetto della cassettiera verde, l’uomo con l’impermeabile giallo sporge la testa fuori dalla finestra sperando in un incontro ravvicinato con la pioggia. Indossa i suoi abiti, cerca l’ombrello a righe, passa davanti lo specchio dell’ingresso. L’uomo con l’impermeabile giallo lascia che la vecchia porta in legno si chiuda dietro di sé e con un inchino impacciato invita la pioggia a ballare.