Marcello e Tommaso sono amici.
Così amici da fondare un gruppo insieme, Marcello e il mio amico Tommaso, appunto, capace in pochi anni di imporsi nell’underground romano, attraverso un indie pop gradevole e accattivante.
Il loro album “Nudità” è un viaggio all’interno della coppia moderna, una riflessione sincera sulle dinamiche che si creano tra due persone innamorate. Un piccolo album, intimo ed orecchiabile, che mette a nudo, con leggerezza e arguzia, l’animo umano nel suo rapporto di coppia.
I “Marcelli”, realtà ormai radicata nell’ambiente musicale romano, stanno iniziando a farsi conoscere anche fuori dal Raccordo, esportando per l’Italia un sound piacevole e alternativo.
Abbiamo scambiato due chiacchiere con il leader del gruppo, Marcello Newman.
“Marcello e il mio amico Tommaso” è ormai una realtà nel panorama musicale. Parlaci un po’ di te e di questo progetto discografico.
Suono in gruppi dai primi anni delle superiori, prima nei Jacqueries, poi in Marcello e il mio amico Tommaso, adesso anche con Strueia e Alpinismo. Marcello e il mio amico Tommaso è l’unico gruppo in cui oltre a chitarrista sono anche autore e cantante. Quando abbiamo cominciato eravamo in due e facevamo folk all’americana ma eravamo scaciatissimi. Io cantavo ancora peggio di adesso, facevamo concerti da 20 minuti massimo in cui immancabilmente perdevo almeno una corda. Ora siamo dai 5 ai 7 membri a dipendere dalle date, con un bacino sempre in aumento di collaboratori esterni che vengono quando possono. Siamo più seri di prima ma non troppo.
Come nascono i testi delle tue canzoni? Da cosa prendi ispirazione?
Dipende dalla canzone. Per i testi di “Nudità” mi sono trovato a raccontare cose che mi succedevano e che avevano toccato qualche parte di me che trovavo potesse essere sensato o utile per me raccontare. Non è stato un lavoro volutamente metodico ma tutti i testi che ho scritto nel periodo antecedente alle registrazioni parlano di amore e sesso. Mia nonna mi ha rimproverato di aver scritto un disco porno.
Se potessi suonare con qualcuno, con chi ti piacerebbe collaborare?
La lista sarebbe lunghissima! Volendomi limitare a sogni irrealizzabili ti direi: Jens Lekman, i Distanti, Jeffrey Lewis, i Neutral Milk Hotel.
Dalla tua esperienza in giro per Roma e per l’Italia ti sei fatto un’idea della situazione della musica in questo paese? Siamo indietro nelle avanguardie musicali oppure esistono spunti interessanti?
Trovo che non siamo né indietro né avanti: siamo di lato. I gruppi italiani che amo di più o che trovo più interessanti hanno difficilmente equivalenti stranieri. Mi vengono in mente i Baustelle, i Cani, gli Offlaga Disco Pax, i Distanti. L’underground italiano è pieno di realtà interessanti e valide ma è insulare. Per me questa insularità è spesso una sua forza ed è quello che lo rende bello. Purtroppo c’è poco di esportabile, ma è tutto molto bello uguale.
Esiste l’idea diffusa che Roma non sia allo stesso livello delle altri capitali europee per quanto riguarda concerti e serate. Secondo te è davvero così? Cosa pensi della tua città?
Roma è una città da bar, non da locali. Licei d’appartenenza rimangono fattori fortemente identitari anche durante l’università e quasi tutti vivono coi propri genitori, la gente esce poche sere a settimana e beve poco. Non mi lamento, sto benissimo qui e per questo ci vivo però non credo sia giusto aspettarsi da Roma lo stesso tipo di intrattenimento che si trova in altre capitali europee (Berlino, Londra). Non che le serate non ci siano eh, solo che, boh, se penso a Roma penso al bar S.Calisto o il bar dei brutti a S.Lorenzo.
Raccontaci com’è nato il vostro LP “Nudità”. Cosa c’è dietro la registrazione di un album?
Ho scritto i pezzi di “Nudità” in circa un anno e mezzo. Prima di andare in studio ho lavorato sugli arrangiamenti con Fabio Grande dei Quartieri che poi è stato anche il nostro fonico in studio. Abbiamo registrato nel granaio di una casa nella Tuscia che appartiene alla mia famiglia materna e (i violoncelli e alcune percussioni) nella chiesa del paese. Siamo stati in studio circa una settimana e mezza in mezzo al niente nel caldo di agosto. Siamo impazziti solo io e Tommaso e ci siamo ripresi subito.
Mi è piaciuto moltissimo il video di “Blues balneare”: il contrasto tra la musica e il contesto e l’inquadratura fissa su di te creano un effetto davvero straniante. Com’è nato questo video?
Il narratore del pezzo è il tipo di persona che andrebbe in una discoteca con la sua stessa musica nelle cuffie, o meglio, mi sembrava una buona analogia di quello che descrivo nella canzone. Pensavo di meritarmi una punizione: il narratore di Blues Balneare sono un po’ io e un po’ no e la parte in cui mi riconosco è una parte che mi spaventa. Chi fa delle proprie debolezze una medaglia fa più male agli altri che a se stesso.
Un artista italiano che ammiri?
Maurizio Milani.
Ed uno straniero?
Lena Dunham.
Cosa pensi della proliferazione di Talent Show? Parteciperesti mai ad uno di questi programmi?
Penso che se portano la gente a interessarsi di musica sono contento. Mi spiace solo che il modello di musica proposto in tv (una roba tipo major discografica -> autore -> produttore -> interprete) sia il solo rappresentato. Trovo molto più interessante l’autorialità di un pezzo che la qualità tecnica dell’esecuzione. Purtroppo la cultura di massa italiana è attaccata a un’idea di musicismo che mi sembra abbia poco a vedere con quello che c’è di bello o di brutto nell’arte che amo. Cioè, se Stephen Malkmus o David Berman andassero a X Factor perderebbero.
“The WalkMan” si pone come obiettivo quello di lasciare spazio e visibilità ai giovani emergenti in qualsiasi campo artistico. Cosa ti senti di suggerire a chi ha deciso o sta decidendo di investire la propria vita nella creatività?
Di smettere di pensare che sia un investimento. Credo che il tempo, il denaro e le energie che spendiamo per continuare a fare arte sono giustificabili solo dal fatto che ci piace farlo. Nessuno sarebbe così pazzo da investire in qualcosa di così fragile.
[divider]ENGLISH VERSION[/divider]
Marcello and Tommaso are friends.
So friends to start a band together, “Marcello e il mio amico Tommaso”, able in a few years to establish itself in the Roman underground, through a pleasant and catchy indie pop.
Their album “Nudità” is a journey into the modern couple, a sincere reflection on the dynamics that are created between two people in love. A small album, intimate and catchy, which lays bare, with lightness and wit, the human soul in its relationship.
The “Marcelli” are starting to make themselves known even outside Rome, exporting to Italy a pleasant and alternative sound.
We exchanged a few words with the leader of the band, Marcello Newman.
“Marcello e il mio amico Tommaso” is now a reality in the music scene. Tell us something about you and this recording project.
I play in bands since the early years of high school, first in Jacqueries, then in Marcello e il mio amico Tommaso, now even with Strueia and Alpinismo. Marcello e il mio amico Tommaso is the only group in which I’m not only the guitarist but also the songwriter and the singer. When we started we were two and we played American folk but we were not so good. I sang even worse that now, we did concerts of no more than 20 minutes, during which I never missed to break at least a string. Now we are 5 or 7 members, it depends on the date, with an always growing group of external collaborator that come when they can. We are more serious than before, but not too much.
What ispires you in writing your lyrics? Where do you get inspiration?
It depends on the song. For the lyrics of “Nudità” I found myself telling things that was happening to me, and that touched somewhere of me that I thought could be reasonable or useful for me to tell. It was not an intentionally methodical work but all the texts that I have written in the period before recordings are about love and sex. My grandmother scolded me for having written a porn disc.
If you could play with somebody, who would you like to collaborate with?
The list would be very long! Limiting myself to unrealistic dreams I’d tell you: Jens Lekman, Distanti, Jeffrey Lewis, Neutral Milk Hotel.
From your experience around Rome and Italy did you get an idea of the musical situation in this country? Are we behind in the musical avant-garde or are there some interesting starting points?
I think we are neither behind nor forward, we are aside. Italian groups that I love the most or that I find more interesting usually have not foreign equivalents. I can think of Baustelle, I Cani, Offlaga Disco Pax, i Distanti. Italian underground is full of valid and interesting situations but it is insular. In my opinion, this insularity is often a strength and this is what makes it nice. Unfortunately, there is not so much to be exported, but is # allverynice in any case.
There is the widespread idea that Rome is not at the same level as other European capitals for what about concerts and events. In your opinion, is it real? What do you think of your city?
Rome is a city of bar, not club. High Schools of belonging are still factors of identity during university and almost all of them live with their parents, people go out only a few nights a week and drink a little. I’m not complaining, I’m fine and that’s why I live here but I don’t think it’s fair to expect from Rome the same kind of entertainment typical of other European capitals (Berlin, London). I’m not saying that there aren’t events, but, boh, when I think at Rome I think at the bar Calisto or the bar of the ugly at San Lorenzo.
Tell us how did your LP “Nudità” was born. What there is behind the recording of an album?
I wrote songs from “Nudità” in about a year and an half. Before going to the studio I worked on arrangements with Fabio Grande from Quartieri that was even our phonic in the Studio. We recorded into the barn of an house in Tuscia which belongs to my maternal family and (cello and other percussions) in the church of the country. We were in the studio for about a week and an half in the middle of nothing in the August heat! Only Tommaso and me went crazy but we got it over immediately.
I really liked the video of “Blues Balneare”: the conflict between music and background and the fixed shot on you made a truly estranging impression. How did you delivered this video?
The narrator of this piece is the kind of person that would go into a disco with his own music in his headphones, or better I thought it could be a good similarity with what I describe in the song. I thought I deserved a punishment: the narrator of Blues Balneare it’s a bit me and a bit not and the part in which I identify myself is a part that scares me. The one who makes a medal of his weakness hurts others more than himself.
What about an Italian artist that you admire?
Maurizio Milani.
And a foreign one?
Lena Dunham.
What do you think about proliferation of talent shows? Would you ever participate in one of this exhibition?
I think that if they lead people to be interested in music I’m happy. I’m only sorry that the example of music proposed in tv (a something like great record company-> author-> producer-> interpreter) is the only represented. I guess it is more interesting the authorship of a musical piece that the technical quality of the execution. Unfortunately the Italian mass culture is attached to an idea of music that I think is far from what there is of good or not in the art I love. I mean, if Stephen Malkmus or David Berman would go to XFactor they would lose.
“The WalkMan” aims to leave space and visibility for young emerging in every artistic sector. What would you suggest for those who decided or are deciding to invest their life in creativity?
To stop thinking that this is an investment. In my opinion time, money and energy we spend to keep on making art are justifiable only by the fact that we like doing this. Nobody would be such a fool to invest in something of so fragile.
Traduzione a cura di Chiara Pino