Mario Merz a partire dagli anni Settanta crea opere che riflettono sulla relazione tra numeri e vita reale affidandosi alla serie di Fibonacci, “biologicamente concepibile, perché ha una direzione e soprattutto radici”.

L’artista Mario Merz, conosciuto per il suo Che Fare? e per gli Igloo, è molto più presente nell’immaginario collettivo di quanto si possa pensare. Con i suoi interventi pubblici, a partire dagli anni Ottanta ha punteggiato edifici e monumenti con la serie luminosa di Fibonacci: una misurazione infinita dello spazio, del tempo, della crescita, che ingloba passato e futuro. Come la vita stessa.

LEGGI ANCHE: Francesco Arena – La metafora dei numeri

Mario Merz. L’artista

L’artista italiano Mario Merz (1925 – 2003) avvia la sua carriera nella metà degli anni ’50 come pittore e disegnatore, legato ad una forma espressiva astratta nella quale linee continue organiche sono i soggetti principali. Dalla metà degli anni Sessanta il desiderio di lavorare sulla trasmissione di energie dall’organico nell’inorganico lo porta a realizzare opere con il neon. Incluso da Germano Celant tra gli esponenti del Movimento dell’Arte Povera, a partire dal 1968 crea gli Igloo, sintesi dell’evoluzione inevitabile di una stessa forma.

Mario Merz, Che fare?, 1968
Mario Merz, Che fare?, 1968
Mario Merz, Is space bent or straight, 1973 (installation view at Berlin Kunstmesse, 1973), Photography by Angelika Platen
Mario Merz, Is space bent or straight, 1973 (installation view at Berlin Kunstmesse, 1973), Photography by Angelika Platen
Mario Merz, Fibonacci Igloo, 1972
Mario Merz, Fibonacci Igloo, 1972
Mario Merz, Senza titolo, 1984, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Mario Merz, Senza titolo, 1984, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma

LEGGI ANCHE: Diane Arbus – Fotografia contro le discriminazioni

Mario Merz. La serie di Fibonacci

Le relazioni tra materia e contesto trovano riscontro, nel lavoro di Mario Merz, nella serie di Fibonacci, per l’artista “un’invenzione fantastica, qualcosa di razionale che rende possibile l’avvicinarsi all’irrazionalità della vita”.
Individuata dall’omonimo matematico pisano nel Medioevo, la serie di Fibonacci si presenta come una sequenza nella quale ogni numero è la somma dei due precedenti (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21 ecc.) e rappresenta l’idea di proliferazione della natura, di crescita dinamica e di sviluppo aperto; “un sistema “biologicamente concepibile, perché ha una direzione e soprattutto radici”.
Visibile in molti interventi pubblici dell’artista, la sequenza di Fibonacci ancora oggi si può ammirare nella Torino di Mario Merz, dove dall’alto della Mole Antonelliana guida il moto perpetuo e fluido della città.

Untitled (A Real Sum is a Sum of People) 1972 Mario Merz 1925-2003 Presented by Tate Members 2006 http://www.tate.org.uk/art/work/T12192
Untitled (A Real Sum is a Sum of People) 1972 Mario Merz 1925-2003 Presented by Tate Members 2006 http://www.tate.org.uk/art/work/T12192
Mario Merz, Zebra (Fibonacci), 1973, Museo del Novecento, Milano
Mario Merz, Zebra (Fibonacci), 1973, Museo del Novecento, Milano
Mario Merz, Alligator with Fibonacci Numbers to 377, 1971-1979, courtesy Gladstone Gallery
Mario Merz, Alligator with Fibonacci Numbers to 377, 1971-1979, courtesy Gladstone Gallery
Mario Merz, Fibonacci – Il volo dei numeri, 1998, Torino, Mole Antonelliana
Mario Merz, Fibonacci – Il volo dei numeri, 1998, Torino, Mole Antonelliana

Mario Merz. L’evoluzione della forma

L’immagine della spirale, presente sin dagli esordi di Mario Merz, espande la serie di Fibonacci per instaurare una nuova relazione dinamica con lo spazio, che viene superato e inglobato.
Un’arte, dunque, che appare animata da una “logica ciclica” nella quale la spirale è la legge interna alla natura, quell’ energia magica, che nel suo dinamismo continuo racconta il movimento cosmico.

Mario Merz, Coccodrillo Fibonacci, 1989, photo Nic Tenwiggenhorn © VG Bild-Kunst, Bonn 2016, exhibition curated by Dieter Schwarz in The Skulpturenhalle in Neuss
Mario Merz, Coccodrillo Fibonacci, 1989, photo Nic Tenwiggenhorn © VG Bild-Kunst, Bonn 2016, exhibition curated by Dieter Schwarz in The Skulpturenhalle in Neuss
Mario Merz, Crescendo appare, Moll de la Barceloneta, 1992
Mario Merz, Crescendo appare, Moll de la Barceloneta, 1992
Mario Merz, Crescendo appare, Moll de la Barceloneta, 1992
Mario Merz, Crescendo appare, Moll de la Barceloneta, 1992
Die „Fibonacci-Reihe” des Lichtkünstlers Mario Merz restaurierten am Schornstein der ehemaligen Lindenbrauerei (Zentrum für Internationale Lichtkunst) in Unna am 4. Oktober 2012.
Die Internetseite des Lichtkunstzentrums:
„Die Installation am Schornstein des Industriegebäudes ist sicherlichdie größte und bekannteste Arbeit (von Mario Merz).16 Zahlen, in der Handschrift des Künstlers angefertigt und an dem 52 Meter hohen Turm angebracht, leuchten in einem hellen Blau in den Himmel hinein. Die Zahlenfolge wird durch die Höhe des Schornsteins begrenzt und doch ist der Betrachter geneigt, die Reihe gedanklich fortzusetzen, was ihm jedoch nicht gelingen wird. So verkörpert das Werk von Mario Merz zwei gegensätzliche philosophische Gedanken: Die Natur auf der einen und das menschliche Streben nach Ordnung, nach Begrenzung und Vollkommenheit auf.”
Die „Fibonacci-Reihe” des Lichtkünstlers Mario Merz restaurierten am Schornstein der ehemaligen Lindenbrauerei (Zentrum für Internationale Lichtkunst) in Unna am 4. Oktober 2012. Die Internetseite des Lichtkunstzentrums: „Die Installation am Schornstein des Industriegebäudes ist sicherlichdie größte und bekannteste Arbeit (von Mario Merz).16 Zahlen, in der Handschrift des Künstlers angefertigt und an dem 52 Meter hohen Turm angebracht, leuchten in einem hellen Blau in den Himmel hinein. Die Zahlenfolge wird durch die Höhe des Schornsteins begrenzt und doch ist der Betrachter geneigt, die Reihe gedanklich fortzusetzen, was ihm jedoch nicht gelingen wird. So verkörpert das Werk von Mario Merz zwei gegensätzliche philosophische Gedanken: Die Natur auf der einen und das menschliche Streben nach Ordnung, nach Begrenzung und Vollkommenheit auf.”
Mario Merz, Un segno nel Foro di Cesare, 2003, installation view at Museo Macro Roma, 2016
Mario Merz, Un segno nel Foro di Cesare, 2003, installation view at Museo Macro Roma, 2016
Mario Merz, Senza titolo, 2003 stazione metropolitana Vanvitelli, Napoli
Mario Merz, Senza titolo, 2003 stazione metropolitana Vanvitelli, Napoli