L’anno sta per chiudersi: è arrivato il momento dei bilanci e delle classifiche. Parlando di musica, quali sono state le migliori canzoni del 2016?
Ecco per voi alcuni brani del panorama italiano e internazionale che, se ve li siete persi, è bene che li recuperiate. No seriamente, recuperateli. Armatevi di cuffiette e spotify in questo preciso istante. Buon ascolto!
Radiohead – Daydreaming
La seconda traccia di A moon shaped pool è una ballata incentrata su un motivo di piano onirico e malinconico, arricchito da elementi elettronici e orchestrali. Il leader Thom Yorke è il protagonista del videoclip diretto da Paul Thomas Anderson. Nelle immagini lo vediamo vagare in corridoi che conducono nei luoghi più disparati: in una casa, in una lavanderia, in un supermercato, in un garage, in campagna, su una spiaggia. Infine Yorke si arrampica su una montagna innevata, per sdraiarsi in una grotta accanto al fuoco.
La canzone si conclude con un canto indistinto che sembra significare “Half of my life“, oppure “I’ve found my love“. Proprio a partire da questi ultimi versi, diversi critici hanno considerato il brano strettamente legato alla separazione di Yorke dalla partner Rachel Owen.
Dello stesso album, vogliamo segnalare anche il brano Burn the Witch.
Nine Inch Nails – Burning Bright
L’industrial rock band Nine Inch Nails ha pubblicato un singolo tratto dal prossimo EP intitolato Not the Actual Events. La data di uscita dell’EP è predisposta per il 24 dicembre. L’EP segna un significativo cambiamento di stile rispetto ai segni di esitazione della band, in direzione di un approccio ancor più duro. È anche il primo record NIN per caratterizzare il membro ora ufficiale della band Atticus Ross, che ha lavorato col leader Trent Reznor sulla colonna sonora di The Social Network (2010) .
Eric Clapton – Little man, you’ve had a busy day
In questo caso la nostra è una scelta a colpo sicuro: qualsiasi nota che esce dalla chitarra di Clapton è, di norma, al di sopra della maggior parte delle canzoni in circolazione. Slow Hand torna alla ribalta con l’album I still do, che contiene questo interessante arrangiamento di un classico degli anni ’30. Il titolo dell’album ha poi un valore aggiunto. Clapton ha riferito alla rivista Classic Rock “I miei forti mal di schiena si sono trasformati in una neuropatia periferica, per me suonare la chitarra è molto difficile […]. È come se sentissi scariche elettriche che arrivano fino in fondo alla gamba e devo fare i conti con l’idea che la situazione non è destinata a migliorare“. In definitiva, una malattia simile al Parkinson di cui non si sa l’esatto nome clinico.
I still do è il grido tenace di chi ha vissuto grazie alle proprie dita e non si arrende all’ineluttabilità del morbo.
Leonard Cohen – You Want It Darker
Dopo neanche un mese e mezzo dalla sua scomparsa, ricordiamo le parole di Leonard “I’m ready, My Lord” in questo recentissimo brano, tratto dall’omonimo album. Pochi giorni prima di morire, Cohen ha inciso il suo quattordicesimo disco, intenso e profondo. La componente corale è molto marcata. Prodotto dal figlio Adam, il nuovo disco di Leonard coinvolge anche Cantor Gideon Zelermyer & the Shaar Hashomayim Synagogue Choir di Montreal, che con le loro voci evocano i suoni con cui Leonard è cresciuto. Chitarre, organo, e archi sono il tappeto sonoro su cui si muovono tutti i brani.
La voce ipnotica e avvolgente di Cohen e le background vocals delle coriste sono il fulcro del progetto. La vita, l’amore, il viaggio e la morte: questi i temi di You want it darker. Unanime il giudizio della critica musicale mondiale: capolavoro. Purtroppo l’ultimo.
Nobraino – Centesimo
Centesimo è stato il primo singolo dell’album 3460608524, titolo che riporta un vero numero di cellulare, attraverso cui i fan possono rivolgersi direttamente alla band, per fare un saluto, porre delle domande o dare suggerimenti. Il video ritrae una giornata di un clochard, interpretato da Alessandro Haber , nel quartiere in cui si è stabilizzato da tempo: incontra personaggi ormai a lui familiari, svolge azioni abitudinarie che gli permettono di andare avanti di giorni in giorno. “Ci sono momenti in cui pensa alla sua famiglia dalla quale si è separato. Si confida e confida in Dio perché non gli rimane altro che la fede. E quasi come fosse un bambino, a un certo punto ha un semplice desiderio, quello di poter fare qualcosa che possa aiutarlo a non pensare almeno per qualche minuto a ciò che gli succede quando è sulla terra ferma, per strada. Così termina la giornata spendendo i suoi ultimi centesimi per fare un giro sulla ruota panoramica che forse è per lui l’unico modo per sentirsi davvero sollevato”
Di quest’album vogliamo anche ricordare Il tempio di Iside.
Nick Cave & The Bad Seeds – Jesus Alone
A settembre è uscito il nuovo album intitolato Skeleton Tree, che ha richiesto due intensi anni di lavorazione, Di un giorno lo ha anticipato il film “One more time with feeling”, che è stato definito il “testamento di un artista che cerca di trovare la sua via attraverso l’oscurità“. Il lungometraggio è infatti ispirato al tragico evento della morte del figlio di Nick Cave, scomparso nel 2015 a 15 anni.
Il film è stato proiettato nei cinema italiani per soli due giorni.
Elisa – No Hero
“No Hero” è il nuovo singolo con cui Elisa torna a cantare in inglese. Un ritorno energico con un ritmo incalzante ed un testo che incita a tirare fuori il meglio di noi stessi, una vera e propria iniezione di fiducia. Un brano dal sound potente, “No Hero” è il singolo che anticipa l’uscita del nuovo album di ELISA, atteso per marzo e pubblicato da Sugar.
Niccolò Fabi – Una somma di piccole cose
Niccolò Fabi ha regalato ai suoi fan questo brano dal suo album omonimo, condividendo direttamente sulla sua pagina Facebook, Fabi scrive: “Eccomi…direi di iniziare a fare conoscenza cominciando dal principio. Dalla prima canzone del disco. Una somma di piccole cose inizia così, con un La maggiore. Prendo un respiro e spingo invia… Buon viaggio”
Zucchero – Partigiano Reggiano
Capitolo uno dell’album Black Cat, la canzone segna un deciso ritorno al blues rock, allontanandosi dallo stile latino de La sesión cubana. L’incipit è stato composto, come rivelato da Zuccher, pensando ad un riff di pianoforte molto comune nel blues: quello che si trova anche, per esempio, in Celebration della PFM, in Cry Me a River di Arthur Hamilton e in altre decine di canzoni. Il testo inizia con l’espressione “Black cat, my bone“, riferimento al celebre talismano (il “black cat bone” , appunto) della tradizione Hoodoo afroamericana, dal quale la musica blues ha avuto origine.
Nel testo si fa ampio uso dell’alternanza italiano-inglese e di termini dialettali. È inoltre possibile riconoscere un chiaro citazionismo: “canto libero” da Battisti/Mogol, “le insidie pullulano” da Battisti/Panella, “la bestia umanica”, citazione letterale di un verso della canzone di Adriano Celentano Uh… Uh…, che a sua volta probabilmente deriva dalla gucciniana La canzone del bambino nel vento (Auschwitz) e che è ripresa dal racconto Che tu te ne prenda cura di Isaac Asimov. I riferimenti al partigiano nella canzone, come rivelato dallo stesso Zucchero, non devono necessariamente essere interpretati come un segno di appartenenza politica, ma intendono raccontare lo spaccato di un periodo storico particolare, cioè il Dopoguerra.
Rag’n’Bone Man – Human
Pubblicato a luglio, questo singolo ha garantito al cantautore britannico un successo internazionale. Il brano ha una struttura molto essenziale, animata soprattutto da una voce profonda e ben studiata nell’interpretazione di un testo semplice ma ricco di spunti.