Wu Rui nasce in Cina e già all’età di quattro anni si avvina al mondo dell’arte. Gli studi lo portano in Italia, dove si laurea in “Scenografia”. La passione per la fotografia gli permette di guardare il mondo da angolazioni diverse e realizzare il progetto “Moneytecture”. Il modo in cui si guardano i soldi cambia e il prodotto artistico diventa riflessione.
Moneytecture è un termine composto. Ogni parola nasce come occasionale per inserirsi poi nella lingua parlata in modo usuale. A cosa è dovuta la scelta di questo termine?
La svolta nella realizzazione di questo lavoro è avvenuta quando, oltre alle pieghe della carta, ho inserito il taglio. Da quel momento era chiaro che anche il titolo avrebbe dovuto essere un taglio e una ricomposizione di due parti: Money e Architecture.
L’architettura nel passato ha sempre avuto uno stretto rapporto con il denaro. Agli architetti venivano spesso commissionate le opere. Forse anche questo è uno dei motivi che ti ha portato a scegliere come soggettole banconote. Come si coniugano oggi architettura e soldi secondo te?
L’architettura è prima di tutto una grande idea e oggi, come in ogni altro momento della storia, per essere realizzata richiede un grosso investimento. L’architettura è, come le banconote, una dimostrazione di valore, con la differenza che le banconote sono valore in potenza, l’architettura è valore in atto.
Il risultato finale del tuo studio è sbalorditivo, perché ci si sente persi nell’immagine e come spieghi, si perde la percezione dell’idea che si ha dei soldi. Questo è perché vuoi far riflettere le persone sul concetto del denaro? Credi ce ne sia bisogno?
Non era mia intenzione aprire una riflessione sul denaro. Il mio interesse riguarda più la possibilità che un oggetto ha di diventare qualcos’altro. Il denaro è qualcosa che racchiude in sé molte possibilità a seconda di chi lo usa, del perchè, del momento in cui viene usato; esso dà valore e crea possibilità nuove. Riuscire a trovare nuovi modi per usare i soldi, potrebbe significare trovare una soluzione ai problemi economici esistenti.Si tratta di questo, giocare con ciò che si possiede e vedere cosa succede.
I contrasti vengono messi in risalto con il bianco e il nero. Come si articola il processo di costruzione dell’immagine? Come spieghi la relazione tra l’immagine bidimensione e lo spazio tridimensionale?
L’immagine è composta mediante l’uso di pieghe, tagli, prospettiva e illuminazione. La banconota ristampata e ingrandita acquista tridimensionalità e diviene parte di uno spazio reale. La fotografia
provoca poi uno schiacciamento dei piani e se da un lato riporta la banconota alla bidimensionalità, dall’altro sposta la sua esistenza nello spazio dell’immaginazione.
Hai iniziato a studiare fotografia molto presto; i tuoi interessi sono molteplici. Uno degli ideogrammi del tuo nome significa una persona che vede molto bene; ipermetrope. Credo che la fotografia ti possa dare l’opportunità di esprimere il tuo modo di vedere il mondo. Sei una persona che guarda oltre? Come ti racconteresti in una tua autobiografia?
Mi definisco come una persona che aspetta. Quando sento che è il momento, allora agisco. Una amica mi ha detto che sono una persona che sa guardare lontano. In realtà credo che tutto succeda per caso. Quando faccio tutto ciò che serve per arrivare in un punto, non arrivo mai dove voglio, ma arrivo sempre da qualche altra parte. Ci vuole tempo, ma alla fine riesco a capirne il valore. Come il mio arrivo in Italia, il mio fare scenografia e arrivare alla fotografia.
The Walkman si pone come obiettivo quello di lasciare spazio e visi-bilità ai giovani talenti come te. Cosa ti senti di suggerire a chi ha deciso o sta decidendo di investire la propria vita nella creatività?
Per investire la propria vita nella creatività, serve coraggio. Non è detto
che io ne abbia abbastanza.