Musia è lo spazio polifunzionale voluto a Roma da Ovidio Jacorossi. Inaugurato lo scorso 30 novembre, si genera in seno alla storia – della sede, della famiglia – ma si apre sulla città in chiave contemporanea ed europea.
Musia nasce in via dei Chiavari, luogo-simbolo della famiglia Jacorossi. È qui che Agostino, aprì un negozio di carbone, dando inizio alla parabola imprenditoriale. Ovidio Jacorossi, ritiratosi dall’attività di imprenditore ma fervente collezionista, torna simbolicamente alle origini per l’apertura di questo spazio espositivo.
Musia nasce perché l’obiettivo di Ovidio è, da sempre, la promozione dell’arte. Nello specifico quella contemporanea che desidera accessibile per la maggioranza dei fruitori. Oltre che promuovere attività che mettano in relazione arte, moda, design, musica, architettura, Musia ospita la vasta collezione d’arte di Ovidio.
La collezione Jacorossi vanta 2500 opere d’arte, è dedicata per lo più al Novecento italiano. Il collezionismo della famiglia è inizialmente episodico. A partire dagli anni Settanta diventa più strutturato. Si arricchisce di opere di De Chirico, Schifano, Balla. Il corpus è cospicuo, dinamico, è fatto di pitture, sculture, disegni, opere grafiche e fotografiche, ma vi sono anche installazioni e oggetti di design. Accanto ai nomi più importanti trova collocazione anche una folta schiera di artisti che non possiamo definire minori, in virtù anche del giudizio del critico Federico Zeri: visitando la collezione, giudica tali artisti l’humus da cui nascono i grandi.
Per gli Jacorossi il collezionismo non è solo espressione di uno status sociale, tutt’altro. Ovidio è sempre più consapevole della potenza del linguaggio artistico e, spesso, il sistema dell’arte contemporanea è diventato esso stesso componente strategica per le attività del gruppo. L’ interazione tra cultura e impresa si ripresenta anche in occasione del progetto Musia. Un ambiente polifunzionale che è crocevia di incontri, esibizioni, dibattiti, proiezioni, performance. Inoltre è luogo di convivialità: il ristorante e il wine bar offrono proposte ad alto tasso creativo. La location di via dei Chiavari, in spazi forse progettati dall’architetto del Cinquecento Baldassarre Peruzzi, chiude infine il cerchio. Il nuovo corso della storia della famiglia, infatti, riparte da dove ha preso il via.