Per la sua prima mostra personale italiana, Laurent Champoussin indaga, attraverso il mezzo fotografico, uno dei temi portanti di tutta la storia dell’arte: il rapporto tra corpo umano e paesaggio. Tema sviluppato con una visione assolutamente personale, ma che affonda le basi nelle iconografie classiche, guardando a esse con grande rispetto ed elevandole a fonte di ispirazione.
Negli scatti di Champoussin si possono trovare la bellezza della proporzioni e la ricerca spasmodica della perfezione tipiche della scultura greca ellenistica, ma anche un utilizzo impressionistico della luce e dei colori che regalano immagini familiari che appartengono a tutti noi, ma allo stesso tempo ci sembrano “nuove”, come elevate a una perfezione estetica che le rende uniche.
L’idea apparentemente semplice che si cela dietro le venti fotografie presentate in occasione della mostra Nature Humaine – da Burning Giraffe Art Gallery, dal 3 maggio al 19 luglio – è che nella visione dell’artista il corpo umano e il paesaggio sono la stessa cosa, e quindi vengono fotografati esattamente nella stessa maniera. In questo modo, i corpi perdono la loro sessualità e carica erotica e al contrario la natura mostra la sua forma più voluttuosa. Per enfatizzare questa relazione, l’artista presenta i suoi lavori in forma di dittici, in una connessione relativa, assolutamente non ovvia, giocando con le dimensioni delle fotografie e con accostamenti che creano un incastro visivo inedito, un collegamento che vuole svelare immagini nascoste, senza però far perdere l’ identità di ogni singolo scatto, che continua a vivere di vita propria.
Lo stile del fotografo francese è pulito ed essenziale, privo di virtuosi barocchismi, immagini formalmente classiche, ma allo stesso tempo pregne di un appeal contemporaneo. Fotografie dai colori saturi, soggetti perfettamente collocati nello spazio, l’ossessione dei dettagli che a volte diventano soggetti stessi. Un lavoro dallo stile iconico e riconoscibile apprezzato anche al di fuori del mondo dell’arte. Molti i lavori su commissione legati al mondo della moda come quelli per la maison Hermes e Usagi o le incursioni nel mondo del cinema per i registi Dominique Rocher, Sebastien Marnier, Michael Winterbottom e Mat Whitecross.
Laurent Champoussin rappresenta, nel mondo della fotografia contemporanea, un talento unico. Legato alla tradizione, realizzatore meticoloso, quasi artigianale. Un’attitudine che possiamo definire “vintage”, un percorso artistico che mira a un ideale di bellezza pura, la stessa “extraordinary semplicity” che possiamo provare ascoltando Hand in Glove degli Smiths, osservando la copertina del disco che mostra un giovane George O’Mara immortalato nudo di spalle da Jim French.