Nell’ambito delle giornate dedicate alla Rome Art Week, lo scorso 24 settembre Paola Pesano e Roberto Gramiccia hanno presentato Pagina Barocca, l’installazione di Claudio Palmieri all’interno del Salone del Borromini della Biblioteca Vallicelliana di Roma.
Ventinove sculture in ceramica smaltata hanno invaso la grande sala, tra i più importanti simboli del barocco romano, creando una sorta di giardino al coperto, quasi un hortus conclusus, in cui l’arte contemporanea dialoga con la storia e con i linguaggi dell’arte moderna.
Come racconta l’artista, quest’opera nasce nel 1992 per essere allestita nella Palazzina Giardini del Museo Civico di Modena ed è stata poi esposta in varie altre occasioni, prendendo ogni volta una forma diversa. Si tratta dunque di un lavoro “modulare”, anche se le forme organiche e vitalistiche che lo compongono sono quanto di più lontano dall’idea comune di modulo. Queste ceramiche emergono, germinano, come elementi spontanei, senza timore di affacciarsi alla vita, ma dimostrando tutta la forza della materia che, quasi contorcendosi, si modella nello spazio.
Il rapporto con le forme naturali è filo conduttore di gran parte del lavoro di Palmieri. In quest’opera, però, l’idea di natura coesiste in antitesi con una materia inerte come la terracotta, che viene, in qualche modo, portata in vita tramite il gesto artistico. Lo spettatore si trova di fronte ad un’installazione che muta di continuo il proprio aspetto: l’azzurro, l’ocra e il dorato si mostrano di volta in volta, connotando la visione del singolo elemento e di questo in rapporto con gli altri. Le sculture che compongono il “giardino” di Palmieri mantengono anche nella scelta cromatica un concetto di antitesi e mutazione: ocra, colore della terra, si tramuta, sublimandosi, in azzurro e oro, trovando perfetta descrizione nelle parole di Roberto Gramiccia che, nel suo testo critico, parla di “prepotente decorazione che diviene sostanza e non orpello”. Sempre Gramiccia scrive di un disorientamento e attrazione allo stesso tempo verso questa operazione “che fa del pavimento del grande e sontuoso salone, carico di storia, un campo fertile capace di produrre una germinazione azzurra di azzurri elementi botanici che della natura richiamano la forza vitale”.
Claudio Palmieri, artista che da lungo corso lavora con perizia e studio materiali diversi, passando dalla pittura alla scultura all’installazione, visiva e sonora, si trova in questa occasione a confrontarsi con un luogo carico di storia, sua propria e di tutti i volumi che conserva. Senza adagiarsi sulla suggestione di un contenitore che è esso stesso capolavoro, realizza un’opera d’arte monumentale nella sua orizzontalità, che dialoga con il luogo che la accoglie e crea una sinergia intensa nel modo di esprimere e rappresentare il linguaggio barocco.
Se è vero che l’arte può stare ovunque ma non tutto è arte, come ricordato da Paola Paesano durante l’inaugurazione, quest’opera è un perfetto esempio di come sia possibile creare un’armonia di linguaggi capaci di superare il corso dei secoli e le categorie storiche.
la mostra sarà visitabile fino al 07 novembre 2019
Orario esposizione:
lunedì, martedì, 10.30 – 13.30
mercoledì 15.00 – 18.00
giovedì 11.00-14.00; 15 – 18.00
venerdì 10.30 – 13.30