Il secondo appuntamento di Connection Gallery, progetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a cura di Massimo Mininni, vede la partecipazione di Invernomuto, duo artistico formatoda Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi.
Dopo il lavoro di Andrea Mastrovito, il ciclo espositivo in tre tappe avviato a giugno prosegue nell’intenzione di dare spazio al lavoro di giovani artisti, selezionati per la loro capacità di accordare la propria espressione creativa al museo e alle sue peculiarità attraverso la creazione di un’opera site-specific.
Il Mediterraneo è da tempo il campo d’indagine di Invernomuto e l’intervento alla Galleria dal titolo Prima delle Sabbie ne rappresenta un nuovo punto di arrivo, pienamente contestualizzato all’interno del museo. L’opera restituisce una narrazione del Mediterraneo del tutto inedita, nel momento in cui gli viene assegnata una prospettiva per cui da estesa superficie marina diventa un soggetto “proteiforme”, un fiume a più foci, dove non sono più rintracciabili le coordinate del Nord e del Sud ma il mare è in reciproca comunicazione con il territorio: l’installazione di Invernomuto coinvolge l’opera Fiume con foce tripla (1967) di Pino Pascali, una presenza importante nella collezione della Galleria.
L’elemento dell’acqua, che non può non richiamare 32 metri quadrati di mare circa sempre di Pascali, si unisce agli effetti cromatici del lavoro di light design, ad immagini, suoni e dettagli che ricompongono un ambiente geografico apparentemente familiare ma in realtà turbato da dinamiche che aspettano di essere del tutto rivelate nella loro problematicità. Dalla rilettura del Mediterraneo, luogo da sempre connaturato a scambi e incontri, ma ormai sempre più spesso turbato da tensioni e contrasti, il campo di osservazione si allarga a comprendere anche il Deserto, immensità speculare a quella del mare.
Proprio il deserto e i fiumi sono i soggetti ricorrenti del corredo di immagini di epoche diverse che si sommano in un lavoro di collage, ad accrescere la rete di significati dell’installazione.
Il titolo della mostra è un chiaro riferimento al brano e all’album L’Egitto Prima delle Sabbie compostida Franco Battiato nel 1978, presenti nell’installazione in un originale riadattamento di Invernomuto, ma anche al pensiero di Georges Gourdjieff, mistico, filosofo e scrittore (in particolare, Incontri con uomini straordinari, Adelphi 1977) da cui Battiato è stato sua volta fortemente ispirato. Esiste, per Gourdgieff, l’“Egitto pre-sabbia” come luogo di un’antica civiltà anteriore a quella egizia e depositaria di un’ancestrale ed essenziale sapienza, dove la sabbia è la metafora di un modo di vivere degli uomini in connessione tra loro e con l’universo che è stato sepolto dal tempo ed è – quasi – inattingibile nella nostra moderna e tecnologica società.
Lo spazio in cui la Galleria accoglie l’esposizione, la Connection Gallery che collega due settori del museo, diventa un elemento fondamentale dell’installazione, ancor più a livello simbolico oltre che spaziale. L’aspetto modulare dell’opera di Pascali è parte di una composizione che coniuga scultura, luce, suono e collage in un gioco di rimandi e dissonanze che evidenzia la consapevolezza con cui Invernomuto si muove nel passaggio da un medium ad un altro. L’insieme dei numerosi elementi multidisciplinari che formano l’installazione ne suggeriscono una visione performativa, tratto distintivo del lavoro del duo artistico.
La mostra è accompagnata dall’edizione di un giornale catalogo, con testi di Massimo Mininni e Peter Benson Miller, che verrà pubblicato nei giorni successivi all’inaugurazione per accogliere il corredo fotografico completo dell’installazione.