Progetti interrotti – Nello skyline di Roma, composto da splendide cupole ed orrende antenne, manca qualcosa. Le gru sono scomparse.
Meglio così per chi vuole scattare una foto, ma la mancanza delle gru non è un bene per la Città. Roma oggi è completamente ferma. Non si costruisce più, troppi progetti interrotti che non arricchiscono una città che necessita di un netto cambio di direzione.
L’unica importante opera in costruzione, la Metro C, non ha ancora un capolinea definito, dimostrando una totale assenza di progettualità.
Abbiamo voluto mettere ordine tra tutte le idee di cui Roma era oggetto ma che, per ristrettezze economiche, cambi di indirizzo politico o mancanza di una visione della Città, sono state cancellate o interrotte.
Lasciando come eredità una Capitale incapace di diventare una grande metropoli europea (Milano vi dice niente?).
Strategia progettuale: Incertezza
Metro D – Per combattere l’eccessivo uso dell’automobile e migliorare la qualità della vita nella Capitale si era parlato di “cura del ferro”. Il PRG prevedeva un sistema di quattro linee metropolitane capaci di intersecarsi, creando l’effetto rete, capace di servire l’intero territorio cittadino. La linea D avrebbe dovuto collegare il centro storico con i quartieri di Salario, Monte Sacro e con quelli di Trastevere, Ostiense, Portuense ed EUR. Un tracciato essenziale, dunque, progettato nel 2007 ed annullato nel 2012.
SDO – Il Sistema Direzionale Orientale è forse uno dei più grandi paradossi della nostra città. L’idea di istituire un quartiere direzionale è nata con il piano regolatore del 1962. A distanza di 50 anni però lo SDO rimane nel mondo delle idee. Il progetto ha subito numerose varianti fino a perdere (anche a causa degli anni trascorsi) la ragione per cui era stato concepito. Oggi lo SDO si è trasformato in un progetto di riqualificazione urbana del quartiere di Pietralata, che prevede tra le altre cose la costruzione del nuovo campus della Sapienza. Riusciremo a vederlo finito?
Piazza Augusto Imperatore – I monumenti di Roma sono così tanti che, a volte, ce ne dimentichiamo. È il caso del Mausoleo di Augusto, abbandonato a se stesso, ricoperto di vegetazione e rifiuti. Nell’aprile del 2015 viene annunciato l’avvio dei lavori per la realizzazione del progetto di Francesco Cellini, vincitore del concorso nel lontano 2006, volto a riqualificare l’intera piazza. Purtroppo anche in questo caso regna l’incertezza, nonostante si tratti di un progetto in grado di restituire alla città un luogo di socializzazione, dove poter ammirare nuovamente la maestosità del Mausoleo.
I progetti cancellati
Torri Ligini – Costruite per ospitare il Ministero delle Finanze, nel corso degli anni sono cadute in disuso, guadagnandosi il nome di Beirut. Le torri, situate all’Eur, accanto alla Nuvola di Fuksas, hanno affrontato un tortuoso iter di idee che continuano a sfociare in un nulla di fatto. Nel 2007 un progetto di Renzo Piano prevedeva la demolizione e la costruzione di edifici vetrati per appartamenti. Il progetto salta e, dopo diversi anni di abbandono, l’acquisizione da parte della TIM sembra dare nuova speranza alle torri. Con un bando dedicato agli studi under 40 (vinto da Uno+A) si prevede di riqualificare gli edifici esistenti e spostare in essi tutti gli uffici dell’azienda. Recentemente, però, l’ennesimo stop ai lavori, con la TIM che si tira indietro dopo alcune divergenze con l’assessorato all’Urbanistica. Andare via da Beirut sembra un’impresa impossibile…
Campidoglio 2 – Per riunire 4350 dipendenti comunali si era pensato ad un progetto ambizioso: costruire un nuovo Campidoglio. Dopo un primo bando, svoltosi nel 2008, vinto da Mario Cucinella, un secondo bando ha visto prevalere la proposta dello studio ABDR grazie ad un progetto elaborato per ristabilire il rapporto tra la Civitas e l’Urbs. L’apertura dei lavori era prevista ad inizio 2013 ma, nell’anno successivo, il Ministero delle Finanze manifesta dei dubbi sulla fattibilità economica del cantiere bloccando nuovamente l’iter. È destino che di Campidoglio ce ne sarà sempre uno solo.
Green Tower – Questo grattacielo di 130 metri doveva rappresentare un landmark per la città, la porta di Roma ad ovest. L’edificio, una sorta di antenato del Bosco Verticale di Milano, progettato da Schivo, si presentava come un organismo bioclimatico capace di produrre energia ed abbattere l’inquinamento ambientale. Anche questa torre è finita tra i progetti interrotti, rinunciando all’idea di vedere Roma svilupparsi in verticale (scelta confermata dalla rinuncia ai grattacieli di Libeskind contenuti nel progetto dello Stadio della Roma).
Il fallimento delle “Città”
La Città dell’Acqua – Non tutti ricorderanno che Roma aveva deciso di dotarsi di un grande impianto per le cure termali e il benessere. Si trattava di un centro polifunzionale che doveva sorgere sulle macerie del Velodromo dell’Eur. Il concorso di progettazione viene vinto dalla Teching S.r.l. che propone attività sportive e ricreative coniugate con servizi di vario genere. La struttura a goccia, icona del progetto, rendeva l’impianto riconoscibile. La realizzazione della Città dell’Acqua viene però interrotta durante la giunta Alemanno, che prevede in quest’area degli edifici legati all’organizzazione del Gran Premio di Roma. Ma questa è un’altra storia (con il medesimo finale).
La Città dello Sport – Il manifesto delle incompiute romane non può che spettare al progetto di Calatrava. Pensato come palcoscenico dei Mondiali di nuoto del 2009, la città dello sport ha accumulato sempre più ritardi e polemiche tanto da essere oggi simbolo di degrado e inefficienza. Il destino di quest’opera continua ad essere poco chiaro nonostante siano passati più di 10 anni dalla presentazione del plastico originario. L’idea iniziale doveva dotare l’intero quadrante di Tor Vergata di un rettorato, spazi pubblici, campus per gli studenti e impianti sportivi. Quello che rimane oggi è una desolante vela che svetta sul panorama romano ricordandoci quanto sia enorme la distanza tra noi e il resto del mondo.
La Città dei Giovani – Nella ricerca di Archistar da portare a Roma non poteva di certo mancare Rem Koolhass. Mediateca, teatro, cinema, ristoranti e spazi di aggregazione: questo era il suo progetto per la Città dei Giovani, intervento di riqualificazione per l’area degli ex Mercati Generali. Fin dall’inizio l’iter ha mostrato tutti i suoi limiti, con i lavori, avviati dopo anni dal concorso, interrotti quasi immediatamente. Nel 2014 grazie all’iniziativa dell’Assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo il procedimento riprende, non più su progetto di Koolhass ma di un gruppo di architetti di Roma Tre. Anche in questo caso i lavori sembrano lontani dal terminare, in un intervento che ha dimostrato tutta la fragilità a cui sono sottoposti i progetti degli architetti più famosi.
La Città della Scienza – Davanti al MAXXI, tra il Ponte della Musica e l’Auditorium di Piano deve sorgere la Città della Scienza. Lo Studio 015 Viganò ha vinto il concorso internazionale bandito dalla CDP con una proposta che mette al centro la continuità urbana e la permeabilità dello spazio. Un progetto importante, quindi, presente in quasi tutte le città europee ma che a Roma stenta a decollare vista l’incertezza economica che sembra caratterizzare qualsiasi tipo di intervento. Questo progetto, inoltre, prevedeva anche l’inserimento di una nuova linea tramviaria che riqualificasse Via Guido Reni rendendola uno dei boulevard più attrattivi di Roma. Al momento però, vedere uniti insieme Foro Italico, Maxxi, Città della Scienza e Auditorium sembra essere solo una speranza.