Le carte da gioco svolgono un ruolo importantissimo nell’intrattenimento culturale degli italiani, sia in estate al mare, che in inverno a casa. Qualunque luogo può tramutarsi in agglomerato sociale proprio grazie alle carte da gioco, in rappresentanza di uno dei passatempi più longevi della storia nazionale. Tuttavia, ogni realtà regionale preserva delle caratteristiche uniche legate al mazzo di carte impiegato dai suoi abitanti. Le grandi famiglie di carte diffuse in Italia sono: quelle dai semi spagnoli (centro-sud), quelle dai semi francesi (nord-ovest), le carte dai semi italiani (nord-est) e le carte dai semi tedeschi (Sudtirol). Ma per approfondire il tema in questione, è giusto fornire una guida per specificare quali sono le principali carte da gioco in Italia.
Carte trevisane (trevigiane o venete)
Le carte trevisane, anche riconosciute come trevigiane o venete, presentano delle caratteristiche alquanto interessanti. Innanzitutto, si specifica che sono le più lunghe nella forma insieme a quelle bolognesi, e poi – come indica il nome – sono diffuse nel Veneto e nel Friuli (semi italiani). Questi mazzi di carte risalgono addirittura al XVIII secolo, e ciascuno di essi contiene ben 52 carte. La peculiarità delle carte trevisane è che i quattro assi vengono accompagnati da un motto specifico; ma per raggiungere una piena consapevolezza a riguardo, si ha a disposizione un articolo dettagliato che esamina il significato dei simboli delle carte trevisane, inserito tra le guide essenziali presenti sul blog di questo portale di live blackjack.
Carte bergamasche
Siccome ogni mazzo di carte regionale è un manifesto simbolico della storia passata di quel determinato territorio, un esempio calzante, da questo punto di vista, è fornito dalle carte bergamasche. Infatti, sul quattro di spade è raffigurata una donna, per cui lo si indica come “margi”; l’asso di bastoni è accompagnato dal motto “Vincerau”. Inoltre, l’asso di coppe è riconducibile senza dubbio alla famiglia Sforza, in quanto è a forma di fontana come l’emblema della suddetta. Il seme di denari presenta una colorazione differente, con sfumature rosse e nere.
Carte milanesi o lombarde
Le carte milanesi o lombarde presentano uno stile simile a quello delle carte francesi, anche se ne esiste una variante diffusa esclusivamente nel Canton Ticino, conosciuta come “lombarde estero”. La particolarità delle carte milanesi sta nel richiamo al simbolo del capoluogo lombardo, ovvero il biscione della famiglia dei Visconti, il quale viene omaggiato dai dettagli presenti sul petto del fante di fiori.
Carte napoletane
Le carte maggiormente diffuse in Italia sono senza esitazione quelle napoletane, poiché vengono impiegate in tutto il centro-sud della nazione, isole incluse. Si intuisce facilmente il periodo storico di appartenenza di queste carte, poiché il vestiario delle figure riconducono all’abbigliamento del lontano XVI secolo. Alcune peculiarità che contraddistinguono le carte napoletane sono presenti sul tre di bastoni, sull’asso e sul cinque di spade. Nel primo caso, vi è raffigurato un volto particolarissimo, anche chiamato Gatto Mammone a causa dei suoi baffi simili a quelli dell’animale in questione. L’asso di spade è formato da un’aquila a due teste, mentre il cinque di spade rappresenta uno scenario di semina.
Carte piacentine
Le carte piacentine hanno una storia suggestiva, poiché fino agli anni Cinquanta erano intere, mentre oggigiorno presentano delle figure a due teste divise in orizzontale. La caratteristica memorabile di questo mazzo di carte è il suo bollo d’imposta presente sulla pancia dell’asso di denari, e perciò anche chiamato “la Polla” o “il Pitocco”.
Carte siciliane
Rispetto agli altri mazzi di carte, quelli siciliani appaiono di dimensioni maggiormente esigue e presentano delle figure meno elaborate. Tuttavia, la particolarità storica delle carte siciliane è data dalla presenza di Giuseppe Garibaldi sul cavallo di bastoni; chi possiede i primi mazzi è davvero fortunato in tal senso. Uno dei re, invece, veniva raffigurato con le sembianze di Vittorio Emanuele II.