La libertà è un concetto sublime.
Che sia quella sociale, razziale o sessuale, essa utilizza canali come l’arte, il cinema, la poesia e la musica per darsi forma e per trasmettere positività e pace. Elementi come l’uguaglianza, il pride, l’accettazione non possono che essere diretti frutti di questo ideale, dove ogni individuo, pur essendo diverso, resta comunque uguale a tutti gli altri. Tanti gruppi sociali svantaggiati hanno quindi voluto dire la loro usando in particolare la musica, forse lo strumento più efficace nel mandare messaggi a un grande pubblico.
Ecco quindi 5 canzoni legate a rivoluzioni sociali.
[irp posts=”7542″ name=”Musica e innovazione: com’è cambiato il panorama musicale negli anni”]
BOB DYLAN – BLOWIN’ IN THE WIND (1963)
Un colosso della musica contemporanea, che quasi da solo ha dato i natali al folk rock, ci presenta quindi uno dei suoi brani più noti. Un canzone del genere non poteva che essere carica di una critica sociale che attaccava l’America di quei anni, in piena Guerra Fredda e con la perenne ossessione del richiamo agli armamenti. Il testo quindi richiama al fatto che la soluzione contro tutta questa violenza non può che essere nel vento, inteso come elemento semplice e pacifico. Il pezzo diventerà quindi una sorta di inno per le generazioni future di outsider politici
PET SHOP BOYS – GO WEST (1993)
Il duo pop britannico, che non mai fatto nascosta una certa etica pro-gay in alcune delle loro hit, ci mostra questa volta un brano non originale: una cover dei Village People, per l’appunto. Mantenendo il messaggio originale di pace (in realtà parla di una Terra Promessa gay), trasforma però il lato musicale: da una semplice disco music originale, a un anthem sgargiante dance pop, a cavallo tra un inno sovietico e un gay pride degli anni ’90. Inutile a dirsi, diventerà un successo strepitoso, specie nella comunità LGBTQ
DEPECHE MODE – PEOPLE ARE PEOPLE (1984)
Questo pezzo synthpop della band inglese, dal grande successo internazionale, possiede nella sua apparente semplicità, dei messaggi forti quali la discriminazione razziale e religiosa, dove si può trovare un individuo mosso dal dilemma “Cosa rende un uomo un uomo?”, e del perché un essere umano odia un suo simile
GRANDMASTER FLASH & THE FURIOUS FIVE – THE MESSAGE (1982)
Il nome potrebbe risultare sconosciuto ai più, ma Grandmaster Flash è uno dei primissimi artisti hip hop che hanno avuto successo commerciale e vero padrino del genere. Questa, la loro più grande hit, è anche una pietra miliare della musica non solo urban: è infatti il primo pezzo rap dove anziché testi blandi da festa si trattano temi sociali e politici, quali il crimine, la povertà e il forte disagio che si viveva nelle strade di New York in quei anni. Finirà con l’influenzare intere generazioni di rapper e giovani afroamericani, specie nel denunciare ingiustizie sociali
MADONNA – VOGUE (1990)
Si può dire di tutto di lei. Si potrebbe anche dire che si è fatta una carriera grazie ai LGBTQ.
Ma Madonna, con canzoni come questa, non può che essere considerata la regina delle icone gay. Gli omosessuali in quei anni, tra AIDS e discriminazioni aumentate anche a causa di questa malattia, non se la passavano bene, e avevano bisogno di una valvola di sfogo. La cantante decide quindi di prenderli sotto la sua ala, riprendendo questo ballo cult tipicamente gay e vistoso e portandolo alla fama mondiale, dando visibilità e sensibilizzando su questa comunità continuamente oppressa dalla società retrograda e bigotta.
[irp posts=”6270″ name=”Musica Elettronica, gli esponenti italiani”]