Un evento inaspettato ci ha sorpresi e ci costringe al confronto con noi stessi.
Ci si domanda spesso come possa essere un periodo di completo isolamento dal mondo. Quante volte abbiamo viaggiato con la nostra mente alla ricerca di un universo parallelo in cui ci fossimo solamente noi, nessun altro. Questa in cui siamo costretti è la resa dei conti, lo specchio che riflette, te solo. La tua proiezione che ti fissa in silenzio, in attesa di una sentenza.
I viaggi spirituali sono stati il pensiero di molti di noi, ironicamente, quante volte avete sentito la classica frase “me ne vado in Tibet, alla ricerca del mio Io interiore“. Quante volte abbiamo sentito dire “me ne vado in reclusione“.
Finalmente la tanto attesa quanto improbabile circostanza è arrivata, è giunto il fatidico momento, l’incontro col nostro Io. ” Benvenuta Quarantena, piacere Io sono Io, mi aspettavi?”
Ok, tutto è pronto per il nuovo viaggio. Ma, come si parte per una quarantena? L’entusiasmo è alle stelle, le aspettative sono tante, un pò come quando si è in gita a quattordici anni, da soli per la prima volta.
Penso a quante cose potrò fare, a quante ne vorrei fare, siamo così pieni di buoni propositi.
E così utilizzi finalmente l’agenda per organizzare al meglio questi giorni di completa autonomia. Segni, appunti, salvi. Nessuno ti dirà cosa fare, soprattutto come farlo e sarà questa la cosa più difficile: non avrai indicazioni, dovrai farlo con i tuoi tempi.
“Tentazioni : cose errate che paiono giuste dapprima. Ma .. Ehm .. Per quanto ciò che giusto può sembrare errato a volte, ehm .. Accade che cose sbagliate, ehm .. Siano giuste a tempo debito .. o .. Ehm .. Viceversa”
Inizia la quarantena ed inizia nella tua testa una musica simile a ” I’m Shipping Up To Boston“, con la giusta carica di un folk irlandese. E’ così bella all’inizio, è un susseguirsi di eventi, mode, notizie.
“Pensavo fosse la ricerca del mio Io, ma mi ritrovo sommerso da persone nonostante loro non siano qui”
La potenza della tecnologia si rivela proprio in questi frangenti, ti aiuta a passare il tempo, a pensare meno e magari a realizzare di più, magari. Tanti spunti, tante idee che finiscono per inghiottirti in un vortice. Un vortice potente che finisce per coinvolgerti, avvolgerti e ti lascia disperdere come una goccia d’acqua. I giorni passano e nemmeno te ne accorgi, ti addormenti con la promessa “lo faccio domani“.
“Il domani che diventa dopodomani e così via..“
Ma ci sono anche cose positive in tutto questo, inutile negarlo.
L’aspetto positivo dell’avere tempo sta anche nel riuscire a distribuirlo e qualche volta capita di farlo anche in maniera sensata. Con tutto questo tempo a disposizione riusciamo a curare i nostri rapporti, a risentire persone che ormai sono lontane da noi o a conoscere meglio chi è con noi in questo momento difficile.
Le mie aspettative di questa quarantena erano diverse, ero partito con una carica positiva del “fare, fare e poi fare”, un pò come quando ci si carica per un match importante.
Le premesse sono sempre belle, alla fine.
In alcuni istanti mi sono sentito quel bambino malato che dice alla propria madre ” posso non andare anche domani a scuola? Ho ancora un pò di mal di gola”
Ho iniziato a combattere una battaglia contro me stesso.
La parte responsabile, quella positiva e propositiva contro quella restia al cambiamento, più propensa a passare il proprio tempo ad osservare piuttosto che agire, inutile negarcelo, avevo una sfilza di serie televisive che avrebbero occupato il mio tempo oltre a numerosi giochi che richiedevano solamente la mia presenza.
“L’ozio era servito col cucchiaino e dovevo solo aprire la bocca“
Se non mi fossi guardato allo specchio dopo qualche giorno, la parte propositiva non avrebbe mai iniziato questa battaglia, difficile battaglia.
Ho iniziato con l’osservare, lo studiare, a riprendere mano a tutti quei progetti che richiedevano il mio tempo.
Ho pensato che il tempo a disposizione in questo momento fosse come Oro colato ed io non dovevo far altro che usufruirne finché non sarebbe finito.
Alla base di tutto occorreva mantenere gli orari come una giornata tipo di lavoro, dandomi scadenze, dettandomi i tempi.
La distribuzione del tempo è stata organizzata per ordine di priorità, volontà e passioni.
Il trucco è stato anche inserire momenti di svago e di allenamento alternati alle altre attività della giornata e cosa più importante ho dato il via libera alla mia immaginazione.
Il tutto è servito anche per avere un quadro più rilassato e di analisi.
Con il tempo dalla nostra parte la fase di analisi è ben concentrata e soprattutto ti porta a riflettere maggiormente.
Possiamo dirlo?
“Ad oggi abbiamo una cosa delle cose più importanti : Abbiamo tempo”
Oltre all’aspetto lavorativo in questa quarantena riusciamo ad apprezzare e a dare importanza alle cose che ci sono vicine. Nella nostra “mondanità” siamo così dispersivi, così frettolosi che non ci soffermiamo su niente che superi la lunghezza del nostro naso.
Siamo abituati alla corsa, all’acquisto d’impulso, all’ iper – produttività, al fare senza ascoltare. Abituati al ” chi si ferma è perduto, per cui, corri”, educati a demonizzare la noia, l’attesa, la lentezza e la pazienza.
” Guardiamo avanti senza mai perderci ad osservare il cielo”
Inizialmente non avevo pensato a quante cose potesse darmi questa quarantena, sono stato travolto dalle ondate di notizie che pervenivano giorno dopo giorno. Ho iniziato ad apprezzare la bellezza del silenzio, ho iniziato ad apprezzare la lentezza del tempo, ho iniziato ad apprezzare Me.