“Un libro d’arte che sia testimonianza del fermento artistico e intellettuale dei -diversi-“
Un libro innovativo in cui valorizzare le pratiche artistiche come strumento di riappropriazione degli spazi e celebrazione di tutte le identità, con particolare riguardo per quelle tradizionalmente emarginate, escluse o temute. È questo uno dei principali obiettivi della call nazionale e internazionale per il prodotto editoriale «Queer Pandèmia – contaminazioni artistiche di altro genere» indetta da TWM Factory, Associazione Culturale promotrice di ULTRAQUEER, la prima e più grande rassegna in spazi istituzionali di pratiche artistiche ‘queer’, con il supporto di Edizioni Tlon e BASE Milano.
È possibile partecipare alla call – il cui bando con il regolamento completo e le modalità è disponibile online – in qualità autoriale, inviando l’abstract di un proprio saggio entro e non oltre il 28 febbraio, o come artista, inviando la documentazione necessaria entro e non oltre il 26 marzo 2023.
«Quando lo scorso anno abbiamo lanciato ULTRAQUEER, abbiamo riscontrato una forte partecipazione, sia all’interno che all’esterno della comunità LGBTQ+, in particolare dei giovani. Abbiamo sperimentato in prima persona l’esigenza collettiva di reclamare nuovi spazi di rappresentazione» ha dichiarato Nicola Brucoli, Presidente di TWM Factory, che ha poi continuato: «Nel 2023 questa esigenza, se possibile, la avvertiamo in maniera ancora più forte. Nell’attuale panorama politico e sociale la comunità LGBTQ+, così come tutte le comunità minoritarie, affronta una progressiva erosione degli spazi e minacce che hanno pochi precedenti negli ultimi anni. Con Queer Pandèmia vogliamo raccogliere pratiche artistiche e spunti critici in un prodotto editoriale che sia testimonianza dell’inarrestabile fermento, intellettuale e artistico, dei ‘diversi’.»
Carlo Settimio Battisti, co-curatore della mostra, ha chiarito il significato del nome Queer Pandèmia: «Oltre ai sensi più ovvi, la chiave di lettura è tutta nell’accento: abbiamo deciso di fare un esplicito richiamo al significato più antico del termine, dal greco ‘pan’ (‘tutto’) e ‘démos’ (‘popolo’), perché pensiamo che chiunque debba avere la “libertà di essere come si è”. Ovviamente abbiamo deciso di giocare sulle molteplici definizioni del termine, facendo un riferimento alla proliferazione dei generi e delle identità e alle storie di spazi e corpi. Si tratta di una linea vastissima che intendiamo esplorare in termini visivi, artistici e concettuali. Come squadra curatoriale siamo pronti alla sfida, che affronteremo con dei partner d’eccezione come Edizioni Tlon e BASE Milano.»
«Il nome è troppo provocatorio?», si chiede Lorenzo Sanchez, del team curatoriale: «Non credo. Usciamo da una stagione in cui, specie in campagna elettorale, qualsiasi minoranza è stata descritta come un errore, qualcosa da arginare. Ve le ricordate le devianze? Ecco, stiamo facendo quel che la comunità LGBTQ+ fa da sempre: reclamare le etichette forgiate da chi vuole ferirci. A chi fa arte, attivismo e ricerca queer dico: venite e mostriamo di essere una pazzesca e inarrestabile fucina di idee e pensiero. Il tempo in cui potevamo essere ridotte sistematicamente ai margini del panorama culturale è finito.»