Redenzione è sinonimo di rinascita, di rivincita e di rivalsa, tre condizioni la cui esistenza dipende dalla capacità di guardare oltre e dalla voglia di mettere in discussione il presente.
Durante Redenzione, il vernissage in atto questo 11 e 12 maggio in occasione del weekend di Open House a Roma Smistamento sarà possibile esaminare gli spazi urbani di Roma schiavi dell’abbandono e di una vita propria apparentemente volta al termine. Questo sarà possibile farlo grazie ad uno spirito critico ma propositivo che in primis verrà suggerito da numerosi progetti esposti, lavori appartenenti ad artisti e professionisti del settore in scena nell’Urbe.
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Parlare di abbandono e di mancata valorizzazione ha come obiettivo principale quello di stimolare la nascita di un sentimento comune: vale a dire la voglia di redenzione totale. Una redenzione volta alla realizzazione di un progetto più grande. L’inserimento di quest’ultimo termine, ovvero “progetto”, non deve esser visto esclusivamente come un’allusione al concetto di costruzione, soprattutto se per costruzione si intende “aggiungere”. Che si tratti di un processo di rigenerazione urbana o di un percorso di crescita umana, non sempre la redenzione si ottiene aggiungendo. Spesso infatti, il completamento di un’evoluzione può essere il risultato di un adattamento o addirittura dell’eliminazione di tutti quegli elementi che nuocciono al sistema.
Innegabilmente ci vuole coraggio e amore per redimersi e redimere ma questo è sicuramente uno di quei casi in cui la soddisfazione finale è direttamente proporzionale al rischio preso in precedenza.
In questo moodboard esploriamo il lato più creativo della redenzione, dove non esistono schemi da seguire per raggiungere la libertà bensì ci si diverte nel plasmare la realtà attraverso l’immaginazione.
“Compito dell’immaginazione è la redenzione della realtà.“
Nicolás Gómez Dávila