Nell’ultimo decennio, il tema della rigenerazione urbana ha acquisito una posizione centrale nella progettazione delle metropoli. Il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e gli interventi in aree dismesse, spesso accompagnati da azioni di natura culturale, sociale, economica ed ambientale, risultano necessari per un governo del territorio finalizzato al miglioramento della qualità della vita.
LEGGI ANCHE: Nuovi Codici Espressivi – La nuova linea editoriale di The Walkman
Attraverso la rigenerazione urbana è possibile vincere la sfida urbanistica dei nostri tempi: ripensando le funzioni in base ai bisogni e ai desideri dei cittadini, progettando nel rispetto dei principi di sostenibilità e partecipazione. Gli edifici dismessi e i vuoti urbani rappresentano occasioni di sviluppo consapevole delle megacities, limitando il consumo di suolo in favore della riqualificazione di tessuti traumatizzati. La rigenerazione urbana acquista così forte valenza simbolica, poiché restituisce brandelli di città inutilizzati alla fruizione e condivisione. Una metamorfosi che dà continuità alla trasformazione di ciò che è stato, ciò che non è più, e ciò che torna ad essere attraverso un intervento creativo e progettuale.
Come prevedibile per un organismo così stratificato, la rigenerazione urbana è entrata con forza nelle dinamiche di Roma. Attraverso operazioni che spaziano tra architettura, urbanistica e arte si sono trasformati diversi tasselli della Capitale. Sebbene differenti nella tipologia di intervento, nelle funzioni (ri)stabilite e negli attori coinvolti, la caratteristica comune di questi progetti è di avere come obiettivo quello di generare valore e di creare nuove dinamiche sociali in tessuti urbani che avevano perso i tratti di città.
LEGGI ANCHE: Segni Particolari – Roma non convenzionale
La mostra Redenzione – Riscatto di Città vuole stimolare la discussione e il confronto sul tema della rigenerazione urbana a Roma offrendo una panoramica sullo scenario urbanistico e architettonico di Roma per mezzo di un approccio multidisciplinare.
L’intero lavoro di ricerca ed esposizione è stato condotto attraverso una costante oscillazione tra il prendere atto delle criticità che risiedono sul territorio e il voler rendere visibili e sistemiche le opportunità create dagli interventi di rigenerazione e dalle idee che si sedimentano nei luoghi.
La mostra da una parte mappa e fotografa edifici in disuso, architetture che hanno perso la loro funzione originaria, vuoti urbani che impoveriscono la città e cinema dismessi. Dall’altra esalta i processi virtuosi di rigenerazione, attuati tramite progetti di architettura di respiro internazionale, riattivazioni temporanee volte a rilanciare il valore immobiliare, iniziative di arte sociale per rivalutare le periferie come luogo di incontro. Si è dato spazio alle progettualità che gravitano sul territorio, idee e visioni di studenti e giovani studi da cui partire per la redenzione di Roma.
Questo progetto vuole parlare di urbanistica e di Roma attraverso una moltitudine di linguaggi ormai imprescindibile dall’analisi e dalla proposta per la città. Architettura, mobilità, fotografia, grafica: un metodo che abbraccia più [diverse] discipline per analizzare su più livelli lo stato attuale dei sistemi urbani, favorendo un orientamento creativo innovativo per le metropoli contemporanee.
Questo lavoro di ricerca, non a caso progettato e realizzato in uno spazio rigenerato, vuole dimostrare che per Roma è possibile uscire dal circolo vizioso di autocommiserazione riguardo il suo degrado e il suo sviluppo urbano frammentato.
La redenzione della città è possibile. Ripartiamo da qui.
Per approfondire il tema della rigenerazione urbana: “Una città da abitare“ a cura di L. Bertell e A. De Vita.