Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano dal 15 marzo al 30 giugno 2019, nella sede di Galleria Corsini a Roma, la mostra di Robert Mapplethorpe: L’obiettivo sensibile, a cura di Flaminia Gennari Santori, Direttore delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini.
La scelta della curatrice di fare una mostra su Robert Mapplethorpe è ispirata alla pratica collezionistica dell’artista, avido raccoglitore di fotografie storiche, passione che condivideva con il compagno Sam Wagstaff, la cui collezione fotografica – composta in larghissima parte di ritratti, figure e paesaggi – costituisce un fondo straordinario del dipartimento di fotografia del Getty Museum di Los Angeles.
La mostra è un evento unico poiché, come afferma la curatrice: “le foto sono state in varie occasioni accostate alle opere di artisti del passato – Michelangelo, Hendrick Goltzius, Auguste Rodin – attraverso dialoghi sorprendenti e rivelatori, ma questa è la prima volta che vengono esposte nel contesto di una quadreria settecentesca”.
La selezione delle opere e la loro collocazione nella Galleria rispondono a diverse intenzioni: mettere in luce aspetti del lavoro di Mapplethorpe che risuonano in modo particolare con la Galleria Corsini, intesa come spazio — fisico e concettuale — del collezionismo, per innescare una relazione inedita tra i visitatori, le opere e gli ambienti della Galleria.
“Mapplethorpe non è mai stato alla Galleria Corsini, ma senz’altro avrebbe trovato interessanti le sale ancora allestite secondo il gusto del cardinale Neri (1685 – 1770), il creatore della collezione che visse in questo appartamento dal 1738 alla morte”. Così scrive nel suo testo Flaminia Gennari Santori, che prosegue: “Nel Settecento i quadri si disponevano alle pareti secondo criteri di simmetria, euritmia e varietà compositiva che stimolavano il visitatore ad individuare assonanze e differenze tra le opere, addestrandone lo sguardo. Sono gli stessi principi che hanno guidato l’obiettivo di Mapplethorpe nel corso di tutta la sua carriera; l’innesto delle sue fotografie, magneti in bianco e nero nel tessuto colorato di quadri che ricopre le pareti, è un invito ad esplorare la Galleria Corsini con la predisposizione di un conoscitore del Settecento, alla ricerca di assonanze, simmetrie e differenze.”
Il percorso della mostra, che si snoda in tutte le sale del museo, inizia nella cosiddetta Anticamera dove Winter Landscape, un raro paesaggio del 1979, è esposto sotto Paesaggio con Rinaldo e Armida di Gaspard Dughet.
Prosegue poi nella Prima Galleria dove già emergono le risonanze della poetica dell’artista con il luogo. Con Ken and Lydia and Tyler (1985) e Self Portrait (1988) viene messa in luce la rielaborazione in chiave contemporanea dell’equilibrio del tema classico delle “Tre Grazie” della prima fotografia, in contrapposizione alla brutale onestà dell’autoritratto del 1988, dove Mapplethorpe, consapevole della morte imminente, guarda dall’oscurità con un gesto vigoroso e antico. Allo stesso tempo, fotografie come Italian Devil (1988) evidenziano la passione dell’artista per il collezionismo, e qui in particolare la sua raccolta di sculture di satiri o la serie delle quattro stampe di Ajitto (1981) esaltano alcune opere della Galleria che solitamente sfuggono all’attenzione, quali i bronzetti sistemati sulle consolle settecentesche.
Nella Galleria del Cardinale Puerto Rico, Woman, un ritratto di donna del 1981, si specchia in un cinquecentesco Ritratto di vecchia di un seguace di Jan Van Scorel, mentre Lisa Lyon (1980) langue accanto a due piccole scene mitologiche di Francesco Albani, Giove invia Mercurio ad Apollo e Venere e amorini.
Nella Camera del Camino (o Sala del Trono Corsini) Marcus Leatherdale di Mapplethorpe, in dialogo con i bronzetti di Adone e Diana Caccatrice di Antonio Montauti, diventa un personaggio ovidiano di ritorno dalla caccia. Nella stessa sala Samia (1978) e Catherine Olim (1982) fiancheggiano una delle opere simbolo della collezione, Salomè con la testa del Battista di Guido Reni, e la splendida Testa di vecchio di Pieter Paul Rubens.
Di grande impatto l’allestimento delle opere nell’Alcova di Cristina di Svezia dove Bernine (1978) ricorda i ritratti di Lorenzo Lotto e dei maestri lombardi del Cinquecento. Vicino al motto della regina “Nacqui libera, vissi libera e morirò liberata” è collocata Lisa Lyon (1981), la culturista immortalata da Mapplethorpe in centinaia di fotografie in una sorta di manifesto di libertà fisica e intellettuale. Allo stesso tempo il ritratto è posto in correlazione con i tre ovali di Guido Reni, la Vergine Addolorata, il Cristo coronato di spine e il San Giovanni Evangelista.
Proseguendo, nel Gabinetto Verde Guy Neville (1975) si accompagna al suo alter ego antico, esempio di eleganza, il Cardinal Neri Corsini senior ritratto da Giovan Battista Gaulli nel 1666, mentre Harry Lunn (1976) e il cardinal Ferdinando de’ Medici, ritratto da Alessandro Allori, rivelano un’innegabile somiglianza.
Apple and Urn del 1987, esposto nella Sala Verde tra le nature morte di Christian Berentz (1658 – 1722), mette in luce la profonda assonanza tra le fotografie di Mapplethorpe e la pittura del Seicento. In questa sala, opposte ad alcune delle opere più importanti della Galleria – il San Giovanni Battista di Caravaggio e Venere e Adone di Jusepe de Ribera – incontriamo Black Bust e Apollo, entrambe del 1988, immagini nelle quali Mapplethorpe coglie l’equilibrio perfetto tra luce e ombra, durezza e morbidezza.
Il famoso ritratto del 1976 di Holly Solomon è esposto nella Sala Rossa come anche quello di Carol Overby del 1979, accanto a sequenze di fotografie dedicate ai temi della scultura classica, della ricerca della geometria nella luce, ed a immagini raramente esposte: due interni, Texas Gallery (1980), New Orleans Interior (1982), e Marty Gibson (1982). In una piccola stanza adiacente saranno esposte alcune fotografie più esplicite affiancate a immagini di fiori.
La mostra Robert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile è un’occasione straordinaria per guardare le sue fotografie da punti di vista inusuali e riscoprire la collezione del museo in una luce contemporanea.
Il 2019 è il trentesimo anniversario della morte di Robert Mapplethorpe e questa iniziativa, organizzata in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation di New York, si iscrive in una serie di mostre dedicate all’artista, tra le quali una grande retrospettiva al Guggenheim di New York e, in Italia, quella al Museo Madre di Napoli che si concentra in modo inedito sull’intima matrice performativa della pratica fotografica dell’artista.
La mostra è accompagnata da una brochure con un testo di Flaminia Gennari Santori; inoltre, in programma, una serie di attività: una conversazione su Mapplethorpe con la curatrice, Jonathan K. Nelson, docente alla Syracuse University di Firenze e Andrea Viliani direttore del Museo Madre di Napoli (giovedì, 15 maggio 2019); visite guidate gratuite (previo acquisto del biglietto di ingresso al museo) ogni giovedì alle ore 17.00; laboratori didattici per bambini dai 5 ai 12 anni, ogni sabato alle ore 17.00 (dal 23 marzo al 22 giugno. Gratuito per i partecipanti, biglietto a 6 euro per due accompagnatori).
Per tre domeniche, 26 maggio, 9 e 23 giugno, alle ore 16.30, alcune delle opere esposte saranno oggetto dell’iniziativa Museo Adagio, un progetto di slow artper vivere la mostra con lentezza, contemplazione e condivisione, per osservare i capolavori con maggiore attenzione e consapevolezza. Per info: didattica@barberinicorsini.org.
In occasione dell’inaugurazione e dell’apertura straordinaria, la Galleria Corsini è stata avvolta da un’ambientazione sonora con brani di Philip Glass scelti da Flaminia Gennari Santori, in collaborazione con Alberto Salini, discografico, musicista e produttore. Il compositore e musicista statunitense era amico di Mapplethorpe e il lavoro di entrambi, seppur secondo percorsi diversi, esprimeva l’estetica minimalista del periodo. Nella musica di Glass essa si traduce in sonorità non rappresentative bensì creative, non in immagine bensì in astrazione, conservando nella sua prorompente carica innovativa un forte legame con il “classico”.
Per la serata i visitatori hanno assistito ai componimenti musicali “Metamorphosis” (1988), scritti per un adattamento teatrale della Metamorfosi di Franz Kafka, “Études for Piano” (1994-95), originariamente commissionati dal pianista e direttore d’orchestra Dennis Russel Davies ed infine “Opening” dall’album “Glassworks” (1982), il tentativo, riuscito, di Philip Glass di creare un album maggiormente orientato alla musica pop, con brani più brevi e accessibili.
La mostra ha preso vita con l’intento di proseguire il dialogo e l’intreccio tra passato e presente iniziato con l’esposizione di Parade di Picasso nel 2017 e la rassegna Eco e Narciso nel 2018, ormai un tratto distintivo della strategia delineata dalla direzione del museo.
- INFORMAZIONI:
www.barberinicorsini.org | comunicazione@barberinicorsini.org
SEDE: Roma, Galleria Corsini, via della Lungara 10 – Roma
INAUGURAZIONE MOSTRA E APERTURA STRAORDINARIA: ore 18.00 – 22.00 (ultImo ingresso ore 21.30)
APERTURA AL PUBBLICO: 15 marzo – 30 giugno 2019
ORARI: dal mercoledì al lunedì dalle 8.30 alle 19.00. La biglietteria chiude alle 18.00.
GIORNI DI CHIUSURA: martedì, 25 dicembre, 1° gennaio
BIGLIETTO BARBERINI CORSINI: Intero 12 € – Ridotto 2 € (per i giovani dai 18 ai 25 anni). Il biglietto è prenotabile presso la Gebart ed è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini. Il ticket è inoltre Gratuito per: minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori dell’Unione Europea (previa prenotazione), studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell’ordine, portatori di handicap con accompagnatore, personale docente della scuola, di ruolo o con contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione sul modello predisposto dal Miur.
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