In materia di scultura italiana contemporanea, assistiamo al fenomeno di accantonamento della plastica in favore di forme artistiche che, per comunicare, prediligono un linguaggio pittorico o uno più concettuale, slegato ai media tradizionali dell’arte.
Gli spazi dedicati all’esposizione non mancano di ospitare statue di un passato più o meno prossimo, ma chi, tra i giovani artisti, sceglie di esprimersi attraverso tecniche scultoree?
Vediamo dunque come si evolve la scultura italiana contemporanea analizzando l’opera di Matteo Maggio e Felix Schramm.
Scultura italiana contemporanea: Matteo Maggio – Tradizione e avanguardia
Classe 1983, nato a Grosseto, si forma all’Accademia di Belle Arti di Carrara: la sua familiarità col marmo, ma anche con altri materiali tradizionali come argilla, gesso e cemento, è intuitiva. Le sue prime opere, infatti, sono improntate su un’efficace figuratività.
Nel 2010 realizza Corpo del Suono presso il chiostro di Palazzo di San Galgano a Siena. Il perno dell’installazione risiede nel jazz-man, dalla cui tromba sembrano dipanarsi i cubi solidi sospesi per aria. Il significato dell’installazione, l’espressione artistica di Matteo, è affidata dunque a un universo creativo legato alla forma plastica, sia reale che astratta, e alla fusione tra scultura e ambiente architettonico: un motivo affatto nuovo, che si riallaccia alla tradizione barocca. Non per nulla, le sculture di Matteo dialogano sempre con l’ambiente circostante ed egli allarga la sua ricerca artistica giocando con input uditivi oltre che visivi; ha inoltre collaborato con diversi designer e curato delle scenografie.
Ha realizzato anche un’installazione presso il MAPS di Scarlino; qui, conduce una riflessione sugli spazi architettonici la cui cifra stilistica è differente dal resto. Le forme dell’opera sono più rivoluzionarie, richiamano una sorta di glaciazione che, invece di dialogare con lo spazio, lo definisce e ridefinisce. Si inserisce in un edificio eclettico con alcuni dettagli Liberty, del primo Novecento, operando una metamorfosi sulla facciata del museo. Ultimamente, il suo mondo creativo è aperto verso spunti differenti: contesti installativi site-specific, creati assemblando e modellando forme di polistirolo.
(Qui, per dare un’occhiata alle opere di Matteo Maggio.)
Scultura italiana contemporanea: Felix Schramm – Oscillazioni della forma
Nato nel 1970, Felix consegue la sua formazione tra Firenze – all’Accademia di Belle Arti – e Dusseldorf, ma ha studiato anche a Roma, e ha esposto in Italia in diverse occasioni, in ultimo presso la Fondazione Volume! nella Capitale.
Allievo di Janis Kounellis, in occasione del progetto Duo, a cura di Davide Sarchioni, ha creato un’installazione che trascende la scultura in senso stretto e diventa, piuttosto, esperienza di commistione tra spazio architettonico di partenza, scultura, pittura e collage. L’effetto finale è quello di opera d’arte totale che – come per le opere di Matteo Maggio – conferma il trend di revival dell’idea barocca di spazialità teatrale, di volta in volta rivisitata in chiave contemporanea.
La scultura, per Schramm, segue questo destino quasi involontariamente, influenzata dalla tradizione barocca scenografica che prevede la coesione di materiali, tecniche e luce per moltiplicare le potenzialità dei singoli elementi in un’unico punto nevralgico offerto allo spettatore. In questo caso Schramm non solo produce una scultura volta a sfigurare l’ambiente, ma ne rivede il significato, trattando l’elemento architettonico come una vera e propria scultura entro la quale lo spettatore può sviluppare sensazioni ed emotività articolate e complesse, suggestionate da questo complesso di spazio-plastica-luce-colore.
Prendendo in esempio il prodotto di due artisti accomunati, nonostante la formazione differente, dalla scelta di esprimersi attraverso forme plastiche, o comunque riconducibili alla scultura, emerge che quest’ultima vive una fase di viva sperimentazione che sposa elementi tradizionali (materiali, tecniche, presupposti di matrice barocco-seicentesca) con le esigenze performative tipiche dell’opera d’arte contemporanea.
Sebbene in misura minore, dunque, attraverso gli esempi di Matteo Maggio e Felix Schramm, la scultura italiana contemporanea diviene vettore di significati trasversali tenendo conto del contesto espositivo in senso moderno, di cifre stilistiche versatili, che fungono da ponte tra il glorioso passato italiano e le forme espressive che guardano al presente e al futuro.