La differenza tra passione e dipendenza
Partiamo da una premessa: non è necessariamente il numero di ore a tracciare la linea di demarcazione tra passione e dipendenza, si tratta innanzitutto di un discorso di atteggiamento, approccio. Il numero di ore rientra più che altro nelle conseguenze, in quanto, se nella passione è possibile quantificare liberamente il tempo da dedicarle, nel caso della dipendenza, si smarrisce facilmente la cognizione del tempo. Un’avvisaglia su tutte? Quando si trascura tutto il resto e si trova tempo e spazio solo per la passione divenuta dipendenza. Calza a pennello la seguente citazione:
“L’amore può trasformarsi in una dipendenza affettiva, ma la dipendenza affettiva non si trasforma mai in amore.”
Enrico Maria Secci
In questi casi, capita che il soggetto dipendente cominci a tralasciare anche le conseguenze negative date dalla dipendenza. Oppure può addirittura cominciare a costruire inconsapevoli catene di dipendenze. Ad esempio, vi è mai capitato o avete mai sentito parlare di amici che finiscono per abusare di caffè o bevande energetiche pur di completare un videogioco o una serie tv? O di gente che per non affrontare una dipendenza affettiva è diventata dipendente dall’alcool?
Tante tipologie di dipendenze
Inquadriamo meglio il problema, dato che è il primo passo per arrivare alle soluzioni. Le dipendenze sono molto diffuse ai tempi del post capitalismo e sono state alla base del consumo materiale così come di quello immateriale. Non esistono solo la dipendenza dal fumo, dall’alcool, dal caffè. Ad esempio, nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato l’inserimento della dipendenza dai videogiochi nell’undicesima revisione dell’International Classification of Diseases (ICD), sistema di classificazione in cui vengono inquadrate tutte le malattie diagnosticabili secondo l’agenzia dell’ONU.
Esistono anche le nuove dipendenze, seppur non tutte riconosciute ufficialmente come tali: dai social, dalle chat, dalle serie tv, come anche dai risultati della palestra. Perché diciamocela tutta: molti di noi frequentano le palestre non per sentirsi bene e in equilibrio con corpo, spirito e mente, ma piuttosto perché sono dipendenti dai like alle proprie foto dopo una sessione di body building o squat. Esiste anche la dipendenza affettiva.
“L’ossessione è il segno distintivo della dipendenza affettiva, indipendentemente dalle diverse forme che assume.” Enrico Maria Secci
Come gestire consapevolmente le dipendenze
Se la dipendenza è grave, una soluzione potrebbe essere parlarne liberamente con uno psicologo. Mi raccomando: il primo passo per aiutare una persona dipendente è ascoltarlo senza farlo sentire giudicato. Qualche consiglio pratico? Innanzitutto, appunto, è bene riconoscere la dipendenza. Poi, per consapevolizzarla, può essere utile fare un elenco dei danni che arreca alla propria vita. Ora è bene affacciarsi alle soluzioni e scrivere una lista dei cambiamenti che si vogliono portare nella propria quotidianità così come nei week end.
Fatto questo, mettere per iscritto e ben in vista (su pc, tablet o in camera da letto) la promessa che si ha intenzione di trasformare in obiettivo. Dopodiché sviluppare un semplice piano calendarizzato per raggiungere il proprio obiettivo e quindi fissare la data in cui si avrà voglia di ottenere la fine della dipendenza.
Può essere molto utile inquadrare ed eventualmente trascrivere i motivi per cui è partita la dipendenza: non ci piace il nostro lavoro, non ci piace il nostro gruppo di amici, non riusciamo ad esprimerci in pubblico, non abbiamo superato una delusione d’amore, siamo pigri, ecc. Fatto questo, sarà sicuramente più semplice individuare i fattori scatenanti e quindi starne alla larga e trovare soluzioni.
Ora è bene tenere a mente altri due consigli: meglio non cedere ai tranelli che noi stessi ci creiamo usando la creatività più per trovare scuse che per trovare soluzioni. E mi raccomando: se dovessimo avere una ricaduta, non diamoci per vinti. Non tutte le partite cominciano con un vantaggio, esistono le rimonte.
Dipendenze e passione: in conclusione
Non è detto che una puntata al centro scommesse, una diretta live al fantacalcio, una giocata al casinò on line o una partita a un videogame non siano una opportunità per divertirsi, distendersi, stimolare lo sviluppo cognitivo o vivere una carica di adrenalina. Addirittura è anche partito uno studio sui migliori giochi per bruciare calorie, a patto che siano accompagnati da una buona dieta, un discreto movimento (anche camminare) e sane relazioni con gli altri e gli elementi naturali outdoor (cielo, sole, mare, montagna, terra alberi).
Tutto sta anche nel non confondere i giochi e le passioni con intrattenimento e dipendenza. Come diceva Nietzsche: “nelll’uomo autentico si nasconde un bambino che vuole giocare”. L’uomo non è nato per intrattenersi, all’intrattenimento si è soltanto abituato. E poi, non dimentichiamo di metterci sempre il cervello. Ad esempio: mi piace la birra e il cinema? Posso evitare di bere 3 birre industriali (che mi fanno anche male allo stomaco) e quindi fisso un solo appuntamento settimanale in cui mi godo un bel film davanti ad una buona birra artigianale, e vedrete, la goduria sarà doppia.
Altrimenti rischiamo di perderci tante altre occasioni reali per creare endorfine: una sana esposizione al sole, un bagno caldo, un massaggio, una risata in compagnia, cantare, fare musica, fare all’amore, fare un atto di gentilezza, occuparsi di qualcun altro e più in fondo di noi stessi.