Soul Studio presenta Athleta: un magazine che vuole raccontare, attraverso le fotografie, l’essenza dello sport nel continuo bisogno di superare sé stessi.
La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento, in psicologia si traduce nella capacità di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. Questo è il filo conduttore delle storie raccontate da Athleta, magazine stampato due volte l’anno, colmo di fotografie che raccontano storie di sport e, soprattutto, di atleti, coloro i quali dedicano le loro energie al superamento dei propri limiti. Non degli atleti accarezzati dalla fama, ma di quelli che non conoscono la ribalta, protagonisti di storie semplici e immerse nell’anonimato, riempite però da una passione pura e senza orpelli nei confronti dello sport.
Il secondo numero di Athleta si apre con un servizio su un piccolo campo nella regione del Pireo, sul quale giocano ragazzi provenienti dal campo profughi di Skaramagas, si passa dalla Grecia alla Romagna, dove c’è un ragazzino che sogna di diventare il prossimo Valentino Rossi e così si prosegue tra il circuito dei monster trucks, il baseball, da Plaza de Toros a una caliginosa sala da biliardo alla periferia di Londra.
Nel mezzo la storia di un atleta che la notorietà l’ha sfiorata e, paradossalmente, l’ha trovata nel sopruso subito da parte di un (finto) gigante del suo sport. Si tratta di Filippo Simeoni, ciclista italiano. Il ciclismo è l’unico sport dove esiste una figura che si occupa esclusivamente di far vincere qualcun altro, la figura del gregario.
Il gregario accetta il suo ruolo, il suo compito è dei più nobili, sgomita e fatica per portare il suo capitano alla vittoria, come un fido scudiero che non avrà mai la gloria del cavaliere che accompagna. Il gregario è l’artefice di quelle dinamiche che rendono il ciclismo uno sport di squadra, tattiche e strategie che portano al trionfo individuale. Il ciclismo è l’unico sport che prevede l’assegnazione di un premio, oltre che per chi vince, anche per chi partecipa con più agonismo. Nelle grandi corse a tappe, infatti, dopo ogni giornata, viene scelto il ciclista più combattivo, il quale, nella giornata successiva, ha l’onore di vestire il numero rosso. Lo stesso numero che porta normalmente sulla maglia, solo in rosso, a dire che lui il giorno prima è stato quello che ce l’ha messa tutta, più di tutti.
Il ciclista di cui si parla in Athleta, Filippo Simeoni, è uno di quelli risucchiati dal gruppo che corre alle spalle dei grandi campioni. La storia che lo rende noto però risale al Tour de France del 2004, la corsa più importante nel mondo del ciclismo, che in quegli anni è in mano a Lance Armstrong, vincitore e truffatore di 7 Tour consecutivi dal 1999 al 2005, record ineguagliabile, prima che lo stesso ciclista texano ammettesse di aver fatto massiccio uso di doping per ottenere quelle vittorie. Praticamente un Davide contro Golia ambientato sulle Alpi francesi. Alla terzultima tappa Filippo Simeoni prova la fuga, si tratta di una tappa di transito, una di quelle dove i grandi nomi ne approfittano per riposarsi e lasciano la vittoria di tappa ad altri che, dal punto di vista della classifica generale, non risultano pericolosi. Filippo Simeoni ha però una colpa, quella di aver testimoniato contro Michele Ferrari, il medico di Lance Armstrong, quello che gli somministrava il doping. Così il gigante texano, invece di lasciare andare la fuga, si accorda con altri ciclisti e stronca i sogni di gloria di Simeoni. Dopo averlo frenato gli si avvicina e, con la mano, gli fa il gesto di tenere la bocca cucita.
Il ciclista italiano rinuncerà alla vittoria di tappa, Armstrong pochi giorni dopo brinderà alla sua sesta, e penultima, vittoria del Tour de France.
Oggi Lance Armstrong è squalificato a vita dalle corse e gli sono state revocate tutte le vittorie del grande giro francese. Filippo Simeoni, invece, vive a Sezze, paesino laziale, lì è il presidente della squadra dei Piratini (nome scelto in onore di Pantani), una squadra ciclistica composta da circa 60 ragazzini, ai quali insegna la passione per questo sport.
La passione, quella pura, che Athleta vuole trasmettere con le fotografie che animano tutte le sue pagine.