Odore di anni ’20 è racchiuso in piccoli angoli della capitale. Si torna indietro nel tempo, riassaporando i cocktails nati dai padri della miscelazione come Jerry Thomas e Harry Johnson.
L’innovazione e la rivisitazione di miscele, nate prima del Proibizionismo, sono gli ingredienti necessari degli Speakeasy moderni. La “temperanza”, termine caro agli anni ’20 fino ai primi anni ’30 degli Stati Uniti d’America, viene anch’essa reinterpretata: dietro le porte nascoste di questi locali di tendenza, la sobrietà fa da padrona, per permettere agli ospiti di respirare aria vintage in un ambiente confidenziale. Sono da evitare rumori o suoni, che potrebbero infastidire, si ascolta musica jazz, mentre si assaporano drinks fuori dall’ordinario.
Bere è la degustazione delle preparazioni dei veri mixologists. Riportare in luce questi locali è interesse delle capitali moderne, che da qualche anno sperimentano la loro reinterpretazione. Da New York a Londra, da Amsterdam a Parigi si arriva anche nell’eterna Roma.
Il concetto di Speakeasy si rivoluziona, il lontano saloon a McKeesport di Kate Hester, è storia. Oggi la criminalità organizzata del commercio di alcolici non è più parte di questi locali.
Ed è così che nasce l’idea dello Speakeasy moderno, luogo in cui trovare il piacere della preparazione home made in un ambiente professionale e innovativo.
Così diviene possibile trovare tra la Casilina e la Prenestina la “Premiata Panineria Pigneto” che nasconde uno degli Speakeasy romani. Una luce al neon con su scritto “Carni scelte”, permette il passaggio attraverso la porta della cella frigorifera, si citofona e si ha accesso al locale segreto: “Spirito”. È in realtà un club esclusivo per gli amanti del buon bere, con spazi interni arredati con poltrone e divani di pelle rossa, un pianoforte al centro della scena e un bancone con una ricca esposizione di bottiglie. Il locale dispone inoltre di uno spazio aperto, in cui lasciarsi cullare dalla brezza ponentina.
Ma Roma nel suo cuore ospita un altro Speakeasy. Luce soffusa e musica d’altri tempi vengono custoditi in un vicolo stretto del centro della città. Una porta, come quella delle abitazioni, cela il “Jerry Thomas”, nato con l’idea di ospitare i soli amici bartender. Successivamente il locale viene aperto al pubblico, rimanendo fedele alla sua atmosfera intima. Diviene così primo tra gli Speakeasy, in cui la massificazione del gusto viene messa da parte per garantire un’autentica miscelazione. Si accede al locale con la parola d’ordine, che cambia di volta in volta. Si degustano cocktails, che sono interpretazioni dei classici; i tavoli bassi e i comodi divani fanno da contorno al bancone, dal quale viene servito il gusto retrò di un’America lontana. Il locale ha delle regole, che seguite alla lettera, aprono le porte ad una esperienza singolare. Ci si può abbandonare nel sapore di una miscelazione altra, frutto della sperimentazione libera che non tiene conto del mercato.
[divider]ENGLISH VERSION[/divider]
Some small corners of Rome smell like the 20s. It seems like you go back in time and savor the cocktails created by the fathers of mixing as Jerry Thomas and Harry Johnson.
Innovation and revisiting mixtures, activities born before the Prohibition Era, are the necessary ingredients of modern Speakeasy. Also “temperance”, a word beloved to the 20’s and the early 30’s in the US, is reinterpreted: sobriety rules the roost hidden behind the doors of these trendy bars, allowing the guests to breathe a vintage air in an informal setting. Noises or sounds that might be annoying should be avoided; you can listen to jazz music while savoring extraordinary drinks.
Drinking here means tasting the preparations of the real mixologists. Bringing to new light these bars has a great appeal to modern capitals, which for some years have been experiencing their reinterpretation. From New York, London, Amsterdam, Paris and the eternal Rome.
The concept of Speakeasy has evolved; Kate Hester’ saloon in McKeesport goes down in history. Nowadays, racketeering of alcohol is no longer part of such areas.
Here it comes the idea of modern Speakeasy: a place where to find the pleasure of home made food preparation in a professional and innovative location.
Thus, in the district of Pigneto you can find the “Premiata Panineria Pigneto” which hides one of the roman Speakeasy. A neon light sign allows the passage through the door of the refrigerating room. Once you buzz the intercom, you get to a secret local: “Spirito”. Actually, it is an exclusive club with interiors furnished with red leather armchairs and sofas, a piano at center stage and a counter with a wide display of bottles. The club also has an open space in which you would be lulled by the breeze.
Nevertheless Rome, in its heart, hosts another Speakeasy. Soft light and old-fashioned music mark out e a narrow alley of the city center. A door conceals the “Jerry Thomas” which was born with the idea of hosting bartenders only. Later, the bar was opened to the public remaining loyal to its intimate atmosphere. Thus, it becomes the first among the Speakeasies, and the standardization of taste is set aside to ensure a genuine mix. You enter the bar with a password, which changes from time to time. Its cocktails reinterpret the classics; low tables and comfortable sofas surround the counter, which offers the retro taste of the old America. The local has some rules, which followed to the letter, open up the door to a unique experience. You can rest to the taste of a different blending, which is the result of a free experimentation that ignores the market.
Traduzione a cura di Daniela De Angelis