Oggi parleremo delle stampanti 3D. Ve lo dico, se vi state chiedendo cosa siano, beh siete davvero OUT, fuori dal mondo, e potrei anche offendermi; se così fosse sappiate che non vi aggiornate abbastanza. Sono davvero tante le aziende e soprattutto le start up che fanno di questo settore il loro core business. Questa tecnologia esiste da anni e si sta diffondendo tra di noi senza che neanche ce ne accorgiamo, come i kit pratici per fare della birra artigianale a casa vostra; sì, andrà anche di moda, ma è pur sempre una cosa assai utile.

Con la stampante 3D potrete creare comodamente dalla vostra scrivania dei veri e propri oggetti o prototipi, di qualunque tipo, colore, forma che soddisfi il vostro bisogno. Un altro aspetto fondamentale in questo processo creativo è la cosiddetta prototipazione. È un aspetto fondamentale di queste stampanti: potrete cosi vedere e toccare con mano la vostra idea, il vostro progetto, magari in scala ridotta ma direi che è un ottimo inizio.

Qui si sta parlando di una vera e propria rivoluzione industriale che potrebbe portare nel giro di pochi anni alla risoluzione di piccole e grandi problematiche legate ad esempio all’oggettistica, ai pezzi di ricambio reperibili. È una evoluzione tecnologica che va a braccetto con il consumismo estremo in cui viviamo, dove il costumer diviene sempre più padrone di se stesso e delle sue scelte, un consumatore che è sempre più attento, che detta leggi non scritte di nuovi bisogni sociali creando una nuova domanda e una nuova scala di valori. Non è da sottovalutare questa massa di persone che creano, rendono tangibile il virtuale.

Vi metto in evidenza alcuni esempi per comprendere al meglio di cosa stiamo parlando:

Charles Golden, amministratore della Nasa “nel futuro, forse gli astronauti potranno stampare gli attrezzi e i componenti di cui hanno bisogno mentre sono nello spazio”. A questo seguono i fatti: sarà spedita una stampante 3D nello spazio per l’ISS che “fabbricherà” i pezzi di ricambio in loco. Così si abbatteranno i costi della spedizione e si darà la possibilità di creare la componentistica tecnica quando e se necessaria. La stampante in questione sarà costruita dalla “Made in space”, vedetevi il video esplicativo di come funzionerà il dispositivo in orbita.

In medicina le stampanti 3D stanno dando il loro meglio, convertendosi a “mani divine” capaci di ricreare elementi biologici umani, portando a  studi che trattano di ingegneria biomedica.
Ammassi tridimensionali di cellule staminali embrionali umane, ecco a cosa sono arrivati  gli scienziati della Herriot-Watt University di Edimburgo. Uno step importante che potrebbe portare alla realizzazione di tessuti bioingegnerizzati compatibili a quelli organici.

In Belgio sono riusciti a ricreare una mandibola grazie alla stampata 3D. Una bella impresa per i laboratori tecnici di Layer Wise, uno spin-off universitario che si occupa di stampa 3D dal 2008.

Bioprinting, la “stampante di pelle”, è la soluzione che i ricercatori dell’Università di medicina Wake Forest della Carolina del Sud alla quale sono giunti per la cura di ferite e ustioni. Dei laser 3D rilevano sulla ferita l’estensione e la profondità della lesione, ne segue una ricostruzione tridimensionale di un lembo di pelle che andrà a coprire la bruciatura.

La Deep Space Industries (Dsi) di Rick Tumlinson, ha annunciato al mondo  i suoi piani, l’intenzione è quella di spedire nello spazio delle navicelle verso gli asteroidi vicini alla Terra per estrarne le risorse minerarie e trasformarle, lavorarle e costruire nuove piattaforme direttamente in gravità 0, tutto ciò sarà fattoutilizzando stampanti 3D. Il primo lancio è previsto per il 2015.

Possiamo decisamente dire che è inziata la digitalizzazione dell’industria., è dire che le industrie del futuro si focalizzeranno sulla personalizzazione di massa, sempre più la customizzazione dilaga nel mondo del Mass Market, ma con la prototipazione e la stampa tridimensionale a portata di click le cose si fanno ancora più serie ancora più “by my self”.

Persino l’Economist si è espresso sul tema 3D, affermando che “ siamo nel pieno della Terza Rivoluzione Industriale, e suoi protagonisti sono i makers, quelli che se hanno un’idea, e la realizzano direttamente.” A seguire riporto la stima della Boston Consulting Group: nell’industria metallurgica e meccanica, entro il 2020, gli Stati Uniti stamperanno-costruiranno in casa dal 10 al 30% di ciò che ora importano dalla Cina.

Un dubbio sorge dato i migliaia di file già esistenti sul web, liberamente scaricabili per creare il tuo oggetto digitale in reale, ovvero il problema del copyright, internet in questo è una jungla, è un flusso d’informazioni che non può essere frenato, quindi come proteggere i brevetti registrati, da designer, artisti etc… senza che ne vengano danneggiati, beh una risposta che per ora non ho, pensate solo al mondo della musica, a quanta ne sentiamo, in che modalità è possibile ascoltarla e godercela senza che all’artista arrivi un centesimo, bene questa è la globalizzazione, condividere ed essere condivisi.

Un’ altra visione affascinante e quasi poetica che si intravede nella manifattura additiva, è quella di pensarla come un surrogato del teletrasporto. Effettivamente se ci si pensa bene, senza che si vada lassù nello spazio,  vi faccio un esempio terra terra: ragionando per assurdo, se a me serve un pezzo di ricambio in mezzo alla jungla, della mia tenda che si è rotta, me lo posso tranquillamente fare prototipandolo e risolvere cosi il problema.

Vi sono sicuramente  dei vantaggi: economici, nell’uso di questa tecnologia e non solo, se si pensa a quelli che possono essere gli sprechi di produzione di un oggetto. In questo caso gli sprechi di produzione quasi svaniscono, perché si andranno ad utilizzare solo i materiali strettamente necessari alla stampa e alla realizzazione ultima dell’oggetto. I costi bassi consentono una potenziale diffusione a livello domestico di queste macchine, dove però possiamo riscontrare alcuni svantaggi se pensiamo ai criteri qualitativi e di sicurezza di quanto verrà prodotto; dall’errore del disegno grafico alla bassa qualità del materiale di stampa, potremmo inciampare in prodotti fallati o deperibili nel breve periodo, magari pericolosi e non idonei all’utilizzo attribuitogli.
La stampa 3D si basa sulla tecnica produttiva meglio conosciuta come manifattura additiva: l’oggetto viene stampando uno strato alla volta, sovrapponendosi questi strati andranno a formare l’oggetto da noi desiderato. Le tecniche classiche che esistono sono la sinterizzazione laser e la modellazione a deposizione fusa: la prima crea l’oggetto riscaldando delle polveri termoplastiche con dei laser posizionando il materiale strato dopo strato, mentre la seconda fonde il materiale di fabbricazione come polimeri platici e lo depone tridimensionalmente, riproducendo il modello 3D elaborato al computer.

Detto tutto ciò, è abbastanza ovvio che una start up faccia i conti con il mercato sempre più crescente delle stampanti 3D, un mercato più che florido e ricco di opportunità e capace di grandi progetti.

 

 

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Today we’re talking about the 3D printer, but first I’ve got to say you are OUT, if you’re wondering what is it all about and I could consider myself offended and you not enough up-to-date. There are a lot of companies or rather start ups that have made out of the 3D printing their core business. This technology exists and that he is spreading among us even though we do not notice it, like the key for homemade beer, yes it’s cool and useful too.

With the 3D printer you will be able to easily produce from your desk whatever you want in the color and shape you’re satisfied with. The Prototyping is another interesting and fundamental aspect of the 3D production; this way you we be able to see and touch with your own hands your idea, your project, maybe scaled down, but that’s only the beginning, a very good one. Here we are talking about a real industrial revolution, which could bring in a few years to the resolution of various issues linked for instance to the manufacturing industry and available spares, a technologic revolution that perfectly fits the age of extreme consumerism we live in, where the consumer becomes more and more aware of himself and his own choices. He has become more careful and is now able to express new social needs generating demanding situations based on a brand new system of values. We really should not underestimate this new range of creating people who made the virtual become touchable.

Future NASA admin says that in the future the astronauts will probably be able to create the tools they need while they are on mission into space. And they are already working on a way to make their promise come true, a 3D printer will be launched into space for the ISS which will produce in loco all the spares. This way there won’t be any shipment expense and we will finally be able to make technical components when and of needed. The printer is being produced by the “Made in Space” company (check on eh internet for an explanatory video on its launch into Space).

In the medical field 3D printers are at their best it is as if some good and competent hands incessantly work for us to create from scratch biological human body parts, leading to all new biological engineering studies. 3D embryonic stem cells, that’s what the Harriott-Watt university of Edinburgh have come to. And important step forward which could lead to the production of engineered compatible with the organic ones.

Thanks to the 3D printer in Belgium they have been able to print a jaw; this is a significant accomplishment for the new Layer Wise’s labs, a university department working on the 3-D printer since 2008. The Carolina Wake Forest medical school researchers found that bioprinting, a skin printer, is the best solution they have come to to heal the burns and wounds. 3D lasers notice how deep and large the wound is and then the printer is set to produce a skin graft to cover the burn.

Rick Tumlinson’s “Deeo Dpace Industry” announced world wide his aim to launch a 3-D printer into Space towards the nearest asteroids to exploit them and use their mineral resources to build space stations, using 3D printers. The first launch is set to be in 2015.

We can definitely say that the digitalization of the industry has finally begun, this way future industries will focus on the mass personalization, the mass market will broaden his boundaries and the 3D printing and prototyping will make everything easier.

“The Economist” had its own opinion about 3D printing, stating that we are in the middle of the third industrial revolution and it’s main characters are the makers, the ones that realize their own ideas. Here are the results of the estate the Boston Consulting Group made: Within 2020 in the mechanical and metallurgic factory the USA will produce and build from the 10% to the 30% more than they now import from China.

At this point of my discussion some doubts come to my mind, some knot to untie, the copyright issue; the Internet is like a jungle, a continuous flow of data freely downloadable, so how can designers, artists and producers protect their patents from being damaged? Well unfortunately I still don’t have any answer to this question, but we can somehow come closer to it, if we think about music and all the ways to listen to eat not paying anything. Well, that’s free trade market, that’s the globalization, to share and be shared.

Seeing the 3D printing as means of teleportation, is somehow true, if, for instance, I’m in the wood and I need some spares to replace a broken tool, I can print them and fix everything by myself.

This technology has also brought some advantages such as the economical ones, all the costs of productions are cut down because only the necessary materials will be used. This way the expense will be affordable for everybody, even though there would be some differences in terms of quality of the product, due to some mistakes done in the drawing phase, or to the quality of the materials used; so it won’t be possible to use all the products for the aim they were produced. An object printed with a 3D printer is the result of many layers overlapped. The techniques used are the two classical, the laser sintering and the fused deposition modeling; the former creates the object needed layer after layer warming some thermoplastic powder with a laser, the latter fuses material such as plastic polymers and tridimensionally lays it down reproducing the 3D model elaborated on the PC. That said it’s pretty much obvious that some start ups have to deal with the growing 3D market, a flourishing and rich in chances done and able to accomplish many interesting projects.

Traduzione a cura di Alessandra Fioravanti