Ramallah è una città palestinese di quasi 30.000 abitanti alle porte di Gerusalemme. A conferma della sua fama di ‘Parigi della Cisgiordania’, in questo capoluogo non si incontrano, come a Gaza, carri di buoi e scene di guerriglia ma auto coreane e uffici governativi . “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” era lo slogan pacifista che si cantava in un celebre singolo beatdegli anni ‘60. Oggi a Ramallah nei cannoni si mettono idee nuove, join ventures, team multiculturali e start up: l’ obiettivo è fare business innovativo grazie all’ integrazione di quel capitale umano, palestinese e israeliano, disperso in un territorio minato da odi e conflittualità secolari.
E’ questa la mission di Sadara Ventures, l’incubatore nato dall’iniziativa dell’imprenditore israeliano Yadin Kauffman e dell’omologo palestinese Saed Nashef. “La comunità hi-tech è parte anch’essa del mondo, e certo non può pensare di vivere in una qualche torre d’avorio, separata dal resto- ha dichiarato Kauffman a WIRED Italia – (..) anche perché il successo e la ricchezza non servono a nulla se, mentre li ottieni, il mondo intorno a te va a rotoli”. Oggi la loro venture possiede quattro startup nate per offrire servizi internet ai paesi arabi. Tra queste troviamo Yamsafer, che permette di effettuare prenotazioni alberghiere online in Giordania, Palestina e nella penisola arabica, portali come Souktel e PinchPoint che permettono l’accesso a internet e ai mobile games anche su telefoni elementari ed infine WebTeb, il più grande portale di medicina del mondo arabo che conta circa 300 milioni di utenti. Ma Sadara Ventures ha anche l’obiettivo di fare formazione: stages per neolaureati palestinesi in multinazionali israeliane, a novembre partirà la seconda edizione con l’auspicio che ve ne saranno altre anche nei prossimi anni.
La normalizzazione dei rapporti tra i due popoli può partire proprio dalla creazione di progetti imprenditoriali di forte impatto sociale, che stimolino le competenze e le ambizioni di giovani generazioni che non hanno intenzione di prendere in mano un fucile ma il proprio futuro. Magari aprendo una startup.
Ramallah is a Palestinian city at the gates of Jerusalem, inhabited by almost 30.000 people. In confirmation of its reputation for being the “Paris of West Bank”, in this chief town you won’t see ox carts or scenes of guerrilla, as in Gaza, but Korean cars and government offices. “Put some flowers in your guns” was the pacifist slogan sung in a 60’s famous beat track. Nowadays, in Ramallah new ideas, join ventures, multicultural teams and start ups are put in these guns: the goal is doing innovative business thanks to the integration of the Palestinian and Israeli human capital, scattered on a land of secular hates and conflicts.
This is the mission of Sadara Ventures, the incubator generated by the Israeli entrepreneur Yadin Kauffman and the Palestinian corresponding Saed Nashef. “The hi-tech community is part of the world itself, and it’s not certainly supposed to live in some kind of ivory tower, apart from all the rest – Kauffman declared to WIRED Italia – even because success and richness are useless if, while you are trying to get them, the world around you falls through”. Now their venture owns four start ups, created to offer Internet facilities to Arabian countries: among these we can find Yamsafer, that allows to make hotel reservations online in Jordan, Palestine and in the Arabian peninsula; portals like Souktel and PinchPoint which make possible the access to Internet and to the mobile games even on basic phones; WebTeb, the biggest medicine portal of the Arabian world, that counts about 300 millions of users. Sadara Ventures also aims to train, offering stages for Palestinian recently graduated people in Israeli multinationals; the second edition is going to start in November, hoping that there will be others in the next years.
Normalization of relationships between the two populations can actually start from the ideation of business projects of high social impact, in order to stimulate skills and ambitions of young generations that refuse to hold a gun in their hands, but their future. Maybe with a start up.
Traduzione a cura di Silvia Cascioli