Una start up è un progetto innovativo, una buona idea, l’intuizione che aspettavi da tempo. È cavalcare l’onda delle buone opportunità per approdare ad un mercato sempre più ampio, sempre più interessato.
È quel che hanno fatto gli unicorni, Zalando e Spotify, per dirne solo un paio.
Ed è quel che cercano di fare le piccole e medie officine dell’innovazione. La speranza è quella di accendere l’interesse degli investitori.
E qualche volta accade che le conoscenze, le competenze, l’intraprendenza e l’inventiva paghino, e anche molto. Persino in Italia. E ci si appresta a diventare unicorni, o quantomeno scale up.
Nel campo del biotech geminano start up legate alla nostra salute. D-Eye, Wise, Braincontrol, Personal Genomics, Wrap tra le tante.
D-Eye è una cover per smartphone, idea di Richard Sill. Permette uno screening retinico per la diagnosi e la prevenzione delle malattie oculari. 1,63 milioni di euro investiti tra Padova e Stati Uniti.
4,65 milioni di euro sono stati invece puntati dagli investitori su Wise. Frutto del genio di Luca Ravagnan e del suo gruppo di ricercatori. È una start up che si occupa della produzione di elettrodi neuro stimolatori inseribili nel cervello o nel midollo spinale. Il fine è curare morbo di Parkinson, epilessia e dolori cronici.
E ancora, contro la Sla, la sclerosi multipla e le ischemie, è nata la start up di Pasquale Fedele. Vincitrice del premio Marzotto 2012, Braincontrol registra l’attività cerebrale e la utilizza per il controllo di dispositivi esterni. Offre quindi ai malati una via di comunicazione con il mondo esterno.
Un’ app per la prevenzione è stata invece pensata nel Centro di Genomica funzionale da Massimo Delle Donne. È la start up Personal Genomics, che attraverso un test legge il patrimonio genetico e invia i dati a medici specializzati.
E infine Wrap è il cerotto finanziato 50 mila dollari. Il team che lo ha ideato è tra i vincitori di BioUpper per il settore delle scienze della vita. Grazie alla sua particolare composizione tratta ferite croniche e chirurgiche e ulcere da diabete.
E mentre nel campo della salute le start up italiane fanno passi da gigante, c’è chi si dà da fare per stipulare nuovi rapporti nella Silicon Valley.
SEC2SV – Start up Europe comes to Silicon Valley nasce con l’intento di collegare startupper europei e investitori americani in una rete di affari produttiva e vantaggiosa.
A concorrere per l’Italia vi sono Shopfully (DoveConviene) e Negentis.
Shopfully è un’app che ottimizza il modo di fare spesa. Individua le migliori offerte e i coupon dei supermercati più vicini e ti permette di controllarne gli orari. Nasce da un’idea di Stefano Porcu e ha raccolto già 20 milioni di dollari.
Negentis invece fornisce software e servizi Smart Operations Enablers per le Real Time Enterprises che devono attuare il Real-Time Business Control per rispondere rapidamente alle richieste e ai cambiamenti dei mercati.
Queste due scale up sono state selezionate insieme ad altre per l’Innovation Day di settembre.
E, passando da un settore all’altro, tra le 50 migliori start up europee, secondo Internet of Things EU-Startups, c’è Filo. Pensata dall’ ingegnere informatico Giorgio Sadolfo e dai suoi collaboratori, aiuta a non smarrire chiavi, orologi, animali. Si applica un dispositivo ad un oggetto e lo si controlla tramite un’ app che rileva la sua ultima posizione. Inoltre, Filo suona se ci si avvicina all’oggetto in questione. La start up è stata presentata a Las Vegas in occasione della più importante fiera tecnologica al mondo.
Questo per dire che, al di là di ogni contesto economico o sociale, il settore della ricerca è sempre attivo, con il fine di migliorare il nostro stile di vita e la fruibilità dei servizi. E gli italiani, con le loro piccole e grandi soddisfazioni, partecipano a questo movimento cosmico con ogni risorsa, e si inseriscono a pieno titolo nel campo delle start up, quelle che, promuovendo idee vincenti, stanno piano piano conquistando il mondo.